Davide Faraone. "Renzi ha cambiato il Paese. In Sicilia si è perso tempo".
L'intervista di Accursio Sabella
PALERMO - “A Crocetta diamo dieci giorni di tempo. O arrivano risposte serie, o è meglio andare subito al voto”.
Il clamoroso successo del Partito democratico, in Sicilia ha un sapore
un po' diverso. Lo “storico” governo di centrosinistra nell'Isola,
infatti, “finora non ha funzionato”, spiega Davide Faraone, responsabile
Welfare dell'esecutivo di Matteo Renzi. “Adesso il presidente la smetta
con gli slogan e fissi scadenze certe. Perché se dobbiamo andare avanti
così, preferisco persino un governo di centrodestra”.
Onorevole, volete “cambiare verso” anche in Sicilia, quindi? È iniziato il conto alla rovescia per il governo Crocetta?
“Partiamo da un dato, quello positivo. Il Pd in Sicilia, in queste elezioni, ha ottenuto un risultato storico. Siamo il primo partito, quando alle ultime politiche eravamo solo il terzo. E il merito è essenzialmente del governo Renzi, che ha indicato la strada per un Pd diverso dal passato”.
Vale a dire?
“Il Pd deve rivolgersi a forse interclassiste, traversali. Deve essere in grado di parlare a tutti, insomma. Assumere una vera vocazione maggioritaria”.
E questo cosa comporta per la Sicilia?
“Intanto va segnalato un fatto: la grande attenzione di Renzi e del suo governo per l'Isola. Dimostrata dalla massiccia presenza del premier e dei suoi più stretti collaboratori durante tutta la campagna elettorale. Purtroppo, di fronte al grande successo, resta, e non posso negarlo, molto critico il rapporto tra il Pd e il governo”.
Come si risolve? Come si superano divisioni che sembrano essere sorte fin dai primi mesi di questa legislatura, e che si sono accentuate in maniera evidente nelle ultime settimane?
“Intanto prendendo esempio dal governo nazionale. Il governo Renzi in appena ottanta giorni ha messo in cantiere e fatto approvare una incredibile mole di riforme. Il vero motivo di questo successo elettorale. Il governo regionale, invece...”.
Invece?
“Non mi sembra che per l'esecutivo di Crocetta si possa dire lo stesso. Anzi. L'impressione è che si sia perso un anno e mezzo tra annunci e qualche litigio di troppo”.
Si riferisce in particolare all'ultimo periodo della campagna elettorale?
“Ritengo sia paradossale, di fronte a un successo come il nostro, insistere sul 'derby' delle preferenze interne al partito, e non, invece, sulla schiacciante vittoria nei confronti del Movimento cinque stelle. Rischiamo di non goderci completamente questa vittoria, perdendoci all'interno di un dibattito ridicolo sul quale non intendo entrare”.
Ma resta il fatto. Quei litigi hanno indebolito anche la maggioranza a sostegno di Crocetta. Come pensa che si possa andare avanti?
“Certamente adesso serve una svolta seria, E serve una risposta vera da parte del governatore su alcuni punti che abbiamo già indicato. E soprattutto, stavolta dovranno essere indicati tempi certi”.
I temi, più o meno li conosciamo, ma poi ci spiegherà meglio. Molto più interessanti sono i tempi, oggi. Avete intenzione di fissare una “data di scadenza” al governo Crocetta?
“Io dico solo che entro, al massimo, dieci giorni, il presidente dovà fornirci una 'road map' delle riforme da fare. Prevedendo per gni passaggio una scadenza certa”.
Se ciò non avvenisse?
“Meglio andare a elezioni anticipate”.
E rinunciare al governo, dopo anni di opposizione per il centrosinistra?
“Guardi, il governo di Renzi ha manifestato a più riprese ampia disponibilità nei confronti della Sicilia. Ha detto: noi ci siamo, ma ci servono alcune risposte. Se il governo Crocetta continua a risppondere 'picche', non credo ci sia scelta. E le dico di più: di fronte a questo galleggiamento preferisco persino un governo di centrodestra. Purché si superi un impasse che danneggia i siciliani”.
Un impasse dovuta anche ai litigi proprio tra il Pd e il presidente.
“Certamente. E proprio per questo, se si dovesse ripartire, da domani, con i soliti 'balletti' sulle correnti o sui candidati, è meglio sbrigarsi e andare al voto. Certamente questo governo ha mostrato enormi limiti. Ma a questo punto, mi aspetto coerenza da chi dice che tutto va male, ma nel frattempo fa in modo che si vada comunque avanti”.
Dieci giorni, quindi. Per fare cosa?
“Mi aspetto intanto che il governo fornisca una risposta ai due, chiamiamoli così, 'decaloghi' che io ho avanzato: quello sulle riforme della pubblica amministrazione e quello sull'assetto istituzionale della Regionale. Ma non solo”.
Cos'altro?
“Serve una riforma vera del Lavoro e della Formazione professionale. Infine, bisogna cambiare completamente ottica sull'utilizzo dei Fondi europei. Questi non vanno usati per finanziare spesa corrente, ma, al contrario, la spesa corrente deve essere reperita per cofinanziarie i progetti comunitari”.
Onorevole, volete “cambiare verso” anche in Sicilia, quindi? È iniziato il conto alla rovescia per il governo Crocetta?
“Partiamo da un dato, quello positivo. Il Pd in Sicilia, in queste elezioni, ha ottenuto un risultato storico. Siamo il primo partito, quando alle ultime politiche eravamo solo il terzo. E il merito è essenzialmente del governo Renzi, che ha indicato la strada per un Pd diverso dal passato”.
Vale a dire?
“Il Pd deve rivolgersi a forse interclassiste, traversali. Deve essere in grado di parlare a tutti, insomma. Assumere una vera vocazione maggioritaria”.
E questo cosa comporta per la Sicilia?
“Intanto va segnalato un fatto: la grande attenzione di Renzi e del suo governo per l'Isola. Dimostrata dalla massiccia presenza del premier e dei suoi più stretti collaboratori durante tutta la campagna elettorale. Purtroppo, di fronte al grande successo, resta, e non posso negarlo, molto critico il rapporto tra il Pd e il governo”.
Come si risolve? Come si superano divisioni che sembrano essere sorte fin dai primi mesi di questa legislatura, e che si sono accentuate in maniera evidente nelle ultime settimane?
“Intanto prendendo esempio dal governo nazionale. Il governo Renzi in appena ottanta giorni ha messo in cantiere e fatto approvare una incredibile mole di riforme. Il vero motivo di questo successo elettorale. Il governo regionale, invece...”.
Invece?
“Non mi sembra che per l'esecutivo di Crocetta si possa dire lo stesso. Anzi. L'impressione è che si sia perso un anno e mezzo tra annunci e qualche litigio di troppo”.
Si riferisce in particolare all'ultimo periodo della campagna elettorale?
“Ritengo sia paradossale, di fronte a un successo come il nostro, insistere sul 'derby' delle preferenze interne al partito, e non, invece, sulla schiacciante vittoria nei confronti del Movimento cinque stelle. Rischiamo di non goderci completamente questa vittoria, perdendoci all'interno di un dibattito ridicolo sul quale non intendo entrare”.
Ma resta il fatto. Quei litigi hanno indebolito anche la maggioranza a sostegno di Crocetta. Come pensa che si possa andare avanti?
“Certamente adesso serve una svolta seria, E serve una risposta vera da parte del governatore su alcuni punti che abbiamo già indicato. E soprattutto, stavolta dovranno essere indicati tempi certi”.
I temi, più o meno li conosciamo, ma poi ci spiegherà meglio. Molto più interessanti sono i tempi, oggi. Avete intenzione di fissare una “data di scadenza” al governo Crocetta?
“Io dico solo che entro, al massimo, dieci giorni, il presidente dovà fornirci una 'road map' delle riforme da fare. Prevedendo per gni passaggio una scadenza certa”.
Se ciò non avvenisse?
“Meglio andare a elezioni anticipate”.
E rinunciare al governo, dopo anni di opposizione per il centrosinistra?
“Guardi, il governo di Renzi ha manifestato a più riprese ampia disponibilità nei confronti della Sicilia. Ha detto: noi ci siamo, ma ci servono alcune risposte. Se il governo Crocetta continua a risppondere 'picche', non credo ci sia scelta. E le dico di più: di fronte a questo galleggiamento preferisco persino un governo di centrodestra. Purché si superi un impasse che danneggia i siciliani”.
Un impasse dovuta anche ai litigi proprio tra il Pd e il presidente.
“Certamente. E proprio per questo, se si dovesse ripartire, da domani, con i soliti 'balletti' sulle correnti o sui candidati, è meglio sbrigarsi e andare al voto. Certamente questo governo ha mostrato enormi limiti. Ma a questo punto, mi aspetto coerenza da chi dice che tutto va male, ma nel frattempo fa in modo che si vada comunque avanti”.
Dieci giorni, quindi. Per fare cosa?
“Mi aspetto intanto che il governo fornisca una risposta ai due, chiamiamoli così, 'decaloghi' che io ho avanzato: quello sulle riforme della pubblica amministrazione e quello sull'assetto istituzionale della Regionale. Ma non solo”.
Cos'altro?
“Serve una riforma vera del Lavoro e della Formazione professionale. Infine, bisogna cambiare completamente ottica sull'utilizzo dei Fondi europei. Questi non vanno usati per finanziare spesa corrente, ma, al contrario, la spesa corrente deve essere reperita per cofinanziarie i progetti comunitari”.
Sembra facile. Tutto in dieci giorni?
“Il governo ci deve dimostrare che desidera intervenire su questi punti.
E di farlo presto. Non possiamo andare avanti così: sosteniamo un
sistema di precari che non funziona e costa tantissimo, continuiamo a
stipendiare un numero enorme di Forestali, teniamo in piedi enti inutili
come l'Aran e il Fondo pensioni. Adesso basta. Crocetta ci dica che
vuole intervenire e in quanto tempo. Faccia come Renzi”.
In che senso?
“Il premier ha compiuto scelte che gli hanno certamente messo contro tanti burocrati. Ma la gente alla fine, e lo ha dimostrato col voto, è stata dalla sua parte. Crocetta metta fine a promesse e slogan. E lavori a una cronologia seria e credibile degli interventi”.
Queste riforme di cui lei parla possono essere compiute con questa squadra di governo?
“Quello poi si vedrà. L'eventuale sostituzione di qualche uomo, è un fatto secondario. Non mi interessa parlarne adesso”.
Intanto, domani migliaia di lavoratori protesteranno contro questo governo. Alcuni errori dell'esecutivo hanno lasciato tanti siciliani senza stipendio.
“Anche su questo punto dobbiamo essere meno ipocriti. Continuiamo a tenere in piedi un sistema di pura sussistenza. L'approvazione della Finanziaria non risolverà nulla. Non illudiamo questa gente. Anzi, ai tanti siciliani che protestano va spiegato che per questa volta si proverà a trovare una soluzione. Ma anche che si tratterà dell'ultima volta. Tutto dovrà cambiare”.
Lei non vuole parlare dei risultati dei candidati alle Europee. Ma uno di questi merita forse un'attenzione particolare. Michela Giuffrida era sostenuta da Articolo 4. Movimento guidato da Lino Leanza. È possibile pensare a questo exploit della giornalista come il punto di partenza per un rapporto più “stabile” tra il Pd e il soggetto politico fondato dal deputato catanese?
“Certamente l'ottimo risultato elettorale di Michela Giuffrida dà una dimostrazione concreta del modo in cui noi vogliamo costruire un rapporto con le forze moderate. Chi pensa, infatti, che questo rapporto possa essere il frutto di alchimie compiute magari tra gli scranni dell'Ars, ha una visione perversa della politica. Noi abbiamo dimostrato, attraverso una candidata autorevole, che il consenso può e deve essere innanzitutto trovato tra la gente. Se avviene così, come è avvenuto in questo caso, è un bene anche per il Pd”.
Il segretario regionale del Pd Raciti ha parlato oggi di una possibile sfiducia nei confronti di Crocetta. Lei che ne pensa?
“Io credo che non sia il momento di parlare di 'strumenti' per porre fine alla legislatura. A Crocetta stiamo dando una scadenza chiara. Entro dieci giorni ci dica come intende, e con quali scadenze, compiere le riforme che abbiamo indicato. E anche con quale maggioranza intende farlo. Io spero che le risposte arrivino. Se non dovesse accadere, sfiducia o meno, non si può che tornare immediatamente al voto”.
In che senso?
“Il premier ha compiuto scelte che gli hanno certamente messo contro tanti burocrati. Ma la gente alla fine, e lo ha dimostrato col voto, è stata dalla sua parte. Crocetta metta fine a promesse e slogan. E lavori a una cronologia seria e credibile degli interventi”.
Queste riforme di cui lei parla possono essere compiute con questa squadra di governo?
“Quello poi si vedrà. L'eventuale sostituzione di qualche uomo, è un fatto secondario. Non mi interessa parlarne adesso”.
Intanto, domani migliaia di lavoratori protesteranno contro questo governo. Alcuni errori dell'esecutivo hanno lasciato tanti siciliani senza stipendio.
“Anche su questo punto dobbiamo essere meno ipocriti. Continuiamo a tenere in piedi un sistema di pura sussistenza. L'approvazione della Finanziaria non risolverà nulla. Non illudiamo questa gente. Anzi, ai tanti siciliani che protestano va spiegato che per questa volta si proverà a trovare una soluzione. Ma anche che si tratterà dell'ultima volta. Tutto dovrà cambiare”.
Lei non vuole parlare dei risultati dei candidati alle Europee. Ma uno di questi merita forse un'attenzione particolare. Michela Giuffrida era sostenuta da Articolo 4. Movimento guidato da Lino Leanza. È possibile pensare a questo exploit della giornalista come il punto di partenza per un rapporto più “stabile” tra il Pd e il soggetto politico fondato dal deputato catanese?
“Certamente l'ottimo risultato elettorale di Michela Giuffrida dà una dimostrazione concreta del modo in cui noi vogliamo costruire un rapporto con le forze moderate. Chi pensa, infatti, che questo rapporto possa essere il frutto di alchimie compiute magari tra gli scranni dell'Ars, ha una visione perversa della politica. Noi abbiamo dimostrato, attraverso una candidata autorevole, che il consenso può e deve essere innanzitutto trovato tra la gente. Se avviene così, come è avvenuto in questo caso, è un bene anche per il Pd”.
Il segretario regionale del Pd Raciti ha parlato oggi di una possibile sfiducia nei confronti di Crocetta. Lei che ne pensa?
“Io credo che non sia il momento di parlare di 'strumenti' per porre fine alla legislatura. A Crocetta stiamo dando una scadenza chiara. Entro dieci giorni ci dica come intende, e con quali scadenze, compiere le riforme che abbiamo indicato. E anche con quale maggioranza intende farlo. Io spero che le risposte arrivino. Se non dovesse accadere, sfiducia o meno, non si può che tornare immediatamente al voto”.
Fonte: livesicilia.it
La nota del Blog:
On. Faraone, ma cosa volete fare dei forestali? Noi ancora non l'abbiamo capito!
Possiamo sapere cosa significa che i forestali avranno un compito produttivo in base a necessità e competenze? Ma Lei lo sà che il Suo partito in data 9 gennaio 2014 ha promesso il riordinio del settore?
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