In provincia 1085 gli occupati e 390 gli operatori antincendio nel territorio ibleo
Vertenza forestali: sindacati sul piede di guerra
Contestato anche il piano della riforma dell’assessorato alle Risorse Agricole e Alimentari che prevede il taglio dei dipartimenti e il raggruppamento in tre macro consorzi gli attuali consorzi di bonifica
La vertenza dei forestali in Sicilia si colora di tinte
forti. I sindacati confederali di categoria sostenuti dalle segreterie
generali del sindacato contestano nel metodo e nel merito la politica
sin qui portata avanti dal Governo della Regione.
Lo hanno detto a chiare lettere questa mattina nella sede della Fai CISL di Ragusa alla stampa i segretari generali della Fai CISL, Ragusa - Siracusa Giuseppe Linzitto, della Flai CGIL, Salvatore Carpintieri e della UILA Concetta Di Gregorio. Non va giù ai sindacati l’atteggiamento del Presidente della Regione che sinora ha rifiutato un confronto con le parti sociali partorendo una delibera che prevedendo il blocco del turn-over l’aleatorietà dei finanziamenti per il settore e pur contenendo alcuni elementi innovativi presenta indicazioni confuse e penalizzanti sullo sbocco che si vuole dare alle risorse umane e alla futura gestione che sembra finalizzata al disimpegno diretto della Regione.
La galassia dei forestali è composita: settemila sono gestiti dal comando del Corpo Forestale per l’antincendio boschivo e altri 18 mila gestiti dall’aziende foreste per la manutenzione dei boschi.
In provincia di Ragusa il tema è molto sentito considerato che sono 1085 gli occupati nei contingenti delle varie fasce e 390 gli operatori antincendio nel territorio ibleo laddove si sta andando avanti solo per l’esecuzione di alcuni progetti ancora da completare.
Nella mancata trattativa pesa l’assenza di una programmazione finanziaria, sono necessari 330 milioni di euro su base regionale, e questo ha determinato la concretizzazione dell’accordo sottoscritto nel 2009 con l’aumento delle ore e la scomparsa della fascia dell’orario minimo.
La cosa che non convince il sindacato è la unificazione delle fasce di garanzia occupazionale senza incremento e la previsione delle giornate di garanzia occupazionale valide ai fini previdenziali, anche le giornate lavorative eventualmente svolte alle dipendenze di soggetti privati che nei fatti determinerà, al contrario di quanto sostiene la Regione, il fenomeno del lavoro nero.
La delibera del governo rispecchia in toto l’assenza di un confronto con il sindacato. Contestato anche il piano della riforma dell’assessorato alle Risorse Agricole e Alimentari che prevede il taglio dei dipartimenti e il raggruppamento in tre macro consorzi gli attuali consorzi di bonifica.
L’unico terreno d’intesa l’impiego diversificato dei forestali in opere di scerbatura nei siti archeologici e nelle aree a valenza turistiche, nel consolidamento del territorio per fronteggiare il dissesto idrogeologico e contrastare il continuo abbandono e spopolamento delle aree interne della Sicilia.
Lo hanno detto a chiare lettere questa mattina nella sede della Fai CISL di Ragusa alla stampa i segretari generali della Fai CISL, Ragusa - Siracusa Giuseppe Linzitto, della Flai CGIL, Salvatore Carpintieri e della UILA Concetta Di Gregorio. Non va giù ai sindacati l’atteggiamento del Presidente della Regione che sinora ha rifiutato un confronto con le parti sociali partorendo una delibera che prevedendo il blocco del turn-over l’aleatorietà dei finanziamenti per il settore e pur contenendo alcuni elementi innovativi presenta indicazioni confuse e penalizzanti sullo sbocco che si vuole dare alle risorse umane e alla futura gestione che sembra finalizzata al disimpegno diretto della Regione.
La galassia dei forestali è composita: settemila sono gestiti dal comando del Corpo Forestale per l’antincendio boschivo e altri 18 mila gestiti dall’aziende foreste per la manutenzione dei boschi.
In provincia di Ragusa il tema è molto sentito considerato che sono 1085 gli occupati nei contingenti delle varie fasce e 390 gli operatori antincendio nel territorio ibleo laddove si sta andando avanti solo per l’esecuzione di alcuni progetti ancora da completare.
Nella mancata trattativa pesa l’assenza di una programmazione finanziaria, sono necessari 330 milioni di euro su base regionale, e questo ha determinato la concretizzazione dell’accordo sottoscritto nel 2009 con l’aumento delle ore e la scomparsa della fascia dell’orario minimo.
La cosa che non convince il sindacato è la unificazione delle fasce di garanzia occupazionale senza incremento e la previsione delle giornate di garanzia occupazionale valide ai fini previdenziali, anche le giornate lavorative eventualmente svolte alle dipendenze di soggetti privati che nei fatti determinerà, al contrario di quanto sostiene la Regione, il fenomeno del lavoro nero.
La delibera del governo rispecchia in toto l’assenza di un confronto con il sindacato. Contestato anche il piano della riforma dell’assessorato alle Risorse Agricole e Alimentari che prevede il taglio dei dipartimenti e il raggruppamento in tre macro consorzi gli attuali consorzi di bonifica.
L’unico terreno d’intesa l’impiego diversificato dei forestali in opere di scerbatura nei siti archeologici e nelle aree a valenza turistiche, nel consolidamento del territorio per fronteggiare il dissesto idrogeologico e contrastare il continuo abbandono e spopolamento delle aree interne della Sicilia.
12 Aprile 2013
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