17 dicembre 2012

A NATALE LA RISERVA DELLO ZINGARO E' NUOVAMENTE PERCORRIBILE




Zingaro, a Natale riserva di nuovo percorribile


 
Uno scorcio dalla Riserva dello Zingaro. FOTO PEPI

Dopo gli incendi di agosto il Giornale di Sicilia ha dato il via a una campagna per far rinascere l'area. Ora saranno riaperti tutti i sentieri


di MAX FIRRERI
TRAPANI. Il Natale sarà festa anche per la Riserva dello Zingaro che, dopo meno di sei mesi dall'incendio che l'ha distrutta, riaprirà tutti i sentieri. Via i divieti temporanei, questo pezzo di paradiso siciliano tornerà - proprio a ridosso della Natività - ad essere fruibile ai visitatori ma, soprattutto, agli appassionati - anche stranieri - di trekking che in questi mesi hanno dovuto fare retromarcia davanti ai sentieri sbarrati per pericolo crolli. La garanzia l'ha data Vincenzo Di Rosa, direttore generale del Dipartimento Aziende Foreste della Regione Siciliana. Ora che tutto è stato messo in sicurezza, le staccionate in legno risistemate e la segnaletica ricollocata ad ogni bivio (così per com'era prima che le fiamme la divorassero) qui si respirerà un'aria nuova: torneranno ad essere fruibili anche i sentieri alti e quelli di mezzo che attraversano la Riserva da Scopello sino a San Vito Lo Capo. Non c'è più l'odore acre della cenere spinto dalle folate di scirocco, ma il profumo di una vegetazione rinata. Nello Zingaro i forestali precari hanno rimesso in piedi ciò che era andato distrutto in quel dannato inizio agosto. Con fatica, con amore e, soprattutto, con pochi spiccioli: «Lavori in economia» tiene a puntualizzare Di Rosa, mettendo nell'archivio della memoria gli annunciati - e mai messi in atto - interventi finanziari straordinari che deputati e assessori dell'epoca proposero, mettendo i piedi sulla cenere e davanti gli obiettivi delle telecamere insieme al direttore Valeria Restuccia. Tutto è finito così. Tranne la passione dei forestali che, nonostante i contratti coi giorni contati, hanno scelto la via dell'impegno serrato per fare in fretta, bonificare i sentieri, ricostruire le staccionate e i segnali in legno.
La natura, dal canto suo, è stata già abbondantemente generosa: il nero spettrale di agosto e settembre è stato cancellato dal verde rigoglioso, complice la pioggia: «La maggior parte delle specie che compongono la flora della riserva hanno un elevato grado di resilienza, cioè di capacità rigenerative al passaggio del fuoco purché questi eventi non abbiano elevata ricorrenza», ha ribadito l'ingegnere Di Rosa. I risultati della rinascita sono sotto gli occhi di tutti. Le palme sono tornate verdi e in alta quota in mezzo alla prateria sono spuntati pure i coloratissimi iris. Ma per le macchie di bosco distrutte i tempi sono molto più lunghi: «L'altro danno imponente è stato inferto al lento processo di ricostituzione della lecceta e della sughereta con la carbonizzazione degli arbusteti che rappresentano lo stadio di vegetazione che precede e favorisce l'insediamento e la crescita del bosco - spiega ancora Di Rosa - per un nuovo bosco dovremo aspettare parecchi decenni e anche la presenza della fauna è strettamente legata alle comunità vegetali sia dal punto di vista trofico che della possibilità di trovare riparo e pertanto ne seguirà l'evoluzione».
Allo Zingaro, per fortuna, si sono rivisti nuovamente i cinghiali ma anche i volatili che la Lipu torna ad osservare periodicamente durante le battute di birdwachting. Attività che sarà più intensa nei prossimi mesi, proprio durante il periodo di nidificazione di alcune specie rare: «L'indicatore biologico è dato proprio dal ritorno sulle montagne dell'aquila del Bonelli e del Falco pellegrino - dice Nino Provenza, delegato siciliano della Lipu - la prima si nutre maggiormente di conigli, il Falco, invece, si nutre di uccelli. Se torneranno a nidificare allo Zingaro ciò significa che anche la fauna terrestre rara è tornata a popolare la Riserva».
Intanto ora sarà tempo di preparare la festa (non è stata indicata la data precisa ma è attesa anche la partecipazione del neo assessore Mariella Lo Bello) che contrapporrà al ricordo delle fiamme che camminarono per diciotto ore sul monte Sparacio, i colori di una nuova vegetazione. Che si potrà tornare ad assaporare nel silenzio della natura. Che qui, ancora una volta, non l'ha data vinta alla mano dei miserabili piromani.


17 Dicembre 2012














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