Con l’approvazione della legge di Riforma delle Province ieri sera poco dopo le 21,30, si chiude un’era della stagione Crocetta ed il Presidente porta a casa un risultato spendibile mediaticamente almeno per altri 6 mesi e da utilizzare “a futura memoria” dell’attività riformista del suo governo ma si apre anche la strada per il Crocetta 2.0 per utilizzare un modo di dire in voga in questi anni.
La Riforma, seppure resta una mera enunciazione di principio, una legge che si è limitata a cassare gli organi elettivi delle Province e a cambiarne il nome, a che è priva di contenuti amministrativi, è stata approvata. In questa assurda corsa la Sicilia è arrivata prima in assoluto in Italia e questo è un risultato che nessuno può negare e che Crocetta spenderà tante e tante volte.
Per far passare questa legge, però, si è dovuto lasciar spazio anche ad ordini del giorno (gli ultimi due sono del Pd) che di fatto impegnano i Commissari a mantenere le partecipazioni delle Province nelle società partecipate e a garantire altre attività.
Di fatto, in via amministrativa, non cambia nulla. L’unico risparmio è rappresentato da elezioni che non si faranno e da consigli provinciali e giunte che non ci saranno anche se per capire che forma avranno i Liberi consorzi, quanti saranno e come si organizzeranno bisognerà aspettare ancora sei mesi.
Per comprendere quanto costeranno queste nuove macchine amministrative (ed è difficile immaginare che siano costi contenuti), invece ci vorrà almeno un altro anno. Intanto la “longa manus” regionale continuerà a gestire tutto attraverso commissari almeno fino ad ottobre (anche qua c’è da scommettere sul fatto che il Commissariamento superi abbondantemente il 2014).
In attesa che il Commissario dello Stato vagli questa Riforma per Crocetta si aprono altre partite ad iniziare dalla Finanziaria bis. La manovra. che deve mettere le pezze all’impugnativa di Aronica che ha paralizzato le finanze regionali, dovrebbe essere pronta entro due giorni secondo gli impegni presi dal governatore ieri con i sindacati dei forestali. Un impegno difficile da mantenere.
Anche in questo caso servono numeri per portare a casa la norma economico finanziaria e stavolta sarà difficile che Crocetta possa contare sulla stampella Movimento 5 stelle.si perché tolti i voti dei grilli la Riforma sarebbe forse passata ugualmente ma con una maggioranza talmente risicata da rischiare anche al voto finale.
Insomma a ben vedere anche questa non è proprio la Riforma di Crocetta ma piuttosto la legge “zoppa” dei 5 stelle. Zoppa perché sono state cassate in extremis alcune modifiche pentastellate grazie al colpo di mano dell’ultima ora da parte del governo, ma zoppa anche perché parecchi deputati 5 stelle pagheranno caro in termini di consenso elettorale questa scelta.
Tornando alla finanziaria bis, bisognerà dunque trovare una maggioranza intorno a questa norma urgente ma difficile perché la coperta è sempre più corta, insomma non ci sono soldi. I voti  Crocetta dovrà trovarli negli alleati che, però, ormai da mesi chiedono il rimpasto.
La partita che si apre adesso è complessa. Sul piatto c’è la finanziaria bis ma ci sono anche il 19 manager della sanità (il ventesimo ovvero il direttore generale del 118 è stato già nominato al termine di una partita vinta dall’assessore Lucia Borsellino rispetto alle pressioni di Palazzo che non volevano Angelo Aliquò in quel posto ad iniziare dagli amici della potente segretario generale Patrizia Monterosso).
Dunque potrebbe succedere proprio quello che Crocetta ha sempre detto di voler evitare. Nei conti per il rimpasto potrebbero entrare anche posti che rappresentano, da sempre, appetibili incarichi di sottogoverno, anzi qualcosa di più.
In materia di rimpasto c’è da rifare equilibrio in giunta dove una forza come l’Udc, originariamente secondo partito della maggioranza, ha perso per strada tanti pezzi ma conta ancora 3 assessori ed il Presidente dell’Ars e minaccia di passare al centro destra a livello nazionale (chiedendo spazio per Ndc anche a livello locale) mentre altre neonate forze crescono, votano e chiedono spazio.
In realtà l’Udc ha fatto pesare il suo presidente dell’Ars in sede di voto e questo non potrà non essere preso in considerazione. Senza il sì della presidenza agli emendamenti ex articolo 117, ben 21 e tutti del governo, sarebbe stato impossibile il colpo di mano finale che modificato nuovamente la Riforma, ma gli altri hanno garantito i voti ed anche questo peserà
Una partita su tre binari che si apre oggi e che durerà non poco per uscire indenni dalla quale Crocetta potrebbe scegliere la via usata tante e tante volte: quella del rinvio.

12 Marzo 2014
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