15 maggio 2014

LA MAGGIORANZA DI CROCETTA NON C'E'. O SE C'E', E' AL BAR. IL GOVERNO SBAGLIA MANOVRA



Dopo il rinvio in commissione della "manovrina" che avrebbe dovuto garantire migliaia di stipendi, il presidente Crocetta ha attaccato l'opposizione "irresponsabile". Ma il ko al testo, numeri alla mano, è dovuto all'assenza "colpevole" di una maggioranza che non c'è più.

di Accursio Sabella


La manovra sbagliata di Crocetta Il presidente è senza maggioranza


PALERMO - La maggioranza di Crocetta non c'è. O se c'è, è al bar. Il governo sbaglia la manovra. E va a sbattere contro una Sala d'Ercole nella quale – incredibile ma vero – l'opposizione fa il suo mestiere. Cioè l'opposizione. Ma l'esecutivo della rivoluzione non solo ha sbagliato la manovra, presentando l'ennesima riscrittura di un ddl già abbondantemente scarabocchiato. Il governo sbagliando la manovra ha provocato un incidente. E ha pure attribuito la colpa all'altro.

All'opposizione, in questo caso. Un'opposizione irresponsabile, secondo il presidente. Che, un millesimo di secondo dopo la “bocciatura” all'Ars della manovrina aveva già convocato una conferenza stampa assai “accorata”, per usare un eufemismo. Pochi minuti dopo il rinvio in commissione della manovra che avrebbe dovuto garantire due mesi di stipendio ai siciliani, il governatore era già “caldissimo”: la colpa è di quegli irresponsabili dell'opposizione, che hanno creato un “massacro sociale”, che hanno “colpito al cuore i siciliani”, che hanno deciso di “affamare tanti lavoratori”.

Già, quegli “irresponsabili” deputati dell'opposizione sono la causa di tutto. Alla maggioranza, invece, il presidente della Regione dedica, al massimo, un pizzicotto, un bonario”buffetto”. È da irresponsabili, insomma, esprimere dubbi sulla copertura finanziaria di una norma portata, appena cotta, direttamente in Sala d'Ercole. Senza passare nemmeno dalla commissione bilancio.

Ma non è da irresponsabili, per il governatore, non presentarsi in Aula all'orario stabilito. “Si sa – ha a quel punto minimizzato il presidente – che nei primi minuti della seduta non si fa nulla”. Eppure, i deputati di opposizione, quegli irresponsabili, in Aula c'erano. Della maggioranza, invece, erano davvero in pochi. Solo in 17 si sono opposti al ritorno indietro del testo. La maggioranza, oggi, era tutta lì. Erano persino di più, alla fine della seduta, durante la conferenza stampa del governatore. Erano più numerosi a Palazzo d'Orleans, i depuati di maggioranza. Ad annuire agli strali lanciati dal governatore verso i colleghi “dell'altra parte”.

Poche ore prima, invece, non c'erano. La maggioranza non c'era. Ma la maggioranza di Crocetta, a dire il vero, non c'è. Perché il voto che ha riportato indietro la “manovrina”, in realtà, è il frutto anche del voto contrario al governo di parte di quella “presunta” maggioranza. Antonello Cracolici ci ha messo la faccia. In Aula. “Questa riscrittura non ha senso. Se l'Aula voterà il ritorno in commissione, io voterò a favore”. Cioè insieme alla “irresponsabile” opposizione. Ma la presa di posizione di Cracolici – per nulla “a sorpesa”, visto che gli stessi, identici dubbi, erano stati sollevati in una seduta di qualche giorno fa – è il segno, ovviamente, di qualcos'altro. Il sintomo di un malessere non antico, ma ormai nemmeno nuovissimo.

Rosario Crocetta non ha più una maggioranza. Da tempo. Dopo il “caso manager della Sanità” e dopo il rimpasto compiuto in aperto contrasto col segretario regionale del Pd Raciti, il governatore era convinto di poter governare comunque. “Volete che il parlamento non voti i nostri atti?”. Il parlamento, invece, ha deciso di non votare quegli atti. Di respingerli. E l'incapacità del presidente di ricucire uno strappo numericamente assai più importante, a Sala d'Ercole, di quanto si possa pensare, appare ancora più grave, considerati gli scivoloni del passato. La “sorte” toccata alla manovrina, infatti, in passato era stata quella del ddl “salvaimprese”. Bocciato. Ricacciato indietro dall'opposizione e da pezzi di maggioranza, mentre il governatore e il resto di quella maggioranza erano seduti attorno a un tavolo a parlare di rimpasto.

E non è che in quest'ultima occasione, il governo e la maggioranza abbiano brillato per “resonsabilità”, per attenzione. La fretta, l'emergenza, lo stato di necessità, infatti, ieri, sono svaniti di fronte all'arrivo del presidente del Consiglio. Giunto in Sicilia per una manifestazione elettorale. Il governo – proprio il governo – ha chiesto all'Aula di annullare una seduta della quale aveva già chiesto lo “slittamento”. La mattina, infatti, quando si sarebbe dovuta tenere quella seduta, e quando gli irresponsabili deputati dell'opposizione erano al loro posto, a Palazzo dei Normanni, il governatore ha preferito indire una conferenza stampa per spiegare a tutti ciò che tutti sapevano sull'articolo 37 dello Statuto e magari condendo con un orgoglio del tutto immotivato (“Siamo i primi in Italia”, diceva, mentre tutte le altre Regioni erano partite da giorni) sul piano “Garanzia giovani”. E ancora, nel corso dei mesi scorsi, sono state diverse le occasioni di “assenza ingiustificata” degli assessori ai lavori delle varie commissioni legislative. Persino il presidente dell'Ars Ardizzone ha più volte richiamato il governo a “passare un attimo” da Palazzo dei Normanni. Giusto per vedere cosa succedeva. No, il governo, molto spesso, in questi mesi non c'è stato. E non c'è stata nemmeno una maggioranza.

Nemmeno oggi. Neanche oggi, la “maggioranza” di Crocetta era in Aula. Era altrove. Un'assenza e un ritardo che il governatore ha dribblato in maniera leggera. Con una superficialità che strideva con la pesantezza delle accuse a un'opposizione che ha fatto opposizione. Una superficialità che faceva a pugni con la drammaticità di quel momento. “La maggioranza? Si sa che in Aula, all'inizio, non sono tutti presenti...”. Già. Se migliaia di stipendi non verranno garantiti ai siciliani, la colpa è di una opposizione che si è opposta. Non certo di una maggioranza che in quel momento non c'era. Era a casa, in campagna elettorale. O forse al bar.
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