La Vicari si dichiara certa
«Al Senato per il Pdl è fatta
alla Camera sul filo di lana»
Lillo Miceli
Palermo. Berlusconi arriva a Palermo. E la senatrice Simona Vicari è convinta che la vittoria è possibile. Il centrodestra, secondo la candidata del Pdl al Senato, è a portata di mano anche alla Camera dei deputati dove fino a qualche settimana fa i pronostici non erano favorevoli al centrodestra.
Senatrice Vicari, nell'Isola si gioca una importante battaglia per la conquista del governo nazionale. Pensa che i siciliani voteranno ancora per Berlusconi?
«Il popolo siciliano è abbastanza critico, attento a ciò che accade e ha fiducia in Berlusconi per ciò che è riuscito a fare in questi anni. E' l'unico credibile nel panorama politico tradizionale. Bersani e Monti rappresentano anch'essi partiti di governo, chi contesta vota per altri. La vittoria al Senato è scontata, mentre siamo sul filo di lana per la Camera. Stiamo recuperando parecchio, grazie all'impegno di Berlusconi. Ma sono in tanti che stanno tornando nel Pdl, come, per esempio, l'ex-sindaco di San Giuseppe Jato, Siviglia».
E, comunque, dovete fare i conti con l'agguerrita concorrenza del centrosinistra e della lista del presidente della Regione, Crocetta, che fa proseliti quotidianamente.
«Gli elettori bocceranno Crocetta. Non è possibile che un presidente della Regione faccia campagna acquisti, promettendo prebende, offendendo quei siciliani che lo hanno votato, appena il 13%. Un sindaco non può cambiare casacca solo perché gli viene promesso un contributo o un finanziamento. In ogni caso, con i problemi che i sindaci devono fronteggiare quotidianamente nel governare le città, difficilmente riescono a orientare il consenso. Da Lombardo a Crocetta non è cambiato nulla alla Regione. Non è questa la rivoluzione».
Però, Berlusconi ha voluto ha voluto Lombardo come alleato in Sicilia e la Lega al Nord proprio per vincere la partita del Senato.
«Con Lombardo non c'è un'alleanza programmatica, ma elettorale. Cercheremo di accontentare le istanze sia del Nord sia del Sud. Per quanto mi riguarda, prima dello scioglimento del Parlamento, in collaborazione con i sindaci, mi sono battuta affinché venissero stanziati trentacinque milioni di per la valle del Belice».
Il ponte sullo Stretto di Messina rischia di rimanere una promessa mai mantenuta.
«Berlusconi sul ponte, che avrebbe dovuto essere propedeutico al raddoppio ferroviario e a tutte le altre infrastrutture necessarie, ha sempre creduto. Prodi lo bloccò in tre minuti, ma col ritorno del Pdl al governo, il ponte sarà fatto».
Negli ultimi tempi c'è stata una riscoperta dell'autonomismo. Lei che è stata per tre legislature deputato regionale, cosa pensa dello Statuto speciale?
«Non sono molto innamorata dell'Autonomia. Si dice che se non funziona è per colta dei politici. Mi chiedo: è possibile che in sessant'anni non ci sia mai stato un politico capace? L'Autonomia va ripensata e che ci sia la Lega nella coalizione di governo può essere un vantaggio. Perché è la via del federalismo quella che può portare allo sviluppo, invece di andare sempre a Roma a rivendicare risorse che poi si spendono male, in nome dell'autonomismo. E' anche vero che la Sicilia ha perso grandi occasioni. Quando impieghiamo solo il 23% dei fondi europei che credibilità possiamo avere? I finanziamenti destinati agli investimenti sono stati utilizzati per i precari, mentre uno degli ultimi atti del governo Lombardo è stato quello di pagare i forestali con il Fas. I siciliani hanno un gap di credibilità nei confronti della politica nazionale».
Non c'è solo un gap di credibilità, ma anche quello, ancor più importante, dell'economia siciliana rispetto a quella del resto d'Italia.
«Una delle soluzioni che potrà adottare il Parlamento per aiutare le aree depresse, è quella di trovare procedure più snelle relativamente a quei fondi che vengono assegnati per opere strategiche. L'ideale sarebbe creare un sistema, come quello americano, che non prevede le autorizzazioni preventive, ma i controlli ex post, prevedendo pesanti sanzioni per chi non rispetta le regole».
Lo dice da tempo anche Miccichè.
«Io l'ho sperimentato giù da sindaco di Cefalù. Anni molto belli, anche perché ho dimostrato che si possono realizzare le opere ed essere amministratori onesti».
16 Febbraio 2013
Gli e lo hanno spiegato che non siamo ancora stati pagati?
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