07 giugno 2013

LA DISPERAZIONE E' SOTTO 'U LIOTRU


La disperazione è sotto 'u liotru
e Catania adesso sfida Crocetta

Chiediamo al governo regionale che intervenga subito su priorità come agricoltura, industria e turismo e che si sblocchino i cantieri per fare ripartire l'edilizia

Foto lasicilia.it


Andrea Lodato
Catania. Peggio di così? Meglio non dirlo, perché tutto è possibile, persino di vedere peggiorare la situazione, di non riuscire ad arrestare un'emorragia che sta dissanguando la città. Catania, lasciamo stare quello che fu perchè inutili sono le nostalgie d'antan, tanto più se andiamo a rivedere le suggestioni degli Anni ‘60. Parliamo di oggi. Angelo Villari, segretario generale della Cgil, conferma la drammatica impressione: «Sì, credo proprio che questa città oggi possa essere considerata un po' il simbolo della crisi che attanaglia, per quanto ci riguarda, tutta la Sicilia. Del resto se registriamo un tasso di povertà che ha raggiunto il 43%, a fronte di un 25% nazionale, abbiamo la prova di quel che stiamo dicendo. I numeri - aggiunge Villari - sono inequivocabili e drammaticamente indicativi. Disoccupazione oltre il 30%, quella giovanile e femminile molto oltre il 50%. E' un disastro. Inutile dire che già da almeno due anni avevamo lanciato l'allarme. Ora bisogna pensare a oggi e domani».
Oggi e domani. Partiamo da oggi, però, perché siamo all'emergenza viva e anche dire che c'è il rischio che la situazione esploda è fuori luogo e fuori tempo. Basta guardare la vertenza di Aligrup, che coinvolge oltre 1500 persone, più della Fiat di Termini, per capirci.
«Purtroppo sì, perché - dice Villari - la situazione è già esplosa, anche se pur nella disperazione e nel grande disagio, c'è un atteggiamento di straordinaria dignità e grande civiltà. Ma bisogna passare subito all'azione, alla reazione anzi».
Azione-reazione. Oggi Catania ha disperatamente bisogno di sostegni, supporti, aiuti per chi è stato espulso dal mercato del lavoro ed è finito in mezzo alla strada.
«Tra lavoratori a tempo indeterminato e tempo determinato, calcoliamo che abbiano perduto il posto qualcosa come 30 mila persone. Che cosa fare oggi? garantire ammortizzatori sociali, la cassa integrazione ordinaria e in deroga, ma con rapidità, perché non è più possibile attendere i tempi burocratici. Questo lo diciamo alle istituzioni, a chi può provare a fare accelerare gli iter per garantire ai lavoratori questi sostegni per vivere. L'elenco di chi vive nel disagio è enorme, interminabile. non c'è tempo da perdere».
Perchè peggio di così si può. Ci sono più che in bilico i lavoratori legati o collegati alla pubblica amministrazione, da quelli della Formazione ai forestali, dai precari del pubblico impiego alle imprese che avanzano crediti dalla Pa. Allora le parole d'ordine che lancia la Cgil da Catania, città simbolo della crisi, sono lavoro produttivo e lavoro dignitoso.
«Lavoro produttivo, perchè non ci interessa dare ai lavoratori stipendi che siano fine a se stessi, che siano assistenza. Il lavoro deve essere produttivo, bisogna fare in modo che anche quello che sinora ha funzionato poco e male lo diventi. Pensiamo alla Formazione, per esempio. Si corregga, naturalmente, ma la si trasformi in quel che è in Paesi come la Germania, dove serve davvero a formare, a creare professionalità, lavoratori preparati. E poi pensiamo ad un lavoro che sia dignitoso, perché non è dignitoso quello per cui in un caller center pagano ad un giovane 300 euro un mese di lavoro».
A questo punto è chiaro che non bastano solo le parole, non le buone intenzioni. Villari dice che Catania, così come del resto la Sicilia, sta pagando la mancanza di un vero progetto di sviluppo che sia chiaro e che sia sostenuto sino in fondo. E il pensiero va alla Regione, al governatore Rosario Crocetta. Villari senza mezza termini, ma con grande serenità: «Lanciamo una sfida al presidente Crocetta, perché dopo questa prima fase di governo, dopo avere giustamente affermato il principio che la legalità deve prevalere su tutto, è fondamentale che la Regione faccia scelte precise, indichi quel progetto, quel piano di sviluppo per il futuro. Non si può pensare ad intervenire pezzo dopo pezzo, ci vuole una organicità. Noi crediamo che si debba puntare sull'agricoltura di qualità, sull'industria di eccellenza, sul turismo, che da queste parti potrà vantare adesso anche l'Etna patrimonio dell'Unesco. Serve, in una parola, una politica industriale. Crocetta e il suo governo devono dimostrare di potere e sapere passare a questa fase».
Ma non è tutto. Villari chiede che si spendano, per esempio, quei tre milioni per Catania, nove in tutta la provincia, del piano di coesione sociale finalizzati proprio a sostenere chi è in difficoltà. Chiede che si facciano partire cantieri per messa in sicurezza di edifici e territorio. «Tutti interventi che sollecitiamo da tempo e che ridarebbero subito ossigeno e speranza anche a questa città che non ha nessuna voglia di essere simbolo della crisi, ma vuole essere capitale di un riscatto».

06 Giugno 2013







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