28 febbraio 2014

PEZZO SULLA FORESTALE ESTRAPOLATO DALLA RELAZIONE DI TONINO RUSSO AL V CONGRESSO PROVINCIALE



Ricevo e pubblico 
da Tonino Russo
Segretario Prov. della Flai Cgil Palermo





Pezzo sulla forestale estrapolato dalla      
Relazione di Tonino Russo,
Segretario Generale della FLAI-CGIL di Palermo
al V Congresso provinciale
Palermo –“San Paolo Palace Hotel”
 19/ 20 febbraio 2014




Per quanto concerne il comparto forestale, da sempre riteniamo che  la funzione produttiva dei boschi assieme a tutte le altre importanti funzioni, come la mitigazione al cambiamento climatico, la tutela della biodiversità, la difesa idrogeologica, le attività turistico-ricreative, la filiera legno-energia, la salvaguardia e la valorizzazione del paesaggio, sono primarie e strategiche  per la nostra regione.
Una regione in cui, il dissesto idrogeologico, causato dalle  intensificazioni delle precipitazioni nei nostri territori, rappresenta una della più pericolose piaghe della nostra terra. Assieme all’avanzare di un processo repentino di desertificazione e del rischio costante di incendi di varia natura, quasi nella totalità dolosi e legati a speculazioni, che stanno degradando e modificando il territorio. Sistemare i danni causati dagli smottamenti ha un costo economico dieci volte superiore a quello per prevenirli. Per non parlare della perdita di vite umane, che non ha prezzo, ed a cui ogni anno assistiamo. Per questi motivi il lavoro dei forestali siciliani assume un valore ed un ruolo strategico e fondamentale per la nostra isola e per la nostra provincia, così come quello dei trattoristi dell’ESA.
Troppo spesso, e  a volte con cattiveria, i forestali siciliani sono stati travolti da una campagna denigratoria senza precedenti. Tacciati di solo spreco ed assistenzialismo. Si paragona la Sicilia alla Lombardia, mentre  quando in Agosto la nostra isola brucia , al nord l’erba è verde.  Anche l’ultima finanziaria regionale è stata oggetto di ulteriori tagli al settore, persino di istituti contrattuali come l’indennità chilometrica, poi impugnata dal Commissario dello Stato,  tagli operati sull’onda della caccia agli sprechi. Nessuno nasconde che il numero elevato dei forestali siciliani è frutto di politiche clientelari del passato, che hanno guardato alla speculazione elettorale  ed affaristica facendo leva su questo comparto. Per tali ragioni la FLAI ha sempre denunziato ed evidenziato  i veri sprechi, ma anche le grandi potenzialità e l’utilità di questo comparto.  Abbiamo sempre rivendicato un riordino serio e concreto di questo settore, una politica ambientale che sappia investire nell’ambiente e valorizzare le professionalità ed il grande patrimonio umano ed economico che sostiene migliaia di famiglie siciliane. Il Segretario Regionale  Totò Tripi, in una recente nota diramata agli organi di stampa, evidenziava come, in riferimento  al modo di interpretare i numeri, si costruiscono scandali mediatici. Infatti è vero che in Sicilia ci sono circa 25.000 forestali, di questi però circa 9.000 effettuano 78 giornate annue, circa 10.000 sono operai con 101 giornate annue, 4.600 effettuano 151 giornate, e solo 1.400 sono a tempo indeterminato. Il monte giornate complessivo effettuato da tutti i lavoratori equivale a poco più di 8.000 lavoratori a tempo indeterminato. Nessuno dice che questi lavoratori operano in  288.000 ettari di aree boscate, in cui esistono 5 parchi  e 79 riserve naturali. Nessuno dice che senza questa forza lavoro,  avremmo una regione ancora più brulla e più degradata, proprio a causa delle condizioni climatiche;  Per non parlare del valore sociale ed economico di questa attività, che ha evitato lo spopolamento dei nostri comuni, specie quelli interni, in cui i livelli di disoccupazione avrebbero raggiunto numeri devastanti. Per questo rivendichiamo un riordino concreto di questo settore, legato ad una politica seria di sviluppo  del comparto ambientale, come i paesi che hanno tratto lezioni dalla crisi e stanno riconvertendo le proprie economie con importanti investimenti, puntando al risparmio energetico, alle energie rinnovabili ed ad uno sviluppo eco-sostenibile. In tal senso molto si può fare, utilizzando i fondi del PSR destinati all’ambiente e programmando un piano pluriennale di salvaguardia e messa in sicurezza di tutto territorio, frutto di una seria politica ambientale. Gli sprechi vanno trovati altrove, negli appalti e nelle forniture, ci interroghiamo su come possa essere possibile che la Sicilia con gli oltre 20.000 impiegati regionali , ma anche con le professionalità esistenti tra gli stessi forestali, dia in appalto a ditte esterne l’elaborazione delle paghe dei 25.000 forestali, con un aggravio ulteriore della spesa. Ci chiediamo come mai, nonostante la sanità pubblica sia pagata dalla stessa regione, si dia in appalto a privati la sorveglianza sanitaria di 25.000 lavoratori, e su tanto altro si potrebbe intervenire.  Riteniamo che vada fatto un riordino complessivo, senza che il Governo Crocetta continui a procedere tagliando risorse all’interno delle finanziarie. Quello che registriamo è che dal 2011 ad oggi i lavoratori forestali hanno perso un terzo del salario, l’accordo sottoscritto con il precedente Governo nell’anno 2009 è stato disatteso, riducendo le risorse finanziarie investite in questo settore di circa 70 milioni di euro. Se aggiungiamo a questo il mancato recepimento del CCNL di categoria, che solo in Sicilia non viene applicato, il mancato rinnovo del CIRL, il cui ultimo rinnovo risale al 2001, e la mancata erogazione degli arretrati contrattuali ad una  parte di lavoratori, possiamo affermare che quella dei forestali è la categoria che più di tutte ha pagato in termini di perdita di salario e potere d’acquisto ed è quella su cui più di tutte si è abbattuta la scure dei tagli.  In provincia di Palermo vi sono circa un terzo dei forestali della Sicilia. In questo clima di sfiducia , di scoraggiamento e di delusione, dettato anche da disattese aspettative da parte di un governo di centro sinistra, stanno prendendo piede spinte populiste, foraggiati dalla cattiva politica, con lo scopo di screditare il sindacato unitario e probabilmente attirare consensi in vista delle elezioni europee, promettendo la stabilizzazione di tutto il comparto. Siamo convinti che abbiamo agito con grande responsabilità ed oculatezza, tenendo presente, che ogni scelta ed ogni iniziativa riguardava il futuro e la sorte di migliaia di lavoratori e di famiglie siciliane,  con la chiarezza che sempre ci ha contraddistinto con i lavoratori e le istituzioni. Nell’ultima finanziaria il governo ha in parte accolto alcune richieste sindacali, come la riunificazione dei lavoratori sotto un unico assessorato ed unico datore di lavoro, cosa che riteniamo assolutamente positiva, ed un primo passo per discutere su un utilizzo produttivo della forza lavoro. Allo stesso tempo, il governo, ha tentato di bloccare il turn-over per i passaggi nelle fasce superiori, introdurre il limite di età per l’antincendio, ma anche ridurre l’indennità chilometrica, tutte questioni superate grazie all’iniziativa sindacale. Vanno superati tutti gli ostacoli che impediscono il regolare pagamento delle retribuzioni, una vera piaga per i lavoratori. La parte economica che finanziava il settore è stata però impugnata dal Commissario dello Stato. Stessa sorte è toccata ai trattoristi dell’ESA, ai Consorzi  di bonifica, all’Istituto zootecnico, al vivaio “Paulsen”. Il Governo dovrà trovare una soluzione, ma occorre affrontare con determinatezza e responsabilità una vertenza delicata che mette a rischio la tenuta democratica dell’intera categoria, mettendo in campo iniziative forti   nelle piazze a fianco dei lavoratori, quando il confronto e la trattativa non portano risultati. E’ ormai inderogabile lo sciopero generale di tutta la categoria da fare in tempi brevissimi. La strada da seguire è quella del rinnovo del CIRL, dove all’interno si possono trovare soluzioni concrete sia per ridare dignità a questo pezzo del mondo del lavoro, ma anche a garanzia dei livelli occupazionali.
PROPOSTA
Facciamo una proposta concreta per valorizzare il lavoro dei forestali, utilizzare proficuamente gli scarti delle lavorazioni forestali e la produzione del legno, in un ottica di risparmio per le casse della regione, con un vantaggio per l’ambiente e la salute pubblica. Utilizzare tutte le biomasse derivanti dai nostri boschi, ma anche dall’agricoltura, sotto forma di Cippato o Pellet, per alimentare le caldaie, o creazioni di piccole centrali a biomassa per la produzione di calore e acqua calda di tutti gli ospedali della Sicilia. Operazione che può essere estesa anche a tutte le scuole ed edifici pubblici. La regione risparmierebbe svariati milioni di euro, che bisognerebbe quantificare, per reinvestirli in un processo di stabilizzazione dei lavoratori forestali.



Una bella e condivisibile relazione.





4 commenti:

  1. quante belle parole...bla bla bla bla bla...ma i fatti quando arriveranno...bhoooooooooooooo...qua si parla, si valorizza si fanno progetti e intanto si continua a morire di fame...finiamola di sfottere i piu' deboli,facciamo i fatti...basta con le parole...SANTO CANONICO

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    1. grande santo!!!!i sindacati a cosa anno servito fin ora,e ancora non vogliono sedersi al tavolo per la proposta di stabillizazione perche ci conviene tenere il comparto a statuto speciale anno rottooo i ........... dovremmo fare una bataglia noi lavoratori senza sindacati.

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    2. facciamo una vera battaglia solo noi lavoratori solo cosi si potrà risolvere il problema una volta per tutte,cartabelloto crocetta lo monaco finitela di prendere in giro la povera gente ma!!!!!! non vi vergognate insieme ai sindacati sta finendo l'acqua na beveratoia per voi

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  2. fatti ????????cose una domanda??????? solo chiacchieri fanno e se ne fregano dei piu deboli....ma la colpa e sempre nostra xche nn siamo capace a fare 1+1=

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