31 gennaio 2014

L'OBIETTIVO SAREBBE QUELLO DI POTER AVERE SUBITO ALMENO 300 MILIONI DI EURO PER GARANTIRE I FORESTALI E GLI ENTI DELLA REGIONE AL MOMENTO SENZA COPERTURA


Crocetta presenta il piano a Roma
"Dieci anni per coprire il buco"

Oggi parte la trattativa con lo Stato: Crocetta proverà a dimostrare che "il bilancio regionale è sano" sottolineando la riduzione di spesa per 1,4 miliardi di euro e non siano stati accesi mutui per cifre elevate o previste entrate fasulle, come fatto dai precedenti governi


Con la Regione senza un euro in cassa, causa ritardi nelle entrate e una situazione di tesoreria "difficile" che blocca da dicembre mandati di spesa per quasi 800 milioni di euro ("Ma la prossima settimana garantiremo le retribuzioni dei regionali", assicurano da via Notarbartolo), oggi a Roma parte la grande trattativa con lo Stato. Appuntamento a Palazzo Chigi, dove il governatore Rosario Crocetta e l'assessore Luca Bianchi incontreranno i ministri Angelino Alfano, Fabrizio Saccomanni, Gianpiero D'Alia e Graziano Delrio.

Obiettivo, trovare una soluzione dopo la megaimpugnativa del commissario dello Stato, Carmelo Aronica, che ha congelato 500 milioni di euro di spesa: "C'è il rischio di 26 mila licenziamenti", ripete in questi giorni il presidente della Regione, considerando che sono senza alcuna copertura le spese per forestali, Esa, Consorzi di bonifica, Eas, Ersu e per una miriade di altri enti e iniziative, compresi i fondi destinati alle associazioni antimafia e alle vittime del racket.

Oggi sul tavolo romano il governo regionale presenterà un corposo dossier e proporrà una via d'uscita. Sul primo fronte, il governatore Crocetta proverà a dimostrare che "il bilancio regionale è sano". Sottolineando come negli ultimi due anni siano già state ridotte spese per 1,4 miliardi di euro e non siano stati accesi mutui per cifre elevate o previste entrate fasulle, come fatto dai precedenti governi, ad esempio con fantomatiche valorizzazioni immobiliari.

Poi lanceranno l'attacco sui residui attivi, cioè i crediti non più facilmente esigibili, che in Sicilia la Corte dei conti considera a livello d'allarme perché pari a 15 miliardi di euro, tanto che il commissario dello Stato proprio per questo ha congelato una spesa di mezzo miliardo. "Se questa tagliola è scattata alla Sicilia a causa dei residui attivi, allora sappiate che altre Regioni, come Veneto e Piemonte, sono nella stessa situazione e quindi non possono avere il via libera ai bilanci  -  diranno Crocetta e Bianchi  -  quindi se oggi cade la Sicilia, domani cadranno anche altre Regioni".

Ecco quindi la soluzione principale che sarà portata al tavolo, sapendo bene che la coperta è corta e che quindi non si potranno riavere tutti i 500 milioni di euro tagliati come se nulla fosse: il governo Crocetta proporrà un piano decennale per rimpinguare il fondo di garanzia dei residui attivi per almeno 3,5 miliardi di euro, mettendo nel fondo circa 310 milioni di euro all'anno. In cambio, però, lo Stato dovrebbe autorizzare subito a prelevare dal fondo attuale (quasi 600 milioni di euro considerando i fondi congelati dal commissario dello Stato). In alternativa, la Regione proporrà al governo Letta un piano di rientro col supporto della Cassa depositi e prestiti e chiederà di poter utilizzare fondi ex Fas per finanziare parte della spesa bloccata. Extrema ratio, anche l'accensione di un mutuo.

L'obiettivo delle varie soluzioni sarebbe quello di poter avere subito almeno 300 milioni di euro per garantire i forestali e "gli enti della Regione al momento senza copertura e inseriti nell'Allegato 1". Questo vuol dire che molti enti rimarranno comunque senza fondi, dall'Istituto per i ciechi Florio e Salomone al Cerisdi, dalla Stamperia Braille al Coppem, dagli enti ecclesiali alla missione Speranza e carità, dal Brass Group al Centro Hellen Keller.

I sindacati confermano lo stato di agitazione. I dipendenti della Regione scenderanno in piazza martedì, nonostante l'incontro di ieri con il governatore Crocetta. Intanto oggi dovrebbe essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale la manovra senza le parti impugnate. Ci sperano i 18 mila dipendenti della Regione rimasti senza stipendio e i 12 mila pensionati senza assegno.

Se tutto andrà bene, riceveranno
i bonifici entro il 10 febbraio, assicurano dalla Regione, nonostante ieri circolasse la notizia, smentita dalla Ragioneria generale, di una grave mancanza di liquidità che metterebbe a rischio tutti gli stipendi dei regionali. Ed è polemica per una circolare del ragioniere generale, Mariano Pisciotta, che vieta ai dirigenti di parlare con i giornalisti. "Si mette il bavaglio alla stampa", attaccano Cgil e Unione cronisti. La tensione alla Regione è altissima.

 30 Gennaio 2014
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/01/29/news/crocetta_presenta_il_piano_a_roma_dieci_anni_per_coprire_il_buco-77170341/







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