Ricevo e pubblico
dalla Segreteria Regionale
UGL
Piattaforma Propositiva U.G.L.
AgroAlimentare
per
il riordino del settore Forestale in SICILIA
PREMESSA
Con la presente proposta intendiamo partecipare e dare il nostro contributo al confronto aperto sul futuro del comparto per individuare una linea comune di interventi finalizzati a dare una svolta, in termini di crescita, sviluppo e miglioramento delle condizioni lavorative dei forestali, al settore Agroforestale Ambientale.
È nostro
intento collaborare alla costruzione di solide basi per realizzare un sistema
regionale capace di garantire la qualità del territorio, e nel frattempo di
utilizzare al meglio le opportunità di sviluppo e di occupazione derivanti
dalla sua valorizzazione.
Attualmente il comparto forestale
è di circa 24.000 di tutti gli
addetti, 10.000 circa effettuano 78 giornate di lavoro annuo, 9.000 effettuano
101 giornate annuo, 4.600 effettuano 151 giornate annuo e 1.400 sono a tempo
indeterminato, ogni anno il bacino dei forestali si
assottiglia di almeno 600 settantottisti per via del pensionamento.
La
superficie boscata è passata da 350 mila ettari a 510 mila attuali oltre
288 mila ettari di boschi storici, 5 Parchi e 79 Riserve Naturali esistenti
nelle 9 provincie siciliane.
Le continue
alluvioni incidono pesantemente sul 77 per cento del territorio siciliano a
rischio di dissesto idrogeologico.
Si potrebbe
risparmiare, per esempio, sul costo delle consulenze esterne come la
lavorazione delle buste paghe e modelli Cud, con l’utilizzo del personale
interno e/o dei forestali con i requisiti e le capacità necessarie, si
potrebbero inviare le buste paghe on-line.
Citiamo
alcuni dei nostri obiettivi:
- stabilizzare il personale a tempo determinato e
migliorare le condizioni lavorative;
- migliorare il livello di protezione dal rischio
ambientale;
- mantenere l’efficienza delle opere di sistemazione e di
bonifica;
- recuperare l’ambiente naturale;
- migliorare l’efficienza a fini produttivi e turistico
ricreativo del sistema forestale;
- allargare le potenziali sfere d’intervento per la forza
lavoro forestale, anche attraverso iniziative di formazione ed esplorando
sinergie con settori affini come:
- la riqualificazione ambientale;
- la produzione legnosa e la fruizione turistica del
bosco;
- la manutenzione, la prevenzione degli incendi, la
pulitura e manutenzione delle autostrade, delle strade provinciali, comunali,
interpoderali, manutenzione del verde pubblico, giardini pubblici, parchi
archeologici, bordi dei fiumi, torrenti e canaloni di scolo in totale abbandono
da diversi anni.
Da questo
utilizzo razionale del personale forestale ne trarrebbero beneficio sia i
lavoratori, che verrebbero utilmente impiegati in attività utili che gli enti
gestori dei beni interessati, i quali da diversi anni non riescono ad
assicurare la manutenzione dei cigli stradali, dei parchi pubblici e dei siti
archeologici.
In questa
prospettiva è possibile individuare occasioni di lavoro alternative per gli
attuali operai idraulico-forestali non solo allo scopo di ridurre il loro
numero complessivo entro livelli sostenibili di costi per il bilancio
regionale, ma soprattutto allo scopo di realizzare occasioni di occupazione non
assistita e congruente con le esigenze di sviluppo, in sintonia con i dettami
dell’Unione europea.
La
realizzazione delle opere previste dalla presente proposta potrà senza dubbio
portare, insieme alla riduzione delle attività in gestione diretta, alla
crescita di nuove opportunità imprenditoriali e di occasioni occupazionali
anche a forte contenuto innovativo.
Si citano, in tal senso,
alcuni esempi:
a. razionalizzazione
delle risorse idriche;
b. difesa
del suolo dai dissesti;
c. bonifica
dei siti inquinanti;
d. sviluppo
percorsi turistici ambientali;
e. valorizzazione
dei beni culturali;
f. creazione
di parchi archeologici;
g. produzione
di energia di fonti rinnovabili (biomasse);
h. riqualificazione
urbana.
E’
possibile, crediamo, creare un circolo virtuoso “fiducia-crescita-lavoro”, che
possa essere alla base della crescita economica.
E’
questo il contributo che intendiamo dare con la nostra proposta, senza pretese
di onnicomprensività, ma sottolineando la forte trasversalità delle politiche
per l’occupazione ed evidenziando l’inscindibile nesso tra le politiche per il
lavoro e le politiche per lo sviluppo.
Su tale
terreno, le nostre idee sulla Forestazione, incidendo direttamente sugli
investimenti e quindi sulla qualità dell’impegno delle risorse per lo sviluppo,
possono determinare un apporto ed una ricaduta significative, nella convinzione
che l’occupazione aggiuntiva e non assistenziale si determina solo alla
presenza di fatti economici nuovi, strutturali, di rilancio delle politiche
degli investimenti e di individuazione di specifiche nicchie di mercato, a
favore di una visione integrata e coordinata degli investimenti, degli elementi
di pianificazione e delle risorse.
Per
conseguire tali obiettivi strategici, però, la nostra proposta ha bisogno di
coerenze sul piano programmatico e di unitarietà di intenti, tra i vari
soggetti individuati.
La proposta
di un Piano di interventi, che indichi con chiarezza azioni, risorse,
strumenti, che sia approfonditamente discusso e confrontato con tutti i livelli
istituzionali – regionali (assessorati
agli Enti locali, Agricoltura, Territorio ed Ambiente, Beni culturali e
Lavoro), locali (comuni e province) e nazionali (Ministeri del Welfare, Politiche Agricole e
forestali e Beni Culturali) – e con le forze sociali senza preclusioni
alcune a chi si colloca in quest’orizzonte politico
strategico.
Ci auguriamo,
e speriamo che la Regione
ritenga prioritari, in termini di emergenza assoluta e di rilievo, i punti
espressi a garanzia della tenuta del comparto sia in termini
economico-produttivi che sociali. E l’auspicio della nostra Organizzazione
sindacale, trova forza e consapevolezza soprattutto dopo gli eventi disastrosi
e luttuosi di questi ultimi anni con alluvioni e nubifragi in quasi tutte le
province siciliane con conseguenti danni ingenti e vittime, come l’alluvione
del 01.10.2009 dove le squadre antincendio boschivo sono state utilizzate in
operazioni di Protezione Civile con ottimi risultati nelle operazioni di
soccorso alle popolazioni di Giampilieri, Molino, Altolia, Scaletta e Noto nel
2014.
Testimonianza di come non si
possa più perdere tempo e si debba mettere mano ad una seria e concreta
riorganizzazione del settore.
Noi siamo per il modello che
ha portato, per esempio, cittadini, turisti e stranieri a fruire con sicurezza
ed ordine il Teatro greco di Siracusa, invidiato in tutto il mondo, E questo è
stato possibile in virtù di una convezione stipulata sul territorio tra la Soprintendenza ai
beni culturali di Siracusa e l’Azienda foreste demaniali provinciale.
Ed è per tutte le suesposte
considerazioni che proponiamo:
1) la
manutenzione costante del territorio siciliano e la forestazione delle aree a
rischio, svolgendo in stretta sinergia con l’istituzione preposta, compiti di
protezione civile atti alla salvaguardia del territorio, delle risorse idriche
ma soprattutto garantendo l’incolumità e la sicurezza dei cittadini tutto
l’anno, ventiquattro ore al giorno con la creazione di squadre di protezione
civile stabili, utilizzando il personale dell’antincendio boschivo ed
includendo quelli già in servizio presso il dipartimento protezione civile. Creare
attraverso il personale forestali il ruolo di guardie forestali ausiliarie,
visto che le squadre antincendio boschivo regionali, formate da operai
forestali assunti a tempo determinato, sono risultate particolarmente adatte
allo svolgimento delle operazioni di bonifica (cioè estinzione definitiva di
tutti i focolai periferici o perlomeno a rischio di ripresa, siti nell'area
incendiata), nonché alle operazioni di sorveglianza e pattugliamento del
territorio durante i periodi di elevata pericolosità d'incendio (in ausilio
alle pattuglie dei comandi stazione dei distaccamenti);
2)
2) allargare le potenziali sfere d’intervento per la
forza lavoro forestale, anche attraverso iniziative di formazione ed esplorando
sinergie con settori affini come la riqualificazione ambientale, la produzione
legnosa e alla fruizione turistica del bosco, la manutenzione, prevenzione
degli incendi, la pulitura e manutenzione delle autostrade, delle strade
provinciali, comunali, interpoderali, manutenzione del verde pubblico, giardini
pubblici, parchi archeologici, bordi dei fiumi, canaloni di scolo in totale
abbandono da diversi anni. Da questo utilizzo razionale del personale forestale
(operai utilizzati dal dipartimento Azienda Forestale) ne beneficierebbero i
lavoratori poiché impiegati in attività utili e gli enti gestori dei beni
interessati i quali da diversi anni non riescono ad assicurare la manutenzione
dei cigli stradali , dei parchi pubblici e dei siti archeologici;
3) Riprendere i contatti, per un accordo tra Inps e
Ministero del Welfare per utilizzare le somme erogate sotto forma di indennità
di disoccupazione agricola al fine di procedere alla stabilizzazione dei
Lavoratori.
Affinché tali opportunità si traducano in
reali condizioni di crescita e miglioramento del servizio di affiancamento alla
protezione civile, occorre agire su un insieme complesso di fattori politici,
istituzionali, economici, sociali e utilizzare in modo coordinato le leve, le
risorse e gli strumenti a disposizione.
Occorre, in
primo luogo superare l’immagine di una Regione che drena risorse esterne senza
produrne di proprie, che vive sull’assistenzialismo, che perpetua
un'inefficiente amministrazione del denaro pubblico - a partire dalle risorse
comunitarie - che non è complessivamente in grado di offrire al sistema
nazionale delle imprese e ai potenziali investitori condizioni di sicurezza
sufficienti a indurre nuovi insediamenti.
Occorre, al contrario,
realizzare la massima apertura del sistema regionale – pubblico e privato -
alle reti esterne dell’innovazione, della ricerca e della conoscenza,
valorizzando nello stesso tempo l’identità regionale e le potenzialità
endogene, facendone un fattore di attrazione di risorse e di competenze.
Bisogna creare
un clima di fiducia che rinsaldi il rapporto tra Istituzioni e cittadini, che
ponga fine ad immagini di accesa concorrenzialità o di incomunicabilità tra i
diversi livelli istituzionali, ognuno impegnato in una logica autoreferenziale,
a difendere i propri spazi di autonomia e che dia certezze agli operatori
economici, che chiami i cittadini e i giovani ad operare per il cambiamento.
La
produttività del lavoro forestale è fondamentale. L’interesse che noi tutti
abbiamo è quello di cominciare seriamente a pensare non solo a Kyoto, non solo
alle percentuali di forestazione esistenti, non solo ai rischi incendi, ma di
pensare in maniera diversa una politica per la montagna e per il nostro verde,
per il nostro patrimonio arboreo.
L’Ugl
vuole realmente operare percorsi di
stabilizzazione, percorsi che riguardano anche il lavoro a tempo indeterminato,
in servizi che si ritenga siano veramente essenziali e di pubblica utilità.
Infine, per
evitare facili strumentalizzazioni verso la nostra proposta, condivisa e
sostenuta dai lavoratori che rappresentiamo, vogliamo ribadire ulteriormente
che la stabilizzazione dei lavoratori chiamati volgarmente forestali si può
realizzare con la concertazione e tra i vari assessorati regionali Risorse
agricole e forestali, Territorio ed ambiente, Turismo, Trasporti, Protezione
civile, Beni culturali e gli Enti locali.
Nell’immediato, a percorso di
riforma avviato ed al fine di fornire esaustive risposte all’emergenza, Ugl chiede al Governo regionale di volere
rispettare l’accordo del 14 maggio 2009.
A tal fine si propone la rideterminazione dei contingenti in 4 fasce:
1. Lavoratori a Tempo
indeterminato ex articolo 46 della legge
regionale n.16/96,
2. Contingente a 181
giornate ex art 46 della legge regionale n.16/96,
3. Contingente a 151
giornate ex art 46 della legge regionale n.16/96,
4.
Contingente a 101 giornate ex art 46 della legge
regionale n.16/96.
1) Il
contingente Lavoratori tempo indeterminato (Lti) viene ridefinito da 1.400 a 2.000 unità ed è
composto prioritariamente da tutti gli attuali Lti ex legge regionale n.16/96,
da quelli ex comma 2 ed 11 della’articolo 44 della legge regionale n.14/06.
Successivamente
entro il mese di febbraio di ogni anno, con provvedimento amministrativo,
proponiamo che possa procedersi all’incremento del contingente e alla sua
ripartizione per provincia, su proposta dell’Osservatorio regionale paritetico
del lavoro.
Detto incremento
potrà essere determinato in stretto riferimento alle unità fuoruscite dal
settore.
Le commissioni Manodopera
agricola (Moa) provinciali procederanno entro il successivo mese di marzo ad
aggiornare per scorrimento l’elenco speciale provinciale.
2) Il
contingente a 181 giornate è determinato dalla dotazione di cui ex L.r. 16/96
art. 46 lett. b.
3) Il
contingente a 151 giornate è composto dai rimanenti 151nisti e integrato da
tutti gli attuali 101nisti ex art 46
L.r. 16/96 e 14/06.
4) Il
contingente a 101 giornate è composto dall’attuale a 78 giornate ex art 49
della legge regionale n.16/96 e 14/06.
Al completamento
dei posti resisi liberi nei vari contingenti, come rideterminati con la citata
legge 16/96 e la successiva la n.14/06, si potrà procedere attraverso turn-over
automatico con scorrimento dal contingente immediatamente inferiore a quello
superiore.
Il lavoratore
ogni anno dovrà presentare all’UPL e alla Commissione MOA provinciale anche
tramite Centro per l’Impiego dichiarazione attestante l’assenza di elementi di
incompatibilità con la permanenza nell’elenco speciale; indicando anche un
massimo di due qualifiche in aggiunta a quella di lavoratore forestale. In
carenza di presentazione della dichiarazione il lavoratore non potrà essere
avviato o immesso al lavoro.
Modalità di
avviamento
Ugl è contraria
alla chiamata diretta da parte del Cpi di appartenenza, riteniamo che nell’era
digitale si possano trovare strumenti alternativi trasparenti ed efficaci.
Palermo, 07/03/2014
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