08 agosto 2013

DA MONREALE ARRIVA UN MONITO: BASTA CON GLI INCENDI

 

La stagione degli incendi viene e va, i boschi non invecchiano ormai più con l’età...

Il Comune non riesce a dotarsi degli strumenti necessari

 

 
 
MONREALE, 8 agosto - È arrivata, anche quest'anno come sempre, ma meno puntuale degli anni precedenti, chissà perché, la "stagione degli incendi" e l'amministrazione comunale, puntualmente come sempre, non è riuscita a munirsi e dotarsi di efficaci strumenti necessari.
Strumenti previsti dalla normativa vigente nel settore degli incendi boschivi, necessari per attuare quelle misure di previsione e prevenzione necessarie per la lotta agli incendi dei nostri boschi. Purtroppo il fenomeno degli incendi nel territorio di Monreale e in particolar modo in quello di Pioppo, è un "caso" che non si riesce a risolvere o forse non si vuole risolvere.
Noi del Comitato abbiamo detto "Basta" e continuiamo a dire imperterriti "Basta" a questa piaga che sempre più deturpa, imbruttisce e altera, anno dopo anno, il nostro territorio. Due anni fa insieme alla Flai Cgil di Pioppo e al Movimento Civico Crescere, attraverso l'assemblea cittadina e la conferenza stampa di presentazione del progetto "Campagna di tutela e valorizzazione dei boschi", in collaborazione con Ecocampus, abbiamo fortemente attenzionato all'amministrazione comunale e ai rappresentanti degli altri enti preposti alla tutela territorio, l'importanza della prevenzione e della previsione nella lotta agli incendi boschivi, dando la nostra disponibilità a collaborare, perchè riteniamo che ognuno per il ruolo che riveste all'interno della nostra comunità debba fare la propria parte.
Un progetto realizzato solo in parte, non per colpa nostra, che ha coinvolto le scuole del territorio, perché riteniamo la prevenzione culturale importantissima e fondamentale strumento per combattere questa grossa piaga sociale, demandando agli enti competenti la prevenzione operativa.
D'altra parte esiste una legge quadro (la 353/2000), nata dalla diffusa convinzione secondo la quale "l'approccio più adeguato per perseguire la conservazione del patrimonio boschivo, bene insostituibile per la qualità della vita, sia quello di promuovere e incentivare le attività di previsione e di prevenzione, anziché privilegiare la fase emergenziale legata allo spegnimento degli incendi", attraverso un modello organizzativo che deve prevedere altresì un'azione di coordinamento tra le varie realtà interessate (amministrazioni centrali, regioni, province, comuni, volontariato) affinchè l'azione di contrasto agli incendi risponda ai principi dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità. Cosa fanno invece i vari Enti? Evidentemente visti i risultati, niente di tutto questo.
Noi del Comitato abbiamo più volte invitato l'amministrazione comunale a dotarsi di un necessario ma soprattutto efficace ed efficiente "Piano Comunale di Protezione Civile", previsto dalla Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri 3606/2007, emessa a seguito dell'emergenza incendi dell'estate 2007 che ha interessato fortemente anche i boschi del nostro territorio. La risposta che ci è stata data è che non c'è un euro, non ci sono i soldi.
Eppure quando gli amministratori e i politici monrealesi hanno fatto ricorso al Presidente della Regione Sicilia contro il referendum per l'autonomia di Pioppo, per paura di perdere quello che hanno definito la parte più bella del territorio di Monreale, i soldi li hanno subito trovati. Ma se hanno così tanto a "cuore" questa parte di territorio che hanno riscoperto quando si sono resi conto che rischiavano di perderlo, perché non si attivano efficientemente ed efficacemente per salvaguardarlo dagli incendi e non solo? Siamo convinti che è una questione di natura politica e di particolari interessi, ma ci sorge un forte dubbio. Noi facciamo e continuiamo a fare la nostra parte e diciamo "Basta", ma il Comune di Monreale e i vari enti preposti alla lotta agli incendi boschivi, anche loro dicono "Basta"?
Ci auguriamo di sì, ma sembrerebbe di no, visto che anche questa estate gli incendi hanno cominciato a fare il loro corso e ricorso indisturbati, mettendo tra l'altro sempre più a rischio la vita degli operai forestali stagionali, (qualcuno l'anno scorso ci ha rimesso la vita), che svolgono il loro lavoro con dedizione e spirito di sacrificio, e che di questo passo, considerata la possibilità sempre più concreta che le aree boscate si riducano drasticamente se non si interviene seriamente, concretamente e tempestivamente, rischieranno di perdere il posto di lavoro con evidenti ripercussioni sociali in una realtà come la nostra, dove la stragrande maggioranza delle famiglie si sostiene economicamente grazie al bosco, importante risorsa occupazionale e lavorativa del luogo.
Non ci resta che piangere? Credo proprio di no. Non ci resta che protestare purtroppo, ricorrere al "dovere di protesta", oramai sempre più consueto, ordinario, quotidiano, necessario e indispensabile strumento per rivendicare i propri diritti.
Qui non c'è in gioco però solo il lavoro di molti operai forestali stagionali, qui si corre il rischio che il nostro territorio venga irrimediabilmente compromesso per effetti devastanti causati dagli incendi boschivi, che alterano e distruggono gli ecosistemi esistenti, determinano l'erosione superficiale con perdita del suolo fertile, l'alterazione chimico fisiche dei suoli e il dissesto idrogeologico, criticità queste, tali da innescare fenomeni di propensione alla desertificazione.
Ormai è in atto purtroppo nel nostro territorio, un degrado ambientale (rifiuti, incendi boschivi, acqua condotta idrica spesso inquinata, inquinamento atmosferico, fiume San'Elia scarico fognario etc..) incalzante, senza punto di ritorno, a cui i vari enti competenti non riescono a dare una soluzione, non riescono efficacemente a combattere, a contrastare ma soprattutto a prevenire e curare. Un degrado che devasta un territorio divenuto sempre più un malato cronico, vittima dell'incoscienza e della irresponsabilità dell'essere umano, dalle autorità al semplice cittadino, non curanti delle conseguenze del proprio operato, fondamentalmente e geneticamente irrispettoso nei confronti del proprio habitat.

08 Agosto 2013



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