DISTRETTO SUD-EST E PIANI DI AREA VASTA: UN'OPPORTUNITÀ DA NON PERDERE
Rosaria Rotolo: "Il Distretto del SudEst, i progetti di “Area vasta” e il coordinamento dei Comuni siciliani Unesco costituiscono
un metodo innovativo di programmazione e sviluppo e rappresentano
un’opportunità di sviluppo integrato e di governo del territorio"
Il Distretto del SudEst, la convenzione firmata a Catania alla
presenza del Capo dello Stato, e i progetti di “Area vasta”
costituiscono un metodo innovativo di programmazione e sviluppo. Assieme
al coordinamento dei Comuni siciliani Unesco, che ha visto la nascita
anch’esso a Catania, rappresentano un’opportunità di sviluppo integrato e
di governo del territorio che non può che avere ripercussioni positive,
in chiave anti-crisi, sulla crescita e sull’occupazione. Da rendere
immediatamente concreta, per mettere fine all’emorragia di perdita di
posti di lavoro negli ultimi quattro anni.
È la sinergia che la Cisl auspica da tempo: la collaborazione organica tra territori, tra istituzioni e società organizzata, che superi la frammentazione e ragioni, finalmente, in termini di bene comune.
Oggi, infatti, c’è bisogno di svolte e decisioni coraggiose: c’è bisogno di mettersi insieme, imprese, sindacati e istituzioni, per fare rete, costruire filiere e fare squadra, con iniziative innovative che consentano di accedere ai fondi europei con progetti strutturali, spendibili e produttivi dal punto di vista occupazionale.
Dai contenuti di tali progetti, infatti, scaturiranno finanziamenti europei da destinare al potenziamento della rete infrastrutturale e alla promozione turistica. Una moderna rete infrastrutturale rappresenta uno dei principali “driver” di sviluppo di un territorio per renderlo competitivo e “appetibile” agli investimenti, fruibile per la mobilità di passeggeri e di merci.
Il Distretto costituito tra le province di Catania, Ragusa e Siracusa, è un territorio che ha un tasso di infrastrutturazione la cui potenzialità va meglio sfruttata, con un’ottica di integrazione e completata in una rete di porti, aeroporti, interporti e altri collegamenti: il sistema aeroportuale Catania-Comiso; i porti di Catania, Riposto, Augusta e Pozzallo; l’interporto di Catania, la Metropolitana.
La parte orientale dell’Isola ha sempre rappresentato la zona più vivace dal punto di vista dell’imprenditoria di eccellenza: c’è l’hi-tech di Catania, l’agroalimentare di Ragusa e Siracusa, il polo industriale della zona nord del Siracusano. Zone che hanno bisogno di filiere produttive efficienti, di logistiche razionali e non penalizzanti.
Azioni nette per contrastare la fuga dei nostri cervelli, con interventi per ancorare le importanti realtà industriali presenti nella produzione di microelettronica e lo sviluppo della produzione di pannelli fotovoltaici.
Vanno incentivate le reti tra aggregazioni di produttori locali, in particolare nel settore agricolo, e le reti tra produzione locale, industria alimentare e grande distribuzione. Per far recuperare valore, accrescere la quantità di prodotto, anche trasformato, e poter competere con i mercati internazionali.
E poi c’è il turismo, con la sua filiera che va dall’accoglienza all’offerta enogastronomica, dalla fruizione del patrimonio naturalistico a quello culturale.
Le province di Catania, Siracusa e Ragusa devono diventare davvero un polo di attrazione per chi visita la Sicilia orientale, in quanto possiedono un patrimonio artistico e ambientale con altri esempi d’eccellenza: l’Etna e il barocco catanese; la produzione artistica dei teatri Massimo, Stabile e del Teatro greco; la costa ionica e le sue bellezze paesaggistiche; le riserve naturali marine e i boschi montani.
Le tre province del SudEst siciliano stanno lavorando assieme su altri due fronti: il progetto “Cultura in movimento” e il coordinamento dei Comuni siciliani iscritti all’Unesco. Quest’ultimo è un evento importante sia come atto politico-amministrativo, sia come scelta di responsabilità sociale e prospettiva di crescita. La cultura, cioè, al pari di altri settori economici e produttivi, può e deve rappresentare una grande opportunità di rilanciare e sfruttare le potenzialità del Sudest, per dare lavoro e produrre sviluppo.
La Sicilia orientale e le sue città possono diventare luoghi in cui, mentre i cittadini del mondo leggono la fitta trama di culture e civiltà che hanno creato i nostri tesori d’arte, riscoprendo i sentieri su cui ha camminato tanta parte della civiltà umana, possono fornirci occasioni di riscatto dal bisogno di lavoro in cui versiamo e, parimenti, risorse per una vita più ordinata e serena delle nostre comunità.
Sono esempi che dicono chiaramente come sia possibile realizzare una collaborazione su iniziative di qualità, per attirare risorse e investimenti e per rilanciare il Sudest. Solo con azioni strategiche di tale tipo è possibile affrontare la programmazione dei fondi sia nazionali sia europei 2014-2020 e anche di collegarsi all’Expo 2015. Una sinergia che aiuta a fare in modo che la politica e i governi a tutti i livelli mettano finalmente al centro l'economia e lo sviluppo sostenibile nel rispetto dei diritti di lavoratori e cittadini, come la Cisl chiede da tempo.
Ci sono dunque delle importanti opportunità da cogliere, e per questo la realizzazione del Distretto deve essere portata a buon fine al più presto. È una sfida fondamentale per i territori interessati, che potrebbe essere estesa anche oltre, e che permetterebbe di cambiare in poco tempo l’immagine della Sicilia orientale. La Cisl è pronta a offrire il proprio contributo. È attrezzata per costruire insieme proposte, percorsi e azioni concrete e innovative determinare insieme come fare a far ripartire crescita e lavoro produttivo.
È la sinergia che la Cisl auspica da tempo: la collaborazione organica tra territori, tra istituzioni e società organizzata, che superi la frammentazione e ragioni, finalmente, in termini di bene comune.
Oggi, infatti, c’è bisogno di svolte e decisioni coraggiose: c’è bisogno di mettersi insieme, imprese, sindacati e istituzioni, per fare rete, costruire filiere e fare squadra, con iniziative innovative che consentano di accedere ai fondi europei con progetti strutturali, spendibili e produttivi dal punto di vista occupazionale.
Dai contenuti di tali progetti, infatti, scaturiranno finanziamenti europei da destinare al potenziamento della rete infrastrutturale e alla promozione turistica. Una moderna rete infrastrutturale rappresenta uno dei principali “driver” di sviluppo di un territorio per renderlo competitivo e “appetibile” agli investimenti, fruibile per la mobilità di passeggeri e di merci.
Il Distretto costituito tra le province di Catania, Ragusa e Siracusa, è un territorio che ha un tasso di infrastrutturazione la cui potenzialità va meglio sfruttata, con un’ottica di integrazione e completata in una rete di porti, aeroporti, interporti e altri collegamenti: il sistema aeroportuale Catania-Comiso; i porti di Catania, Riposto, Augusta e Pozzallo; l’interporto di Catania, la Metropolitana.
La parte orientale dell’Isola ha sempre rappresentato la zona più vivace dal punto di vista dell’imprenditoria di eccellenza: c’è l’hi-tech di Catania, l’agroalimentare di Ragusa e Siracusa, il polo industriale della zona nord del Siracusano. Zone che hanno bisogno di filiere produttive efficienti, di logistiche razionali e non penalizzanti.
Azioni nette per contrastare la fuga dei nostri cervelli, con interventi per ancorare le importanti realtà industriali presenti nella produzione di microelettronica e lo sviluppo della produzione di pannelli fotovoltaici.
Vanno incentivate le reti tra aggregazioni di produttori locali, in particolare nel settore agricolo, e le reti tra produzione locale, industria alimentare e grande distribuzione. Per far recuperare valore, accrescere la quantità di prodotto, anche trasformato, e poter competere con i mercati internazionali.
E poi c’è il turismo, con la sua filiera che va dall’accoglienza all’offerta enogastronomica, dalla fruizione del patrimonio naturalistico a quello culturale.
Le province di Catania, Siracusa e Ragusa devono diventare davvero un polo di attrazione per chi visita la Sicilia orientale, in quanto possiedono un patrimonio artistico e ambientale con altri esempi d’eccellenza: l’Etna e il barocco catanese; la produzione artistica dei teatri Massimo, Stabile e del Teatro greco; la costa ionica e le sue bellezze paesaggistiche; le riserve naturali marine e i boschi montani.
Le tre province del SudEst siciliano stanno lavorando assieme su altri due fronti: il progetto “Cultura in movimento” e il coordinamento dei Comuni siciliani iscritti all’Unesco. Quest’ultimo è un evento importante sia come atto politico-amministrativo, sia come scelta di responsabilità sociale e prospettiva di crescita. La cultura, cioè, al pari di altri settori economici e produttivi, può e deve rappresentare una grande opportunità di rilanciare e sfruttare le potenzialità del Sudest, per dare lavoro e produrre sviluppo.
La Sicilia orientale e le sue città possono diventare luoghi in cui, mentre i cittadini del mondo leggono la fitta trama di culture e civiltà che hanno creato i nostri tesori d’arte, riscoprendo i sentieri su cui ha camminato tanta parte della civiltà umana, possono fornirci occasioni di riscatto dal bisogno di lavoro in cui versiamo e, parimenti, risorse per una vita più ordinata e serena delle nostre comunità.
Sono esempi che dicono chiaramente come sia possibile realizzare una collaborazione su iniziative di qualità, per attirare risorse e investimenti e per rilanciare il Sudest. Solo con azioni strategiche di tale tipo è possibile affrontare la programmazione dei fondi sia nazionali sia europei 2014-2020 e anche di collegarsi all’Expo 2015. Una sinergia che aiuta a fare in modo che la politica e i governi a tutti i livelli mettano finalmente al centro l'economia e lo sviluppo sostenibile nel rispetto dei diritti di lavoratori e cittadini, come la Cisl chiede da tempo.
Ci sono dunque delle importanti opportunità da cogliere, e per questo la realizzazione del Distretto deve essere portata a buon fine al più presto. È una sfida fondamentale per i territori interessati, che potrebbe essere estesa anche oltre, e che permetterebbe di cambiare in poco tempo l’immagine della Sicilia orientale. La Cisl è pronta a offrire il proprio contributo. È attrezzata per costruire insieme proposte, percorsi e azioni concrete e innovative determinare insieme come fare a far ripartire crescita e lavoro produttivo.
07 Marzo 2014
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