Province, la legge da martedì all'Ars
cinque giorni per salvare la riforma
La norma arriva in aula
in un clima tesissimo e in concomitanza con la presentazione della
manovra-bis che dovrebbe liberare una parte dei 500 milioni incagliati
nell'impugnativa del commissario dello Stato
di GIOIA SGARLATA
RETROSCENA/La manovra dei renziani per cacciare l'Udc dalla giunta
Per superare l'impasse, il governatore ha lanciato un appello al centrodestra, annunciando l'avvio di un "confronto politico prima della riapertura dell'aula". Per non dare, ha detto, "ulteriori traumi alla Sicilia". E avvertendo chi vuole affossare la riforma: "Nessuna forza politica è nelle condizioni di affrontare elezioni europee e provinciali insieme". Fatto sta che ieri, dopo le richieste di rinvio del testo in commissione da parte dell'opposizione, il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, si è limitato a incardinare i testi fissando il dibattito per martedì. Eppure, poche ore prima, in conferenza dei capigruppo la decisione era stata un'altra: avviare subito il dibattito sulla riforma e prorogare i commissari.
Una cosa è certa: a rendere tutto più difficile è il clima nella maggioranza alle prese con il congresso Pd e l'annunciato passaggio dell'Udc al centrodestra. Senza contare le tensioni per la manovra bis che, ha detto Crocetta, sarà presentata la prossima settimana per dare respiro ai 26 mila dipendenti, tra forestali ed enti della galassia Regione.
Il nodo più grosso, rispetto alla riforma delle Province, resta quello della governance. Liberi consorzi come enti di secondo livello senza organi elettivi (così come nel ddl varato in commissione)? Oppure organi democraticamente eletti come vorrebbe la Lista Musumeci e come non dispiacerebbe, trasversalmente, a molti deputati? Su questo punto, alla fine, potrebbero decidere i cittadini con un referendum, allungando così i tempi della riforma. "Ecco perché - spiega Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali - è stato necessario presentare diversi testi di legge, compresa la proroga dei commissari".
I tempi restano comunque strettissimi: l'aula tornerà a riunirsi l'11, mentre i commissari scadranno quattro giorni dopo. L'opposizione attende il confronto e attacca: "L'efficacia della legge 7 che impegnava il Parlamento a varare la riforma delle Province è venuta meno il 31 dicembre dello scorso anno. Manca la procedibilità costituzionale". Nello Musumeci chiede di andare alle elezioni provinciali riducendo numero di consiglieri e indennità. Di certo c'è che, senza l'avvio di una riforma chiara, il commissario dello Stato potrebbe impugnare persino la proroga dei commissari. A quel punto la riforma, una delle più importanti del governo Crocetta, si scioglierebbe come neve al sole. E in primavera si tornerebbe al voto. Tutto questo, paradossalmente, mentre il resto d'Italia va in senso opposto.
07 Febbraio 2014
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.