25 gennaio 2014

L'IMPUGNATIVA DEL COMMISSARIO DELLO STATO HA POLVERIZZATO LE SOMME DESTINATI AI LAVORATORI FORESTALI


Lavoro

Forestali, Ciapi, Esa e Consorzi di bonifica
Gli stipendi a rischio dopo il ko della Finanziaria

Secondo le stime del governo sono tra i 30 e i 40 mila i lavoratori siciliani in bilico dopo l'impugnativa del Commissario dello Stato che ha bocciato anche un "mega-Allegato" alla legge di stabilità, tagliando così somme destinate a decine di categorie. Ecco quali sono.




PALERMO - “Per colpa del Commissario dello Stato adesso sono a rischio 40 mila stipendi”. La stima è del presidente della Regione Crocetta. E, al di là dell'aderenza dei numeri alla realtà, e delle effettive responsabilità, la verità è che in effetti l'impugnativa di Aronica interviene come una mannaia nei confronti di tante categorie di lavoratori. Una vera e propria costellazione di dipendenti di enti e organismi più o meno legati alla Regione. E comunque finanziati da questa.

Ma in questo clima di allarme vero, reale, forse per una volta è meglio partire dalle buone notizie. È passata quasi intatta la norma sulle proroghe dei precari degli enti locali. Una bomba pronta ad esplodere quella dei ventimila lavoratori di Comuni, Province e Sanità. Adesso, però bisognerà lavorare alla stabilizzazione, che va completata nel corso dei prossimi tre anni. E non sarà facile.

Un “no” alla stabilizzazione, invece, è piovuta su altri precari storici. Quelli dealla Regione. Più di 600 lavoratori a tempo determinato per i quali non si potrà parlare – stando almeno alla condizione attuale – di prossime assunzioni. Ma in alcuni casi, saltano anche le proroghe: si tratta dei dipendenti di Cefpas, Camera di Cammercio, ex consorzi Asi, oltre a quelli di Protezione civile e che fanno capo ai dipartimenti Ambiente, Territorio, Acque e rifiuti. Per loro, addio posto di lavoro.

Il comma 7, in particolare, impugnato dal Commissario disponeva “la proroga fino al 31 dicembre 2016 di contratti di lavoro a tempo determinato già cessati nel 2012 e come tali non più suscettibili di nuova costituzione e prosecuzione triennale”. Ma non solo: “La disposizione – scrive Aronica - travisa la “ratio” del D.L. 101/2013 e di tutta la normativa statale in materia di precariato, in quanto favorisce la formazione e il consolidamento di situazioni pregresse di lavoro a tempo determinato senza valutare preventivamente le effettive esigenze degli enti presso i quali dovrebbero essere avviate le procedure di stabilizzazione e la compatibilità finanziaria degli stessi apparendo piuttosto volta a tutelare le aspettative di una ristretta cerchia di beneficiari. La disposizione è altresì censurabile sotto il profilo della copertura finanziaria”.

A rischio anche i lavoratori delle società partecipate in liquidazione. Delle 33 attualmente “vive” ne dovranno restare solo 11. Ma il Commissario dello Stato ha bocciato la norma che prevede il licenziamento collettivo di questi lavoratori e la contestuale assunzione nelle società salvate dal processo di riordino voluto dal governo. Per farla brava, si tratta di lavoratori che viaggiano – stando così le cose – su un vero e proprio binario morto.

L'assunzione prevista dal governo, infatti, verrebbe compiuta “senza esperimento di selezioni pubbliche di personale di cui non sono ben chiare, stante l’ambigua locuzione 'servizio effettivo', le modalità, i criteri di selezione e il rapporto giuridico preesistente che potrebbe, in ipotesi, essere stato costituito anche in violazione del divieto di assunzione imposto da precedenti leggi regionali”. Inoltre, “il personale così immesso nelle dotazioni organiche delle società sopravvissute al riordino potrebbe non avere requisiti professionali adeguati, necessari per l’espletamento dei servizi svolti dalle società in house, e non garantirebbe il criterio di imparzialità e trasparenza delle selezioni pubbliche”.

Ma a rischiare di trovarsi senza stipendio fin dai prossimi giorni, sono davvero in tanti. L'impugnativa del Commissario dello Stato, infatti, ha "polverizzato" le somme previste per la cosiddetta “maccanizzazione agricola”. Si tratta, in pratica, di 180 milioni destinati a stipendi dei lavoratori Forestali. Ma non solo. Saltano anche gli stanziamenti per gli ex dipendenti della Fiera del Mediterraneo passati in Resais, dei dipendenti del Ciapi, dell'Esa, dell'Eas, dei consorzi di bonifica (29 milioni), del Cerisdi, del Corfilac e dell'Istituto zootecnico. Tagliati anche gli oltre 8,5 milioni destinati al funzionamento dell'Arpa.

Ma non solo. Saltano i Fondi destinati ai volontati della Protezione civile, i 12 milioni destinati al funzionamento dell'Irsap, tutti le somme necessarie a pagare gli stipendi dei comandati negli assessorati Energia, Economia e Sanità, e quelle destinate agli Enti parco e alla Riserve naturali. Cassate le pensioni e gli assegni alle vittime di mafia, i fondi per il pagamento degli stipendi dei dipendenti dell'Ufficio di Bruxelles e di quelli dell'Istituto Vite e Vino.

Cancellate anche la somme per i Teatri siciliani, per le fondazioni Orcehestra sinfonica siciliana e e Teatro Massimo, per gli enti cattolici, per le associazioni che rappresentano i disabili e i ciechi. Dei 262 milioni previsti nel cosiddetto "Allegato 1", che finanzia 118 voci di spesa, tra cui appunto quelle destinate al personale, infatti ne restano appena una cinquantina. Così, i siciliani coinvolti nella bocciature di Aronica, stando alle stime del governo oscillerebbero tra i 30 e i 40 mila. "Stiamo facendo i conti - dice l'assessore all'Economia, Luca Bianchi - non sappiamo ancora con esattezza quante sono le persone coinvolte, la situazione è complessa. Ma nessuno dovà essere lasciato da solo". Sono in tanti, però, già a tremare.


25 Gennaio 2014
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