Faraone (Pd): “Il bilancio di Crocetta e Bianchi? Uguale a quello di Lombardo e Armao”
A quanto pare, non siamo più soli a sollecitare l’apertura di un contenzioso con il Governo di Mario Monti. Anche il parlamentare nazionale del Pd, Davide Faraone, dice testualmente in un comunicato stampa: “Urge l’apertura di un vero e proprio contenzioso con lo Stato per riaprire la borsa chiusa dal patto di ‘stupidità’. Oltre 4 miliardi di euro bloccati che sarebbero un toccasana per la Sicilia”.
Certo Faraone non parla del Fiscal Compact in forza del quale il Governo nazionale ci sta scippando 800 milioni di euro. Si limita a ricordare il ‘Patto di stabilità’ che giustamente definisce di ‘stupidità’. Ma che, nel silenzio generale, ci sia un deputato nazionale, per giunta del Pd, che ha il coraggio di mettersi contro il Governo di Mario Monti è un fatto importante.
Certo, Faraone è il leader, in Sicilia, della corrente del Pd che, a livello nazionale, fa capo a Matteo Renzi. E questo lo rende di certo più libero rispetto ai suoi compagni di Partito che debbono rispettare la linea ‘sovietica’ di Bersani. Ma, lo ribadiamo, è già importante che un parlamentare nazionale eletto in Sicilia ammetta che Roma – come LinkSicilia scrive da mesi – sta creando grandi problemi alla Sicilia.
Per il resto, sulla manovra economica si sa poco o nulla. Si conosce la nota di variazioni di cui abbiamo parlato ieri. Un documento insignificante senza il raffronto con la finanziaria. Per il semplice fatto che mezzo bilancio è finito, appunto, nella finanziaria che arriverà a Sala d’Ercole stasera.
Ma anche quello che arriverà stasera andrà preso con le pinze. Ufficialmente, anche se con notevole ritardo, si sta provando a rispettare, se non le regole, quanto meno la forma. La finanziaria dovrà passare dalle Commissioni legislative di merito dove, con molta probabilità, arriveranno le prime modifiche. Soprattutto nella parte che punta a far pagare il conto alle categoria più deboli.
L’assessore regionale all’Economia, Luca Bianchi, dice che tutto va bene. Dice che ci sono i soldi per i forestali, per i precari e per i Comuni. Secondo noi, i soldi sono pochi e non basteranno. Basterebbero se il Governo della Regione avesse acceso – come anche Faraone sollecita – un contenzioso con Roma. Invece questo contenzioso non c’è, forse perché sulla plancia di comando c’è questo assessore Bianchi che a noi convince sempre di meno.
In ogni caso, la vera partita – con i numeri veri della manovra – si giocherà in Commissione Bilancio e Finanze e in Aula. Noi ci auguriamo che i parlamentari grillini riescano a far vedere ai cittadini siciliani in diretta, via streaming, i lavori della Commissione Bilancio e Finanze.
Detto questo, la verità su questa manovra dovremo andarla ‘tradurre’ quando arriverà in Gazzetta Ufficiale. Dopo una probabile impugnativa da parte del Commissario dello Stato. Diciamo questo per un motivo semplice: perché, a nostro avviso, con Roma che ha preso i nostri soldi, corriamo il rischio di coperture finanziarie fittizie o immaginifiche.
Intanto Faraone va all’attacco del Governo di Rosario Crocetta. Tema: naturalmente il bilancio 2013. “Una proposta di bilancio – scrive Faraone – in assoluta continuità con le proposte di Lombardo e dell’ex assessore Armao. Tagli lineari che colpiscono tutto indistintamente: cultura, ambiente, welfare. Uniche costanti, le risorse per precari, forestali ed enti locali, che senza vere riforme appaiono addirittura “diseducative”.
“Continua a non destinarsi un solo euro per lo sviluppo – prosegue il deputato nazionale del Pd – per il credito d’imposta, per agevolazioni alle imprese, per il turismo. Oltre il sessanta per cento delle risorse sono trasferimenti ad enti locali, Asp e simili, il dodici per cento per pagare dipendenti e pensionati, l’otto per cento per funzionamento, il cinque per cento per interessi”.
Un bilancio ingessato – conclude Faraone – che non serve a nulla. Una struttura di 20.000 persone, dipendenti a vario titolo della Regione, pagati per sopravvivere e allungare l’agonia. Nessuna attenzione al futuro”.
Sul bilancio interviene anche il capogruppo del Pdl, Nino d’Asero. Che spiega: “In un periodo di forti tensioni sociali, causate da mancati interventi positivi nei confronti di precariato, piccole e medie imprese, agricoltura e forestali e tant’altro ¬ non sono queste le variazioni di Bilancio che ci aspettavamo”.
17 Aprile 2013
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