22 novembre 2013

CISL DOMANI IN PIAZZA PER SCELTE DI ROTTURA


Crisi: Sicilia a rischio fallimento, Cisl in piazza per 'scelte di rottura'

 Palermo, 21 nov. - (Adnkronos) - Un 'esercito' di 7mila persone, che formeranno una grande catena umana per collegare idealmente Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana, a Palazzo dei Normanni, che ospita l'Assemblea regionale siciliana, a Palermo. La Cisl Sicilia scende in piazza sabato nel capoluogo siciliano per chiedere a Governo e Parlamento regionali "scelte di rottura" in grado di evitare il rischio fallimento dietro l'angolo. A presentare oggi la manifestazione, che vedrà arrivare a Palermo oltre 70 pullman da tutta la Sicilia (il concentramento è previsto per le 10 a piazza Indipendenza), è stato il segretario regionale del sindacato di Bonanni, Maurizio Bernava. "Siamo fortemente preoccupati - ha detto parlando con i giornalisti - per l'assenza di una strategia del Governo Crocetta. Abbiamo davanti un altro anno di recessione, con un conseguente calo dei consumi e un maggiore indebitamento delle pubbliche amministrazioni. Il modello Grecia è vicino, a meno che non si metta in campo un progetto di sviluppo di ampio respiro, in grado in 3/4 anni di rilanciare il sistema". La Sicilia affonda nella recessione, denuncia il sindacato, con un Pil che a fine anno calerà del 4% sul 2012, con una domanda delle famiglie che riporterà il -3,5%, con gli investimenti in macchinari e attrezzature che registreranno il -5%. E per il 2014 non c'è alle porte alcuna inversione di tendenza. Affinché l'Isola possa uscire dal tunnel della crisi, allora la Cisl invoca una ''rottura storica col passato, nella gestione della spesa e della cosa pubblica''. E il leader della Cisl indica anche la strada. "Occorre innanzitutto smetterla con le risse di potere e le richieste continue di rimpasti - dice -, serve unità e una ristruttuzione e riqualificazione della spesa, spostando le risorse da quella consolidata ed improduttiva e dagli sprechi alla politica sociale, agli investimenti per ridurre la tassazione locale, tra le più alte in Italia. E' necessario avviare il confronto sociale e dare una strategia alla Sicilia sulla legge di stabilità e l'utilizzo dei fondi Ue 2014/2020.
 Da qui un appello alla responsabilità della classe politica per "rimettere in moto l'economia, perché altrimenti c'è il fallimento". Occorre, allora, per il sindacato "affrontare alcuni nodi principali tra cui le società partecipate, i forestali, i precari. Serve poi intervenire sulla sanità e sulle politiche sociali, dove ci sono gli stessi sprechi del settore della formazione. Noi siamo disponibili a fare la nostra parte e chiediamo ai potentati economici che in questi anni hanno occupato militarmente la pubblica amministrazione in Sicilia di fare un scelta etica".

21 Novembre 2013
http://palermo.repubblica.it/dettaglio-news/14:13/4430323





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