12 maggio 2014

INQUINAMENTO, BACINO IDRICO ARTIFICIALE DI 120 MILA MQ DEL DEMANIO FORESTALE DI SAMPIERI SOTTO SEQUESTRO



Lucchetti a Sampieri

Inquinamento, bacino idrico sotto sequestro


I sigilli apposti nel bacino idrico di Sampieri
Foto lasicilia.it


Valentina Raffa
La fascia costiera sotto la lente d'ingrandimento della Magistratura. C'è un nuovo procedimento penale sul presunto inquinamento ambientale, in parallelo a quello della Procura distrettuale antimafia di Catania che ha interessato i villaggi turistici Marsa Siclà, Baia Samuele e Marispica e i Comuni di Modica, Ispica, Scicli e Pozzallo.
Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Modica e dalla Capitaneria di Porto di Pozzallo, sono sfociate, come anticipato ieri, nel sequestro del bacino idrico artificiale di superficie dell'area del demanio forestale di Sampieri. Un totale di 120mila mq tra demanio forestale e spiaggia con annesso pantano, cui sono stati apposti i sigilli su disposizione del gip del tribunale di Ragusa. Sono diverse le tubazioni abusive individuate, che avrebbero scaricato nel bacino idrico. È attraverso di esse che sarebbero stati smaltiti in maniera illecita rifiuti che finivano dritti nel pantano, le cui acque, a un certo punto, si interrano e finiscono a mare. La presenza di questi rifiuti è emersa dalle analisi effettuate mesi addietro dall'Arpa.
È interessata dal provvedimento anche una porzione di spiaggia su cui insiste il passaggio di Marsa Siclà all'arenile. È lì che si trovava lo chalet che fu incendiato e che il resort intendeva rimettere su in previsione della stagione balneare. Ma, dato il sequestro, l'intenzione dovrà essere accantonata. Prosegue, estesa, l'inchiesta sul presunto inquinamento ambientale che fu avviata nel 2012 dopo un esposto dell'allora sindaco di Modica alla Procura della Repubblica di Modica sulla presenza di una strana schiuma in mare. L'inchiesta passò alla Procura distrettuale antimafia di Catania, e sfociò nel sequestro di Marsa Siclà e Baia Samuele e di parte di Marispica che furono successivamente dissequestrati. Sigilli pure in alcuni depuratori del comprensorio, anch'essi oggi dissequestrati. Diversi gli indagati. L'inchiesta è approdata in tribunale dinanzi al gip di Catania chiamato a decidere per il rinvio a giudizio o meno degli imputati. Ci sarebbero concause alla base del presunto inquinamento del mare. In un'articolata relazione della polizia giudiziaria sono messe in evidenza presunte mancanze dei Comuni interessati dall'inchiesta oltre che dei villaggi.

11 Maggio 2014





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