Sicilia, troppi scandali a rischio lo statuto speciale
La
vicenda siciliana, finita nelle cronache di tutti i quotidiani
nazionali, con il suo bilancio eccepito in grande parte dal commissario
dello Stato, rappresenta, simbolicamente, il nadir del regionalismo
all’italiana, e apre la strada, ulteriormente, alle spinte rivolte verso
la cancellazione della riforma del Titolo V della Costituzione. Una
riforma che, invero, ha dato pessima prova di sé, avvalorando le
obiezioni di chi riteneva che non avrebbe funzionato un “federalismo a
Costituzione invariata” e che sarebbero aumentati solo i costi per la
collettività e non già la qualità e la quantità dei servizi.
In Sicilia, il presidente della Regione
Rosario Crocetta lanciando i suoi strali contro il commissario dello
Stato, “reo” di avere impugnato 36 articoli su 50 della Finanziaria
regionale, ha invocato la costituzione dell’Alta Corte prevista
dall’art. 24 dello Statuto siciliano, contro la presunta lesione alla
specialità autonomistica.
In realtà, l’Alta Corte venne
immediatamente istituita dopo l’approvazione, avvenuta con Regio Decreto
Legislativo 15 maggio 1946, n. 455, dello Statuto siciliano e le sue
competenze furono dichiarate assorbite dalla Corte Costituzionale con la
sentenza n. 38 del 1957 della stessa Consulta, determinando un
formidabile vulnus all’Autonomia speciale, non contrastato
politicamente e giuridicamente dalla classe dirigente isolana
dell’epoca, che conclamò così il suo endemico ascarismo.
Ma proprio tale corte di giustizia
costituzionale paritetica, “caducata” ma non soppressa dal Giudice delle
leggi, costituiva il simbolo dell’Autonomia siciliana, di quel rapporto
“pattizio” posto alla base del motto autonomistico: “Due Nazioni in uno
Stato”.
All’epoca si sarebbe dovuta eccepire
tale decisione, che mortificò in modo irreversibile l’Autonomia
siciliana, poiché lo Statuto della Regione Siciliana con l’Alta Corte è
inserito nella legge costituzionale n.2 del 26 febbraio 1948, cioè non è
una legge ordinaria bensì costituzionale, e la Corte Costituzionale non
può pronunziarsi su articoli di leggi costituzionali, su cui sono
competenti le Camere per la loro soppressione o modifica; non poteva
entrare quindi, nel merito della legge costituzionale del 1948, perché
essa era stata approvata dalla Assemblea Costituente il 31 gennaio 1948
con riferimento all’art.116 della Costituzione, che è chiarissimo
riguardo alle forme particolari di autonomia concesse alla Sicilia con
Statuto Speciale adottato con norma costituzionale.
Ma l’impugnativa del commissario dello
Stato Carmelo Aronica ha ben poco a che vedere con lo Statuto
autonomistico, poiché governo e Assemblea regionale sono stati
“bocciati” per la violazione di tre articoli della Costituzione
repubblicana, 81, 97 e 117, che riguardano entrate e uscite alla luce
del controverso (e antisociale) principio europeo del vincolo di
bilancio, obbligo dei concorsi pubblici per la Pubblica Amministrazione,
potestà legislativa delle Regioni. Piuttosto, riguarda
l’improvvisazione e il pressappochismo politico e dell’alta dirigenza
della nostra Isola, nonostante gli ammonimenti lanciati dalla Corte dei
Conti con il giudizio di parificazione del Bilancio siciliano lo scorso
giugno.
E intanto, mentre prosegue l’esercizio
dialettico tra Stato e Regione siciliana, centinaia di lavoratori con le
loro famiglie, dai forestali ai dipendenti dei Consorzi di Bonifica e
degli Ersu sino a centinaia di altri Enti, rischiano di rimanere senza
reddito, nella disperazione più nera, a causa di una politica e una
burocrazia inadeguate!
31 Gennaio 2014
Nessun commento:
Posta un commento
Ogni commento anonimo sarà cestinato, verranno pubblicati tutti tranne quelli offensivi e/o volgari, si ricorda che commentare significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si dice. Qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d’autore, vogliate comunicarlo via email. Saranno immediatamente rimossi. Quelli con profilo Anonimo DEVONO essere firmati alla fine del commento altrimenti saranno cancellati. Il titolare del blog declina ogni responsabilità per i commenti rilasciati da terzi. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da internet e quindi valutate di pubblico dominio. Qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro rimozione.