16 maggio 2013

I BOSCHI SONO PRONTI PER AFFRONTARE UN'ESTATE DI FUOCO CHE LI RIDURRA' IN CENERE



Gli operai forestali non ci stanno: anche quest’anno avviamento a maggio, per quale progetto? [GALLERIA FOTO]

 Scritto da Piera Autovino (nella foto
I nostri boschi, oggi, sono già pronti per affrontare un’estate di fuoco che li ridurrà in cenere. Tutti possiamo parlare dei boschi. Ognuno secondo le proprie esperienze o le proprie competenze. E parliamone!


Se guardiamo all’argomento dalla prospettiva dell’utilità possiamo dire che il bosco è utile per gli esseri viventi, e l’uomo lo utilizza in mille modi differenti: c’è chi vi fa delle passeggiate anche solo per respirare aria pura e c’è chi fa finta di prendersene cura; c’è chi vi fa jogging e chi muore per proteggerli e c’è chi fa finta di lavorarci; c’è chi vi specula politicamente e sindacalmente e c’è chi fa progetti per i boschi senza averne mai percorso un viottolo; c’è chi ruba la legna da ardere, c’è chi se la fa pure caricare in macchina e c’è chi fa la richiesta e paga; c’è chi vi fa pascolare gli animali e c’è chi coltiva erbe aromatiche e orticelli biologici di lattuga di montagna per casa propria e altrui; c’è chi vi organizza “schiticchi” e intrattenimenti tra amici, colleghi e parenti e c’è chi li incendia senza pentimenti, ma c’è anche chi cerca di proteggerli e ci lavora veramente.
Forse sono poche, ma fra queste persone ci sono alcuni operai forestali che conoscono i ritmi biologici del bosco, che lo vivono con amore e che vogliono prendersene cura sensibilizzando non solo i cittadini, ma anche chi ha un ruolo di responsabilità per progettare interventi, ma soprattutto per vederli realizzati.
Sappiamo che attorno e dentro ai boschi “girano” tanti milioni di euro.
Ma chi paghiamo per lavorare nei boschi e per i boschi?
L’azienda foreste siciliane è una grande organizzazione. Nei cantieri lavorano tante persone più o meno specializzate: operai, capi squadra e agenti tecnici. Negli uffici lavorano tantissimi impiegati e dirigenti con mansioni di responsabilità. Ma cosa fanno? Da due anni gli operai forestali cominciano a lavorare a maggio e, quest’anno, fino ad oggi, sono stati alle prese con le visite mediche che ci costano milioni di euro. Già da due anni, inoltre, gli avviamenti degli operai delle fasce (71isti, 101isti e 151isti) iniziano quando le attività di prevenzione incendi dovrebbero essere già concluse. Quali sono, dunque, i progetti che predispongono? Viene effettuato il controllo giornaliero sui progetti? Chi lo effettua e come?
Crocetta ha da poco individuato nuovi ambiti lavorativi solo per gli operai forestali, come se all’interno dei boschi non ci fosse più nulla da fare. E i dirigenti allora? Per chi e cosa progetteranno?
Sembra quasi che il presidente della regione e i suoi assessori abbiano decretato l’abbandono dei boschi.
Indubbiamente, 27 mila operai pesano sulle casse della Regione, ma con questo enorme contingente i boschi dovrebbero essere un “paradiso terrestre” e invece, ogni anno, è un inferno continuo. Come è possibile?
I nostri boschi, oggi, sono già pronti per affrontare un’estate di fuoco che li ridurrà in cenere, dopo aver speso milioni di euro in Canadair e squadre antincendio che non possono operare se non a rischio della vita degli operai all’interno dei boschi abbandonati. Chi ha preparato questo scempio negli anni? E chi paga per tutto questo?
Chi ama il bosco lo vive ogni giorno anche quando non ci lavora, lo vede, lo fotografa e chiede conto e ragione [vedi la galleria fotografica].
Proveremo a cercare addetti ai lavori preparati e disponibili a rispondere a queste e ad altre semplici domande che da decenni si pongono molti cittadini monrealesi.

15 Maggio 2013



Guarda la galleria fotografica












3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Collega condivido il tuo pensiero. Mi dispiace per colpa di qualche insinuatore, da ora in poi i commenti devono essere firmati con nome e cognome. Cordiali saluti.

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  3. mancanza di progetti:come CAUSA DETERMINANTE il dissesto idrogeologico e il rischio incendi e come MOTIVO per cui mancano i finanziamenti europei

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