COMUNICATO STAMPA SiFUS
Mentre le condizioni del territorio siciliano, in caso di forti piogge, presentano un alto rischio di alluvioni, frane, inondazioni, esondazioni, gli Enti Locali a tutti i livelli, non sono in grado di intervenire e addirittura, rischiano di perdere i fondi previsti per la messa in sicurezza del territorio. In Sicilia,la messa in sicurezza del territorio potrebbe essere effettuata attraverso l’approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare n.104/03 promossa dal SiFUS tramite l’utilizzo dei lavoratori idraulicoforestali. Che senso ha, accertare come fa il redigendo “piano di assetto idrogeologico regionale” che, in Sicilia (dal messinese alla Valle del Belice, dalle Madonie alla zona porto di Siracusa, dal Golfo di Palermo a Licata; dall’ hinterland e sud di Catania a Gela) almeno il 30% del territorio presenta un alto rischio di frane, inondazioni e esondazioni se poi non si interviene per ridurre e/o eliminare detto rischio?Che senso ha conoscere l’ultimo rapporto del Ministero dell’Ambiente in cui è possibile prendere atto che 277 comuni siciliani su 390 ricadono in zone soggette a rischio di dissesto idrogeologico se poi non si interviene per ridurre e/o eliminare detto rischio?
Che senso ha sapere che questi dati drammatici, sono ancora più allarmanti, in quanto si incrociano con quelli dell’abusivismo edilizio? Nell’ultimo “rapporto sull’abusivismo edilizio” è dimostrato che in Sicilia l’84% degli immobili abusivi sorgono su siti sottoposti a vincolo sismico. Che senso ha sapere che la Sicilia non è più sicura della Sardegna per quanto riguarda il “rischio alluvioni”, se i fiumi, i fiumiciattoli e i torrenti non sono mai storicamente stati ripuliti dagli arbusti naturali, dalla ramaglia, dai rifiuti, ecc, che si trovano lungo il loro percorso e pertanto, possono in qualsiasi momento dell’evento calamitoso, determinare il cosiddetto “ effetto bomba”, ossia, il meccanismo che ne provoca lo straripamento?
In parole povere le istituzione offrono ai cittadini siciliani la conoscenza delle “malattie” del territorio in cui vivono, ma per responsabilità oggettive, non sono in grado di mettere in campo le “medicine” per curarlo.
Tutto questo mentre, il Ministro della Coesione Sociale, Carlo Trigilia, ha reso noto che 4,3 miliardi di risorse per la messa in sicurezza del territorio del sud non vengono spesi.
Per affrontare gli enormi danni presenti nel nostro territorio e prevenire quelli che eventualmente potrebbero essere causati da ulteriori eventi calamitosi, anche se nessuno potrà più restituire le tante vite umane sacrificate a causa di essi (vedi Giampilieri, Saponara,ecc), la nostra organizzazione sindacale, ha promosso una proposta di legge regionale di iniziativa popolare, la n. 104/03, che si pone l’obiettivo, tra gli altri, di mettere in sicurezza il territorio attraverso interventi da effettuare tramite l’utilizzo degli operai idraulico-forestali. Attraverso questa norma, è possibile realizzare i necessari interventi per l’assestamento e il consolidamento idrogeologico del territorio attraverso opere di ingegneria naturalistica ed idraulica, la pulitura dei letti dei fiumi, dei laghi, dei torrenti, opere di arginatura, di ricalibratura, pratiche sostenibili di utilizzo del suolo, miglioramento della capacità di ritenzione delle acque, opere di impermeabilizzazione,ecc.
La proposta di legge in questione che, nella scorsa legislatura è passata positivamente da 2 commissioni parlamentari, ora, giace nei cassetti della Presidenza dell’ARS ed individua la copertura finanziaria, utile alla messa in sicurezza del territorio, dagli specifici fondi europei. Inoltre, prevede l’uso dei lavoratori forestali a
tempo indeterminato.
Catania 24-11-2013
Il Segretario Generale
Maurizio Grosso
24 Novembre 2013
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