Dura la Cisl, preoccupata la Cgil attendista la Uil
Sicilia a rischio default, Crocetta ai sindacati: “Roma intervenga sul commissario Aronica”
di Manlio Viola
Un piano per risistemare i conti parziale e lacunoso accompagnato solo dalla richiesta a Roma di intervenire sul Commissario dello Stato perché ammorbidisca le proprie posizioni sventolando la tensione sociale come tassello della trattativa.Sarebbe questa l’intenzione del presidente della Regione Rosario Crocetta dopo la bocciatura del prefetto Aronica di buona parte della Finanziaria, o almeno questa l’interpretazione delle parti sociali con le quali il governatore si è confrontato per quasi tutto il pomeriggio. A Cgil, Cisl e Uil il governatore ha illustrato le varie ipotesi sul tappeto per la costituzione del fondo a copertura dei residui attivi: da un mutuo, alla rateizzazione, a un’anticipazione da parte dello Stato sul fondo coesione e sviluppo.
Un incontro lungo durante il quale il presidente della Regione, assistito dal segretario generale Patrizia Monterosso, è tornato sui temi di questi giorni. Crocetta ha presentato ai sindacati ed ai rappresentanti della aziende para regionali i conti che confermano il buco da 15 miliardi di euro dei così detti residui attivi ovvero gli introiti messi in bilancio negli anni ma mai realizzati. “Non si può pretendere come fa Aronica – ha detto ai sindacati – che si rientri in un solo bilancio dei disastri di anni”.
Dalla Regione è arrivato un invito ai sindacati perché rassicurino i regionali sul fatto che gli stipendi saranno pagati anche se non ritardo. nessuna garanzia, invece, per gli stipendi del settore pubblico allargato, quindi forestali, lavoratori di enti, agenzie e teatri. “Nessuno vuole effettuare quasi 50 mila licenziamenti – ha detto Crocetta – ma per questo domani si vedrà. C’è il rischio che il governo decida di non intervenire sul Commissario dello Stato”.
“La situazione è drammatica – dice a BlogSicilia Maurizio Bernava – in pratica il governo non ha un piano da presentare a Roma. I risparmi di cui parla Crocetta e la cui consistenza cambia ad ogni incontro, sono comunque risparmi sulla spesa corrente che non servono a risanare i conti”.
“Occorre – continua Bernava – un piano di rientro in tre punti con il quale presentarsi a Roma perché solo così si potrà ottenere qualcosa. Crocetta dovrebbe innanzitutto fare autocritica e poi sedersi a trattare perché con lo scontro la Sicilia potrà solo affondare. Abbiamo davanti almeno 2 anni di riduzione del Pil e dei redditi e dunque delle entrate fiscali, non possiamo farcela da soli”.
L’idea presentata al governatore prevede tre interventi “un piano di rientro pluriennale che parta da tagli di natura strutturale e non su bilancio corrente, un piano anti evasione che permetterebbe di recuperare fondi che, in base alla legge regionale, nel primo anno resterebbero in Sicilia e potrebbero essere usati a parziale copertura del buco e, infine, interventi di sviluppo e crescita che solo a fronte di questi impegni potrebbero essere presi in considerazione”.
“Ci preoccupa – conclude Bernava – il silenzio dell’assessore Bianchi – noi siamo pronti a parlare anche di risparmi sul costo del lavoro ma in un quadro complessivo perché non è più il tempo degli scontri ma quello della coesione, della collaborazione e della responsabilità”.
Secondo il sindacato, dunque, i rischi sono tanti, addirittura troppi anche in virtù del fatto che il documento presentato dalle aziende para regionali tende, comunque, a lasciare le cose come stanno e questo sarà visto male a Roma.
Su posizioni simili anche la Cgil che però usa toni più rassicuranti “Va bene la richiesta di aiuto al governo nazionale ma purché questa sia fatta con la dignità di chi mette sul piatto impegni seri, che abbiano riscontro rapido in tema di risanamento dei conti e di riforme, a partire da quella della macchina burocratica: in questo senso offriamo al governo Crocetta tutta la nostra disponibilità a un confronto serrato che porti al più presto a soluzioni concrete – dice Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia -la proposta che Crocetta porterà a Roma è una sfida per la Cgil che non ha mai rinunciato alla volontà di confrontarsi per cambiare la Sicilia, a partire proprio dal tema della ristrutturazione della spesa pubblica. I risparmi che deriveranno da questa operazione- rileva Pagliaro- possono essere dirottati attraverso automatismi per coprire le lacune della legge di stabilità e per attivare spesa produttiva”.
“Noi- dice ancora- riteniamo fondamentale per recuperare risorse anche un patto anti evasione e una seria trattativa con lo Stato sugli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto”. Ma Pagliaro non ha lesinato critiche a “un governo regionale al quale- ha detto- avevamo chiesto subito dopo il suo insediamento misure per le emergenze, il risanamento dei conti e azioni per lo sviluppo ma che non ha fatto nessuna delle tre cose, riducendo anzi tutta la situazione siciliana a una situazione di emergenza. E’ vero che i residui attivi si sono accumulati con i precedenti governi- ha rilevato ma questo governo poteva fare di più, a partire dalle riforme, come quelle delle Province, che reclamiamo da tempo”.
A Crocetta, Pagliaro ha comunque detto che “adesso occorre andare avanti e nel migliore dei modi, superando l’impasse e dando chiari segnali di inversione di rotta: in questa direzione il sindacato è disponibile al confronto per un reale cambiamento. Ci auguriamo- ha sostenuto il segretario della Cgil- che la discussione di oggi prosegua entrando nel merito delle cose che vanno fatte”.
“Non è il momento di voli pindarici e di piani avveniristici – dice invece Claudio Barone, segretario generale della Uil – occorre trovare una soluzione tampone subito nelle prossime 48/72 ore per evitare i licenziamenti perché se finiscono i soldi la gente va a casa. Di piani pluriennali potremo parlare dopo. Non è questa la circostanza”.
Ma pur con posizioni più vicine al governo regionale anche la Uil è molto preoccupata “abbiamo preso atto dell’impegno del governo di mettere in sicurezza la situazione occupazionale ma al ritorno da Roma bisognerà subito attivare i tavoli per trovare soluzioni settore per settore prima che sia troppo tardi. Se così non dovesse essere saremo costretti a verificare iniziative di mobilitazione”.
“E’ evidente – conclude Barone a BlogSicilia – che è necessaria una rateizzazione che Roma dovrà permettere. Il governo centrale deve aiutare la Sicilia”. E sui dubbi dei colleghi di Cisl e Cgil Barone aggiunge “Io spero che il piano di Crocetta si dimostri serio e adeguato. Se per disgrazia non dovesse essere così la situazione sarebbe davvero drammatica”
28 Gennaio 2014
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