Il rogo nel bosco dell'ex Siace domato solo all'alba
«Subito via ai lavori per creare percorsi tagliafuoco»
La mano dell'uomo prosegue, senza ritegno alcuno, nella sua opera di demolizione del "polmone verde" che si estende per l'intera lunghezza del suo fabbricato nell'area retrostante lo stabilimento ex Siace di Fiumefreddo, ubicato sul litorale di Marina di Cottone. Il vasto incendio boschivo che ha riguardato giganteschi piante di eucalipto, canneto, rovi e macchia mediterranea, sviluppatosi a partire dalle 16,40 di giovedì ha impegnato per tutto il pomeriggio e la notte due squadre dei vigili del fuoco di Riposto e una presenza del personale del corpo forestale distaccamento di Giarre che forniva gli autobotti di acqua. All'incirca alle 4 di ieri l'ispettore della forestale Giacomo Scaravilli, constatato che l'incendio non tendeva a spegnersi, ha richiesto l'aiuto dell'elicottero che ha iniziato il suo servizio alle 6,40 prendendo acqua direttamente dal mare e concludendo il servizio alle 8,15 con ben 39 fusti di acqua riversati nel bosco. Per altre due ore successive il personale di vigilanza ha provveduto a spegnere piccoli focolai che ancora erano presenti all'interno del folto terreno.
Alla fine sono stati complessivamente interessati 3,5 ettari di terreno che aggiunti ai 2 ettari di dieci giorni fa danno la dimensione del danno ambientale prodotto. L'ispettore Scaravilli informa che «sicuramente si tratta di atti dolosi ed in questa circostanza gli è stato riferito che erano due i punti dove è stato appiccato l'incendio».
Nella mattinata di ieri all'ingresso dell'ex stabilimento abbiamo avuto modo di incontrare il commissario del compartimento forestale di Giarre Pietro Calanna e il commissario della Provincia regionale di Catania, Antonella Liotta che ci ha riferito come da «mercoledì prossimo sarà avviato il lavoro di percorsi tagliafuoco per la sicurezza del sito». Noi dobbiamo riferire come il personale abbia dovuto operare in condizioni assai difficili anche per le pessime condizioni delle stradelle interne semisommerse da rovi e rami. Difficoltà che, ovviamente, hanno interferito parecchio con le operazioni di spegnimento.
Una strana sensazione, comunque, attanaglia l'opinione pubblica che nel "sogno" della creazione di un parco divertimenti a tema aveva creduto ed auspicato una svolta importante in termini di sviluppo e occupazione. Un impegno che la classe politica aveva assunto nel 2001 quando in un locale pubblico venne presentato il progetto di fattibilità del parco giochi più grande del Mezzogiorno d'Italia capace di veicolare nel giro di qualche anno oltre 3 milioni di vacanzieri.
Alla data odierna tutto il progetto è stato vanificato ed assistiamo alla Provincia regionale di Catania che decide di uscire dalla società "Sicilyland" vendendo le proprie quote azionarie. Tutto questo dopo che il giudice civile ha rigettato l'istanza avanzata dall'Ente intermedio di scioglimento della società per mancato raggiungimento dei patti parasociali.
Angelo Vecchio Ruggeri
27 Luglio 2013
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