04 giugno 2013

CRISI. L’ULTIMATUM AL GOVERNO, DI CGIL CISL UIL


CRISI. L’ULTIMATUM AL GOVERNO, DI CGIL CISL UIL 


Nel teatro Politeama di Palermo giovedì 6 la manifestazione unitaria “per una strategia di sviluppo produttivo”. Oltre mille i delegati. Cisl: pronti al dialogo ma “preoccupano l’infiammarsi quotidiano delle proteste. E gli indicatori economici e sociali”
Cisl Sicilia - Foto Notizia
Sarà un ultimatum. Una diffida in piena regola al governo della Regione, che arriverà a valle del susseguirsi di proteste sociali delle ultime settimane: dai formatori agli edili ai forestali agli operatori dei rifiuti. A lanciare il monito a Palazzo d’Orleans, saranno Cgil Cisl Uil che riuniranno nel teatro Politeama di Palermo oltre mille delegati sindacali. La manifestazione unitaria, per chiedere all’esecutivo regionale di mettere al centro della propria agenda e del confronto tra governo, politica, enti locali e forze sociali, i temi della crisi e di una “strategia per uscire dalla crisi” attraverso, si legge in una nota sindacale, “politiche per lo sviluppo produttivo, il risanamento, nuove tutele sociali”. Servono, ripete Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, “politiche per attrarre e sostenere investimenti, per accelerare e dare efficienza alla spesa dei fondi Ue. Per far fronte all’emergenza economica e sociale”. Al Politeama la manifestazione dei confederali entrerà nel vivo a partire dalle 9,30. Sono previste testimonianze personali poi le conclusioni dei segretari generali regionali. I tre numeri uno reinvieranno al presidente della Regione, Rosario Crocetta, la richiesta di un confronto sociale generale. Ma “sarà l’ultima spiaggia”, sottolinea Bernava. Da otto mesi il governo è preso, pressoché unicamente, da vicende politico-elettorali. “Senza idee, strategie e azioni di governo definite per uscire dalla crisi e fronteggiare l’emergenza”. Noi siamo pronti – dichiara il segretario Cisl – al dialogo e a dare il nostro contributo. Ma Crocetta sappia che nella società la febbre è alta. Molto alta”. A riprovarlo sono l’infiammarsi quotidiano delle proteste. E tutti gli indicatori economici e sociali. (ug)

04 Giugno 2013





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