04 febbraio 2014

RABBIA A NOTO. ROBERTO PUNGINELLI DIRIGENTE FORESTALE: QUESTA E' UNA TRAGEDIA ANNUNCIATA, ABBIAMO INFORMATO TUTTI SU QUELLO CHE SUCCEDE QUANDO LE PRECIPITAZIONI AUMENTANO, MA NESSUNO E' MAI INTERVENUTO


Rabbia a Noto


Noto. Tanta rabbia e tanto sgomento per quella che ha tutte le sembianze di una tragedia annunciata. Ma soprattutto tanta incredulità per quel triste incrociarsi degli eventi. Così si è svegliata Noto ieri. Con la notizia dell'incidente e della morte delle tre vittime che si è diffusa sin dalle prime ore della mattina, richiamando sul luogo dell'incidente, non solo i famigliari dei coinvolti, ma anche un buon numero di curiosi. Un posto difficile da raggiungere, ma ben conosciuto: la pericolosità di quel guado era stata segnalata più volte. L'ingrossarsi del fiume Asinaro lo rendeva impossibile da attraversare con la macchina, nonostante si tratti dell'unico passaggio per raggiungere una schiera di circa venti abitazioni. Sul posto è stato un rincorrersi di indiscrezioni, di tentativi di ricostruire una vicenda che segnerà per sempre la comunità netina. Increduli i famigliari, che hanno aspettato fino a qualche minuto dopo le 12 per vedere i corpi delle vittime, poi trasportati a Siracusa. «Questa è una tragedia annunciata - ha gridato ad alta voce Roberto Punginelli, uno dei residenti oltre il guado e dirigente del Corpo forestale - Abbiamo informato tutti su quello che succede qui quando le precipitazioni aumentano, ma nessuno è mai intervenuto in maniera decisa. Abbiamo pagato concessioni edilizie e oneri di urbanizzazione, ma quando piove restiamo isolati. Adesso che ci sono stati tre morti, qualcuno dovrà pur prendersi le sue responsabilità, io ho tutte le segnalazioni conservate». Sul posto sono arrivati pure il sindaco Bonfanti e il comandante della Polizia Municipale Marescalco. La figlia di una delle vittime, arrivata a Noto da fuori città, sin da subito ha escluso la fatalità della tragedia, gridando anche ad alta voce. mentre Vigili del fuoco e Protezione civile recuperavano i corpi. «Uno dei sopravvissuti - ha raccontato uno dei presenti - era quasi riuscito ad acciuffare la bambina, ma l'acqua scorreva troppo forte e non ce l'ha fatta». «Siamo arrivati dopo le quattro, era buio e non si vedeva nulla - hanno detto i volontari della Protezione civile ricostruendo le concitate fasi dopo le segnalazioni giunte in centrale - Le ricerche sono iniziate subito, in attesa che arrivassero i sommozzatori». La notizia si è diffusa anche tramite i social network: molti utenti hanno listato a lutto le proprie bacheche, perché la tragedia di ieri ha colpito l'intera comunità netina.
Ottavio Gintoli


02 Febbraio 2014




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