«Dal Patto per il lavoro all'Unità di crisi»
Rossella Jannello
«La gente è disperata. Si sente. Si vede dal fatto che luoghi come la Caritas, le parrocchie, ma anche le sedi di sindacati e patronati sono pieni di persone, di famiglie che chiedono aiuto. E' incredibile come la politica non riceva questa scossa... ».
E' scoraggiata, ma combattiva come sempre, la segretaria della Cisl etnea Rosaria Rotolo. Convinta che il ruolo del sindacato, anzi della sua confederazione, sia sempre quello di proporre e stimolare, senza tentennamenti e senza alcun appiattimento al potere.
E di proposte la Cisl ne ha davvero tante. Ma a partire da alcuni ragionamenti di fondo.
«Alla Regione chiediamo, e lo faremo con una manifestazione regionale che si terrà nella penultima settimana di novembre, di chiudere con il passato. Di fare funzionare meglio la Pubblica amministrazione e di ridurre i costi. Basta con le scelte vincolate alla necessità del consenso. Bisogna intervenire piuttosto alcune scelte importanti che avranno ricadute sul lavoro e sulle famiglie. Penso alle scelte per la programmazione dei Fondi europei 2014-2020 e alla rimodulazione della legge di Stabilità regionale che, com'è attualmente prevede tagli per 4-600 milioni con pesanti ripercussioni su Formazione, precari degli Enti locali, forestali, Trasporto pubblico urbano con relative ricadute occupazionali. Per non parlare della mancata riduzione di tasse e imposte: nella nostra Regione c'è una addizionale fra le più alte».
Se è alla Regione che sono indirizzate da parte della Cisl le richieste «di fondo», Rotolo sottolinea come anche a Catania ci sia da sbracciarsi. «La situazione - dice - è sempre più grave. Solo nel comparto metalmeccanico in 5 giorni sono partite otto procedure di mobilità che coinvolgono un migliaio di lavoratori. E gli indicatori, Istat, Svimez e quant'altro non fanno altro che certificare lo stato di cose che viviamo ogni giorno. Per questo la Cisl ritiene che vanno assunti provvedimenti straordinari.
«Con tutti gli elogi che pure si possono fare al sindaco Bianco - continua la segretaria della Cisl - siamo in ritardo sulla tabella di marcia, sui programmi elettorali. Anche se credo che il Patto per il lavoro sia superato e bisognerebbe andare invece a una Unità di crisi. Non perchè - spiega - non sia importante l'alleanza fra imprese, parti sociali e amministrazione del territorio, ma perchè l'Unità di crisi permetterebbe decisioni rapide sulle emergenze e soprattutto di mettere in atto le famose politiche attive per il lavoro. E' importante avviare un confronto sociale vero per fare spostare risorse a favore del lavoro produttivo, delle infrastrutture, necessarie per fare ripartire l'attività delle imprese».
E le cose da fare non mancano certo. Rosaria Rotolo ne elenca alcune fra le più importanti: «Valorizzazione del distretto tecnologico, rigenerazione del centro storico, ma anche completamento delle grandi incompiute come la Metropolitana, i cui lavori sono ancora inspiegabilmente fermi nonostante da tempo chiediamo alla prefettura di convocare una conferenza dei servizi dove riunire tutti gli attori di questi appalti. Dalla ripresa di questi lavori ne guadagnerebbe la città e i lavoratori che potrebbero finalmente abbandonare la cassa integrazione ordinaria. E ancora, penso all'emergenza casa: è essenziale lo snellimento delle procedure. Non è possibile chiedere una casa ora, nel momento del bisogno e ottenerla dopo vent'anni»..
«Soprattutto chiediamo ai politici, alle istituzione, agli Enti locali - conclude la segretaria della Cisl - di non comportarsi come se la crisi non ci fosse, ma di agire in maniera rapida e determinata, pensando anche al futuro. La tensione sociale a Catania come in altre città è ormai altissima... ».
10 Novembre 2013
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