Barrafranca
Comitato dei precari in stato di agitazione
per la proroga contratti
Barrafranca. Dura critica del comitato dei precari e da parte del presidente Giuseppe Regalbuto in un momento in cui si gioca il destino di 20mila precari di cui 3mila sono in provincia di Enna. In questi giorni si lavora su vari fronti tra cui quello con il sottosegretario Gianfranco Miccichè, e assieme a rappresentanti degli assessorati regionali e con il presidente Crocetta, si sta cercando di avviare un percorso di stabilizzazione di tutti i precari. «L'iniziativa intrapresa - afferma il presidente del comitato Regalbuto - non è solo come proroga attraverso l'attuazione del decreto 101/2013 sulla razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni convertito in legge ma riguardano anche le procedure di proroga e di inserimento nella pubblica amministrazione dei contrattisti a termine secondo un percorso definito con le amministrazioni regionali».
In ballo c'è il destino di circa 20 mila lavoratori, oltre ai 28 mila forestali e ai due mila ex Rmi della provincia di Enna e Caltanissetta e a tutti i lavoratori delle varie partecipate tra cui la Multiservizi, ma anche la sostenibilità della gestione della macchina dei comuni che si appoggiano in gran parte proprio sui precari, i cui contratti scadranno il 31 dicembre. «Ho chiesto al sottosegretario - rimarca Regalbuto - di individuare un percorso, all'interno delle disposizioni recate dall'art. 4-commi 8,9 e 9 bis- del decreto legislativo 101/2013 che consentirà la proroga dei contratti a termine dei precari della Regione ed il contestuale avvio delle procedure di stabilizzazione. Ma mentre il comitato cerca di dare dignità a tutti i precari, l'Ars continua ad offendere i lavoratori i disoccupati e tutti quelli che stanno male».
Regalbuto si riferisce alla Regione che ha mandato in pensione, a soli 57 anni il segretario generale dell'Ars, a cui è stato destinato un trattamento da nababbo. «È inammissibile - conclude Regalbuto - che mentre l'età pensionabile vada oltre i 65 anni con almeno 42 anni di contributi, i dirigenti dell'Ars godano di assurdi privilegi con pensioni d'oro». E poi rimarca il disinteresse della politica regionale: «Mentre si pensa a togliere le Province per risparmiare, con il rischio di far perdere il posto a migliaia di persone e mentre il territorio ennese è ultima per occupazione ma prima per disoccupazione, l'Ars continua con l'ignominia perpetrata dai politici siciliani che, manifestano una velata volontà di ridurre le loro spese e quelle del Palazzo, hanno consentito un pensionamento baby, che fa rabbia, indistintamente, a tutti i siciliani».
L'Ars dovrebbe affrontare questo delicato tema e, come sostiene Regalbuto, ricondurre a norma i trattamenti stipendiali e l'età pensionabile allineandoli a quando previsto dal decreto Monti sugli stipendi dei dirigenti pubblici.
RENATO PINNISI
26 Novembre 2013
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