Variazioni bilancio 2014, il gioco
delle tre carte. Tutti i buchi…
Dopo un paio di mesi di attesa che
hanno lasciato con il fiato sospeso decine di migliaia di famiglie, la
giunta regionale ha presentato all’Ars un disegno di legge di variazioni al bilancio di previsione 2014.
Si tratta di una sorta di legge finanziaria bis, resa necessaria dalla
maxi impugnativa del Commissario dello Stato sulla legge finanziaria per
il 2014: ben 34 articoli, di cui 16 con la motivazione di inadeguata
copertura finanziaria. Ciò ha comportato, come è ormai prassi
consolidata da parte dell’Ars, l’impegno al Presidente della Regione di
pubblicare la legge senza le parti impugnate. Il risultato, tuttavia, è
stato che dal bilancio sono sparite previsioni di spesa per circa 500
milioni di euro che finanziavano le più disparate finalità, dai
forestali ai precari della Regione, dai teatri alle società sportive.
Anche se l’impugnativa non è la peggiore decisa da un Commissario dello Stato,
essa è significativa ed innovativa, perché per grande parte motivata
dal disordine finanziario della Regione e dalla copertura di molte
previsioni di spesa in modo non “credibile, sufficientemente sicura ed
ancorata a criteri di prudenza, affidabilità e appropriatezza”. Non
solo, la copertura finanziaria a diverse disposizioni è stata ritenuta
non ancorata, come vuole la legge di contabilità a “nuove o maggiori
entrate o a riduzioni di spese”, uniche modalità ammesse per coprire
nuove o maggiori spese e riduzioni di entrate.
Ci si sarebbe aspettato, di conseguenza,
che nella relazione che accompagna il disegno di legge il governo della
Regione illustrasse chiaramente come ha inteso rispondere alle
questioni sollevate dal Commissario dello Stato, spiegando quali
coperture finanziarie, adeguate e certe, abbiano i 500 milioni di spesa
riproposti, anche se con alcune modificate destinazioni. Alla
impugnativa invece non si fa alcun riferimento, mentre la copertura,
secondo il disegno di legge, sembrerebbe essere in “re ipsa”, derivando
dai risparmi (sic) ottenuti nel bilancio 2014 a seguito della
impugnativa. Il circuito che ne deriverebbe sarebbe questo: si stanziano
dei soldi, il Commissario dello Stato impugna la legge perché non c’è
copertura finanziaria, si ripropone un nuovo disegno di legge con cui si
stanziano gli stessi soldi, e la copertura viene trovata nel fatto che
con la precedente legge non è stato possibile spenderli per via della
impugnativa. Se così è, dobbiamo dedurne che ha sbagliato il Commissario dello Stato.
O sbaglia adesso il governo?
Le novità dell’attuale disegno di legge
consistono piuttosto nel fatto che vengono ridotte tutte le voci di
spesa, per potere stanziare 100 milioni per l’incremento del fondo
destinato a fare fronte alla montagna di residui attivi presenti nel
bilancio della Regione a rischio di inesigibilità, e destinare 97
milioni al fondo per le regolazioni contabili, sostanzialmente i soldi
che lo Stato restituisce ai cittadini risultati a credito di imposta.
Entrambi i fondi, secondo l’impugnativa del Commissario dello Stato (e
la relazione della Corte dei Conti del 2013), erano gravemente
sottodotati esponendo così a rischio le finanze regionali.
A dire il vero, i 100 milioni stanziati per il fondo svalutazione dei residui attivi
sono una goccia nel mare, perché i residui attivi a rischio di
inesigibilità nel bilancio della Regione ammontano a più di 4 miliardi
di euro. La loro permanenza nei conti falsifica gravemente le poste di
bilancio, sia per quanto riguarda il conto patrimoniale, sia per quanto
riguarda l’avanzo di amministrazione che, se è positivo (anzi che
negativo come dovrebbe essere senza i residui attivi inesigibili),
determina disponibilità contabili a cui non corrispondono però entrate
reali. In questo modo si creano per mancanza di liquidità squilibri di
bilancio e tensioni che fanno ritardare oltre misura i pagamenti verso
le imprese ed i cittadini creditori.
A tale proposito va segnalato come la Cassa Depositi e Prestiti abbia bloccato l’erogazione del mutuo di 373 milioni
chiesto dalla Regione a valere sul bilancio 2013 e, di conseguenza,
anche quello di 90 chiesto sul bilancio 2014. Ciò in conseguenza della
mancata approvazione della legge che consente alla Regione di stipulare
un mutuo di circa un miliardo necessario per fare fronte ai debiti
contratti dalla P.A. regionale.
Vale la pena di rammentare che il mutuo
del 2013 deve essere stipulato entro il termine di presentazione del
rendiconto 2013 alla Corte dei Conti e che tale termine è prossimo alla
scadenza.
27 Marzo 2014
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