01 dicembre 2013

AVVERTIMENTO DEL SIFUS: IL 30% DEL TERRITORIO PRESENTA UN ALTO RISCHIO DI FRANE E INONDAZIONI




Avvertimento del "Sifus"

«Il 30% del territorio presenta un alto rischio
di frane e inondazioni»



Dopo la furia dell'alluvione distruttrice che ha colpito la Sardegna, il Sifus (sindacato uniti per la stabilizzazione) ha riletto il "Piano di assetto idrogeologico regionale che (dal messinese alla Valle del Belice, dalle Madonie alla zona porto di Siracusa, dal Golfo di Palermo a Licata; dall' hinterland e sud di Catania a Gela) interessa la Sicilia. Secondo quanto emerge, almeno il 30% del territorio presenta un alto rischio di frane, inondazioni e esondazioni. Si conosce anche a mezzo dell'ultimo rapporto del Ministero dell'Ambiente che 277 comuni siciliani su 390 ricadono in zone soggette a rischio di dissesto idrogeologico.
«Che senso - si chiede Maurizio Grosso, segretario generale d'organizzazione sindacale Sifus - apprendere questi dati se poi non si interviene per ridurre e/o eliminare i rischi? Che senso ha sapere che la Sicilia non è più sicura della Sardegna per quanto riguarda il "rischio alluvioni", se i fiumi, i fiumiciattoli e i torrenti non sono mai storicamente stati ripuliti dagli arbusti naturali, dalla ramaglia, dai rifiuti, ecc.., che si trovano lungo il loro percorso e pertanto, possono in qualsiasi momento dell'evento calamitoso, determinare il cosiddetto "effetto bomba", ossia, il meccanismo che ne provoca lo straripamento? ».
«Come dire - spiega lo stesso dirigente sindacale - che le istituzioni offrono ai cittadini siciliani la conoscenza delle "malattie" del territorio in cui vivono, ma non sono in grado di mettere in campo le "medicine" per curarlo. Tutto questo mentre, il ministro della Coesione sociale, Carlo Trigilia, ha reso noto che 4,3 miliardi di risorse per la messa in sicurezza del territorio del Sud non vengono spesi». Nell'affrontare la questione, il segretario di punta del Sifus si è fatto portavoce presso le sedi governative regionali per ribadire la validità della proposta di legge, la n. 104/03, avanzata con iniziativa popolare, per la stabilizzazione dei lavoratori forestali a tempo indeterminato. La vera sostanza della proposta, già sostenuta dal via libera di due commissioni parlamentari, oltre a creare reddito e occupazione, ha ad obiettivo chiave la messa in sicurezza del territorio, attraverso interventi idraulico-forestali.
«Tramite questa norma - sottolinea Maurizio Grosso - è possibile realizzare i necessari interventi per l'assestamento e il consolidamento idrogeologico del territorio, la realizzazione di opere di ingegneria naturalistica ed idraulica, la pulitura dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, opere di arginatura, opere di impermeabilizzazione e miglioramento della capacità di ritenzione delle acque. Per il resto, la copertura finanziaria è assicurata dai specifici fondi della comunità europea».
CARMELO LOIBISO

30 Novembre 2013




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