Forestali, allevatori, sindaci manovra ferma, parte la rivolta
Tardano stipendi e contributi. Questa mattina corteo organizzato da Cgil, Cisl e Uil da piazza Marina a Palazzo d'Orleans
di CRISTOFORO SPINELLA
La manovra-bis non c'è ancora, ma la lista dei sacrifici continua ad allungarsi. Forestali e teatri, Comuni e cooperative sociali, partecipate ed enti della ex Tabella H. Mentre ancora a Palazzo d'Orleans si discute di come far quadrare i conti di una Finanziaria che sbloccherà 300 milioni rispetto ai 500 congelati dal commissario dello Stato, cresce il malcontento. Se per gli stipendi, che non potranno essere pagati prima di aprile, verrà garantito l'80 per cento delle risorse iniziali, per i contributi al sociale la copertura sarà solo della metà. Una coperta cortissima che in queste settimane spingerà in piazza migliaia di persone. Anche perché l'atteso faccia a faccia tra governo e sindacati è stato rinviato a giovedì pomeriggio. "Ancora non abbiamo certezze sulle cifre dei tagli né sui circa cento capitoli di spesa azzerati", spiega il segretario regionale della Cgil, Michele Pagliaro.
FORESTALI IN PIAZZA. I primi a farsi sentire saranno oggi i lavoratori del comparto agricolo: forestali, allevatori, Consorzi di bonifica, Esa, Istituto regionale zootecnico. Un corteo, organizzato a Palermo da Cgil, Cisl e Uil, partirà questa mattina da piazza Marina per arrivare a Palazzo d'Orleans. Protesta che i sindacati prevedono molto partecipata perché "il disagio è diventato fortissimo". Rispetto allo scorso anno, mancheranno tra 50 e 60 milioni di euro per gli stipendi di oltre 26 mila lavoratori. "Questa manifestazione rischia di fare da apripista a una situazione esplosiva", suggerisce Pagliaro. "Per i forestali chiediamo al governo di usare i fondi europei - incalza il segretario regionale della Cisl, Maurizio Bernava - quest'anno ormai il bilancio è compromesso. L'unica soluzione è un provvedimento che sblocchi crediti delle imprese, cassa integrazione in deroga, edilizia scolastica".
TEATRI, GIÙ IL SIPARIO. Alla prossima Finanziaria molti teatri potrebbero non arrivarci. È l'allarme lanciato dalla Fondazione Orestiadi di Gibellina, destinata a chiudere se verrà confermato il taglio della metà dei trasferimenti regionali, fermi a 200 mila euro. Il teatro Biondo non ha ancora definito il prossimo cartellone, anche perché finora gli stipendi dei 50 dipendenti li ha pagati solo con un'esposizione bancaria. La Spoon River della cultura potrebbe dunque arricchirsi, dopo che il sipario è già calato da un anno al teatro Vittorio Emanuele di Messina. In crisi è anche la Sinfonica, che ha un debito di oltre sette milioni di euro e non paga i 154 dipendenti da due mesi.
COOP SOCIALI ALLE CORDE. In stato di agitazione contro uno stanziamento fermo a 7,5 milioni di euro sono le cooperative sociali. Una cifra con cui difficilmente riusciranno ad andare avanti le 400 comunità alloggio per disabili psichici e le 330 in cui vengono accolti i minori, mettendo a rischio 7 mila posti di lavoro. "Così i disabili psichici finiranno in ospedale, con un costo di 700 euro al giorno rispetto ai 70 delle
comunità - spiega la responsabile della Lega delle cooperative sociali, Angela Peruca - A fronte di un fabbisogno di 30 milioni di euro, l'anno scorso ne avevamo 10. Ma c'erano le risorse dei Comuni che oggi mancano".
COMUNI, INCUBO TASSE. Quello degli enti locali è l'altro punto dolente. La riduzione dei trasferimenti è in totale di 100 milioni di euro. Da distribuire fra i Comuni con più di 5 mila abitanti (quelli più piccoli hanno fondi a parte) restano quindi 80 milioni. "A pagare il conto saranno i cittadini, perché i tagli più pesanti riguarderanno i servizi sociali - dice il segretario dell'Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano - Oggi a preoccupare di più è il costo del servizio rifiuti: i sindaci saranno costretti ad alzare in modo significativo la nuova tassa".
11 Marzo 2014
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