L'assessore Cartabellotta va alla guerra
“Sicilia senza foreste,
che fanno i forestali?”
Resteranno in vita senza esserci. Non è un enigma. Dopo averli tenuti sul libro paga per mezzo secolo,
facendone una delle bandiere della Regione, ci si è accorti che la
Sicilia non ha foreste e, quindi, non sa che farsene dei forestali.
L’Isola possiede boschi, semmai avrebbe dovuto servirsi di boscaioli, ma è andata com’è andata e non è il caso di fasciarsi la testa.
“Se chiediamo soldi per pagare i forestali all’Europa, osserva
l’assessore alle risorse agricole – Dario Cartabellotta – ci mandano al
diavolo. Sanno che non abbiamo foreste e si fanno una gran risata”.
Veramente ci sono anche quattrocento trattoristi senza trattori al servizio della Regione, ma questa è un’altra storia, non si può avere tutta dalla vita. Una pena al giorno.
La rivoluzione qui significa cambiare nome a una categoria di lavoratori
che ha segnato il cammino delle risorse pubbliche e fatto parlare di
sé, insieme ai precari, come il comparto più esposto alla spesa
assistenziale.
“Non sarà più così”, assicura
Cartabelllotta che è un funzionario regionale ed un esperto del settore
prima che un componente della giunta di governo. E dal tono che adopera, c’è da credergli.
E’ come se avesse giurato sulla bibbia davanti ad un folto gruppo di
giornalisti che è venuto ad ascoltarlo a Palazzo d’Orleans in una
conferenza stampa.
I siciliani si sentiranno spaesati senza
i forestali al centro delle cronache, ma Cartabellotta si sentirà
invece sollevato, perché dal giorno in cui i forestali non saranno più tali e verranno adibiti a tutto ciò che serve,
immettendoli nel ciclo produttivo (manutenzione, vigilanza, demanio di
eccellenza…) con finanziamenti europei e progetti di sviluppo, dando
loro compiti nuovi di pubblica utilità, invece che l’esercito degli
assistiti saranno la spina dorsale del comparto economico più
“speranzoso” dell’Isola.
Cartabellotta ha progetti, idee e
proposte legislative che potrebbero fare compiere un salto di qualità
all’agricoltura siciliana: dal turismo ambientale al turismo
terapeutico, dall’enogastronomia all’agroturismo e all’uso del demanio
di eccellenza. “Ci sono 200 mila ettari di demanio da mettere nel
sistema”, ricorda. “Abbiamo insediato 1500 giovani nel settore agricolo
e vogliamo che sia la campagna, il loro futuro… Non è un un comparto
residuale, ma trainante, lo dimostreremo con i fatti. C’è da investire
sull’agricoltura sociale, terapeutica, turistica…Non sono idee buttate
giù alla meglio, ma provvedimenti di governo, proposte legislative,
fatti insomma”.
Passare dall’assistenzialismo significa
legare alla produttività le forze lavoro, un salto politico e culturale
molto forte. Ma Cartabellotta confida nella volontà del suo governo e
del suo Presidente, che quando c’è da mettere sottosopra le cose è un maestro. “Ci
siamo mesi in testa di riordinare il sistema”, dice Cartabellotta. “E
di proteggere e sviluppare le nostre produzioni. Perfino Papa Francesco
sa che in Sicilia si mangia…divinamente”.
Sulla tutela dei prodotti siciliani l’assessore ha idee precise, anche queste del tutto originali. “Non basta il marchio del made in Sicily, abbiamo subito e subiamo truffe quotidiane,
i nostri produttori vengono bypassati e si perpetrano imbrogli
colossali. Vengono immessi nel mercato prodotti con il marchio “made in
Sicily”, che invece arrivano dall’altra parte del mondo . Non possiamo
starcene a guardare, alcuni produttori, come Maurizio Ciaculli,
denunciano le truffe, e noi stiamo dalla loro parte. Naturalmente
Ciaculli non sa che farsene della solidarietà, gli serve qualcosa di più
concreto. Credo che si debba pretendere il “Born in Sicily”, un marchio doc certificato e controllabile. E chi non lo usa, deve restare fuori da qualunque tipo di rapporto o assistenza della Regione…”.
20 Marzo 2013
Se l'Assessore con questi toni vuol far spaventare i lavoratori forestali si sbaglia di grosso, i lavoratori in questione non hanno paura del lavoro anzi non vedono l'ora di essere impiegati 365 giorni l'anno, vedo in questo momento un pò di confusione e cioè ci si vuole liberare dei forestali, vedete che NOI non siamo la casta, siamo ansiosi di sapere quale sarà il nostro futuro, boschi o no. Di chi è la colpa se fino adesso il sistema precariato è stato clientelare e improduttivo? Chi sono i complici? I forestali sicuramente no, fuori tutti i nomi!
INNANZITUTTO, GRAZIE A CHI SI OCCUPA DI QUESTO SITO. E'IMPARZIALE E UTILISSIMO PER I FORESTALI E LE LORO FAMIGLIE PERCHE' SAPPIAMO IN TEMPO REALE NOTIZIE SULLA NOSTRA CATEGORIA.
RispondiEliminaPOI, VORREI DIRE UNA COSA IMPORTANTE, COMUNE A TUTTI I LAVORATORI.....VOGLIAMO LAVORARE, COME ABBIAMO FATTO NEGLI ALTRI ANNI E SOPRATTUTTO VOGLIAMO ESSERE STABILIZZATI....BASTA PRECARIATO.
ALLE POSTE SONO ENTRATE PERSONE CHE DOPO POCHI MESI HANNO FATTO RICORSO E SONO ENTRATI A TEMPO INDETERMINATO.
NOI SIAMO PRECARI DA 15, 20, 27 ANNI....BASTA!!!!!
VOGLIAMO CHE LE PERSONE DI BUONA VOLONTA', SINDACATI E POLITICI, CI TUTELINO, CHE AIUTINO LE NOSTRE FAMIGLIE!!!!
FACCIAMO RIPARTIRE L'ECONOMIA, DIAMO UN LAVORO AI FORESTALI, ANTINCENDIO E AZIENDA, AI PRECARI, UN SALARIO MINIMO AI PADRI DI FAMIGLIA DISOCCCUPATI....SIAMO STANCHI DI LEGGERE SUI GIORNALI CHE I PADRI DI FAMIGLIA SI SUICIDANO PER DISPERAZIONE, CHE QUALCUNO RUBA PER DISPERAZIONE, RISOLLEVIAMO LE FAMIGLIE DELLA NOSTRA AMATA ISOLA!!!!!
POLITICI, SINDACATI, NON IMPORTA IL COLORE.....AVETE UNA MISSIONE, AIUTARE LA COLLETTIVITA'. GRAZIE.