Sicilia alla gogna su Libero: tre pagine per i contratti “da colf”
Il quotidiano Libero dedica tre pagine alla Sicilia.
Hanno catturato Messina Denaro? Hanno fatto saltare un arsenale
militare? Peggio: i deputati regionali siciliani hanno stipulato
contratti da colf ai portaborse. Quanti deputati regionali siano ricorsi
a questo espediente, non si sa.
Magari è stato uno solo o pochi, ma
Libero non bada ai dettagli. Spara in prima, a tutta pagina: “Alla
faccia di Napolitano portaborse assunti come colf”. E nel sommario si
domanda: “La risposta dei parlamentari siciliani al sermone anti casta
del Presidente?”: La risposta è tranchant: “Un trucco col quale hanno
aggirato una sforbiciatandi 3 mila euro mensili ai loro stipendi”. E
mentre che c’era, Libero si leva un altro pensiero: “Ci stanno pure i grillini”. Che invece non c’entrano niente, al pari della sgragrande maggioranza dei deputati regionali.
Anche la seconda e la terza pagina si occupano della furbata del parlamentare siculo.
A tutta pagina anche stavolta. “Portaborse assunti come colf”, titola,
in seconda, Libero. “L’assemblea siciliana vota una legge che taglia le
spese di segreteriea dei deputati, ma c’è l’inganno: niente limiti per
chi regolarizza i collaboratori entro il 2013, e l’unico modo per farlo è
un contratto di lavoro dimestico”.
Nello stesso foglio, taglio basso, altro titolo: “Infornata di statali: Forestali, Lsu, falsi precari: il Sud assume”. Poi torna alll’Isola: “La sola Sicilia ne regolarizza 750 e perfino i sindacati si scandalizzano, il solito trucco dei lavori socialmente utili”.
La terza pagina è dedicata ai grillini siciliani,
che subiscono un trattamento a parte perché sommano entrambi i peccati
originali: la sicilianità ed il grillismo. “Nelle furberie
dell’Assemblea sicilia”, scrive libero nel sommario al titolo, “sono
coinvolti pure i pentastellati: ai comfort della casta ci si abitua in fretta”: poi una oscura previsione: “Vedrete: addirittura l’annunciata abolizione delle province porterà ad un aumento di costi”.
In considerazione dell’eccezionalità
dell’episodio, l’editoriale di prima pagina, che gira in terza, è
firmato dal direttore, Maurizio Belpietro. “A Napolitano che sollecitava
i politici affinché partecipassero ai sacrifici cui sono sottoposti gli
italiani”, scrive Belpietro, “i consiglieri di Palazzo dei Normanni
hanno risposto in tempo reale assumendo in massa i loro portaborse”.
Bugia, i deputati hanno
votato una norma che manteneva in piedi i contratti di lavoro stipulati
entro la fine dell’anno, e qualcuno si è ingegnato a stipularli per
potere pagare i collaboratori. Ma questo non fa storia. “…i portaborse,
continua Belpietro, sono stati trasformati in camerieri. Ufficialmente
risulteranno prestatori di lavoro domestico dei loro datori di lavoro,
ma poi saranno comandati a svolgere altre mansioni: chi, l’impiegato,
chi per l’appunto il portaborse. Così, prosegue il direttore di Libero,
non solo hanno aggirato la norma che metteva fine al sottobosco degli
assistenti e conservato tremila euro che ogni mese la Regione versa a
ogni consigliere, ma si sono presi il gusto di farsi beffe dell’opinione
pubblica che chiede di moralizzare le spese della politica, ingaggiando
i collaboratori come fossero donne di servizio. Una presa per i
fondelli…”.
Infine Belpietro spiega dove sta l’inghippo:
“Siccome la nuova legge riduceva lo stipendio dei deputati regionali da
11.780 euro al mese a “soli” 8300 euro netti, fissando un ammontare
massimo di spese di segreteria in 60 mila euro, ecco trovato il modo per conservare soldi e portaborse”.
Tutto questo con un contratto da colf?
“Grazie a una norma transisitoria, chiarisce ancora Belpietro, i
parlamentari siciliani potranno continuare a incassare 3.180 euro per
gli assistenti, a patto che siano regolarmente assunti come dipendenti”.
Al Senato ed alla Camera questo problema non l’hanno nemmeno dovuto affrontare,
perché lì ancora non si muove una foglia. Ed uno screening su quel che
succede nelle altre regioni italiani non è stato ancora fatto. I giornali pubblicano, per ora, gli strascichi
provocati dall’inchiesta della magistratura sulle spese illegali fatte
dai consiglieri regionali un poco ovunque, dal Piemonte alla Calabria
(la Regione siciliana, ancora, non è entrata nel calderone, ma è attesa
al varco…).
La Sicilia resta la sentina di tutti i mali.
Fino a che il Sud è il peggio del peggio, nessuno oserà farne la
questione centrale per il Paese. I meridionali sono inaffidabili, i
siciliani, in più sono volpini, spregiudicati e pericolosi oltremisura.
Perciò alla prima che fanno, vanno additati, messi alla gogna, senza
eccezione alcuna.
Non si salvano nemmeno i grillini:
i siciliani entrano nel mazzo perché hanno stipulato contratti con
professionisti scelti come collaboratori. Non contrati da colf, ma
contratti di dipendenza a tempo determinato, come avviene ovunque. Si fa
di tutta l’erba un fascio. Una spiegazione ci viene suggerita, sarebbe
la seguente, molto semplice. Il collaboratore apre una partita Iva, e
quindi non viene assunto. C’è il contratto colf, suggerito dai
commercialisti. Il rimborso avviene a piè di lista: l’Ars paga la
retribuzione contrattualizzata. Il deputato non lucra un euro. E’ così?
Comunque sia, più che furbetti, Palazzo dei Normanni sembra frequentato da sprovveduti.
C’è chi rivendica il diritto di non mangiare il panino in piedi a
proposito dei costi della politica e chi racconta di avere assunto il
collaboratore con il contratto di badante, come se niente fosse.
Bisognerebbe impedire che nuocciano ancora. Nel loro stesso interesse.
Ma come?
04 Gennaio 2014
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