Regione, i boschi più presidiati del mondo
di Carlo Alberto Tregua
Clientelismo forsennato dal costo enorme
Trovandoci in estate, sorge la preoccupazione degli incendi di cui
abbiamo cominciato ad avere notizie in questi giorni. Sembra incredibile
che nella nostra Regione, mentre i boschi dovrebbero essere i più
presidiati del mondo, invece sono oggetto di operazioni che li vogliono
distruggere. è ormai accertato che la maggior parte degli incendi ha
natura dolosa o colposa. Ciò accade perché il territorio non è
controllato. Ma questo è un non senso.
Leggiamo nell’ultima relazione della Corte dei Conti che l’assessorato regionale Territorio e Ambiente, Comando Corpo Forestale, ha alle proprie dipendenze ben 7.148 persone a tempo determinato e indeterminato, per una spesa di 99 milioni.
Non basta, l’assessorato regionale alle Risorse agricole, dipartimento Aziende foreste demaniali, ha alle proprie dipendenze 1.166 persone a tempo indeterminato oltre all’enormità di 17.094 a tempo determinato, con una spesa complessiva di 224 milioni.
Ecco dove sta l’enormità della questione. Con ben 25.408 dipendenti e operai, la Regione non è in grado di controllare i 5 mila chilometri quadrati di boschi, che rappresentano un quinto del territorio di tutta l’Isola.
Se dividiamo i 25mila dipendenti ed operai per i 5mila chilometri di boschi, ci accorgiamo che in estate il territorio dovrebbe essere presidiato da uno di essi ogni 200 metri quadrati. Ciò significa che se facessero veramente il lavoro per cui sono pagati, nessuno potrebbe appiccare il fuoco o creare altri danni, perché i 25mila dipendenti ed operai si guarderebbero fra loro a vista.
Va da sé che una razionalizzazione per presidiare il territorio nelle 24 ore, in tre turni, comporterebbe che le distanze fra ciascuno di operai e dipendenti e l’altro aumenterebbero, ma sarebbero sempre inferiori al chilometro quadrato.
Quella che precede non è una pura esercitazione, bensì un piano preciso che dovrebbe essere messo in atto dai due assessorati di concerto. Vorremmo sapere dai dirigenti generali, Gullo e Arnone, se hanno pensato a gennaio 2013 di realizzare questo piano e, a maggio, di metterlo in atto.
Non v’è dubbio che, dato quanto precede, qualunque incendio dovesse scoppiare sarebbe colposo e la responsabilità oggettiva per culpa in vigilando e mancato esercizio delle funzioni sarebbe di assessori e dirigenti.
Leggiamo nell’ultima relazione della Corte dei Conti che l’assessorato regionale Territorio e Ambiente, Comando Corpo Forestale, ha alle proprie dipendenze ben 7.148 persone a tempo determinato e indeterminato, per una spesa di 99 milioni.
Non basta, l’assessorato regionale alle Risorse agricole, dipartimento Aziende foreste demaniali, ha alle proprie dipendenze 1.166 persone a tempo indeterminato oltre all’enormità di 17.094 a tempo determinato, con una spesa complessiva di 224 milioni.
Ecco dove sta l’enormità della questione. Con ben 25.408 dipendenti e operai, la Regione non è in grado di controllare i 5 mila chilometri quadrati di boschi, che rappresentano un quinto del territorio di tutta l’Isola.
Se dividiamo i 25mila dipendenti ed operai per i 5mila chilometri di boschi, ci accorgiamo che in estate il territorio dovrebbe essere presidiato da uno di essi ogni 200 metri quadrati. Ciò significa che se facessero veramente il lavoro per cui sono pagati, nessuno potrebbe appiccare il fuoco o creare altri danni, perché i 25mila dipendenti ed operai si guarderebbero fra loro a vista.
Va da sé che una razionalizzazione per presidiare il territorio nelle 24 ore, in tre turni, comporterebbe che le distanze fra ciascuno di operai e dipendenti e l’altro aumenterebbero, ma sarebbero sempre inferiori al chilometro quadrato.
Quella che precede non è una pura esercitazione, bensì un piano preciso che dovrebbe essere messo in atto dai due assessorati di concerto. Vorremmo sapere dai dirigenti generali, Gullo e Arnone, se hanno pensato a gennaio 2013 di realizzare questo piano e, a maggio, di metterlo in atto.
Non v’è dubbio che, dato quanto precede, qualunque incendio dovesse scoppiare sarebbe colposo e la responsabilità oggettiva per culpa in vigilando e mancato esercizio delle funzioni sarebbe di assessori e dirigenti.
I boschi e le aree protette sono un patrimonio inestimabile della
nostra Sicilia. I quattro parchi regionali (Madonie, Nebrodi, Etna,
Alcantara) dovrebbero essere i primi attori della conservazione per
questa parte del territorio che, però, dovrebbe essere messo a reddito
consentendo e massimizzando la loro fruizione, con l’attrazione di
milioni di turisti da tutto il mondo.
Non solo, il patrimonio boschivo ha anche un’altra importantissima funzione qui totalmente ignorata e cioè il ciclo economico del legno. Cosa significa? Significa un sistema circolare di piantumazione e taglio periodico degli alberi, per esempio ventennale, in modo da ottenere dalla natura uno dei prodotti più importanti che essa produce spontaneamente e a bassi costi: il legno.
Ottenuta la materia prima, un’istituzione lungimirante - come la Regione dovrebbe essere - potrebbe stimolare l’insediamento d’impianti in una sorta di filiera che utilizzi tale preziosa materia prima.
Da essa si trae il legno lavorato, il pellet per riscaldamento, la cellulosa per carta, cartone e simili, e le biomasse per la produzione di energia. Ecco come si stimola l’occupazione. Creando condizioni favorevoli per l’impianto di nuove imprese in settori trainanti del mercato quali i quattro prima indicati.
Assessori capaci e onesti e dirigenti altrettanto capaci e onesti dovrebbero occuparsi in via principale di creare le condizioni per lo sviluppo delle imprese esistenti e l’insediamento di altre nuove, anche mediante l’internazionalizzazione.
Creare le condizioni significa eliminare autorizzazioni e balzelli, automatizzare le procedure, informatizzare i percorsi, responsabilizzare tutti i dirigenti di seconda e terza fascia nonché i dipendenti, facendo loro capire che la festa è finita e che ora bisogna mettersi di buzzo buono a lavorare intensamente, isolando inetti, incapaci e disonesti.
Continuare a tenere gli occhi bendati è criminale. è ora di togliersi la benda e guardare lontano.
Non solo, il patrimonio boschivo ha anche un’altra importantissima funzione qui totalmente ignorata e cioè il ciclo economico del legno. Cosa significa? Significa un sistema circolare di piantumazione e taglio periodico degli alberi, per esempio ventennale, in modo da ottenere dalla natura uno dei prodotti più importanti che essa produce spontaneamente e a bassi costi: il legno.
Ottenuta la materia prima, un’istituzione lungimirante - come la Regione dovrebbe essere - potrebbe stimolare l’insediamento d’impianti in una sorta di filiera che utilizzi tale preziosa materia prima.
Da essa si trae il legno lavorato, il pellet per riscaldamento, la cellulosa per carta, cartone e simili, e le biomasse per la produzione di energia. Ecco come si stimola l’occupazione. Creando condizioni favorevoli per l’impianto di nuove imprese in settori trainanti del mercato quali i quattro prima indicati.
Assessori capaci e onesti e dirigenti altrettanto capaci e onesti dovrebbero occuparsi in via principale di creare le condizioni per lo sviluppo delle imprese esistenti e l’insediamento di altre nuove, anche mediante l’internazionalizzazione.
Creare le condizioni significa eliminare autorizzazioni e balzelli, automatizzare le procedure, informatizzare i percorsi, responsabilizzare tutti i dirigenti di seconda e terza fascia nonché i dipendenti, facendo loro capire che la festa è finita e che ora bisogna mettersi di buzzo buono a lavorare intensamente, isolando inetti, incapaci e disonesti.
Continuare a tenere gli occhi bendati è criminale. è ora di togliersi la benda e guardare lontano.
03 Luglio 2013
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