Zingaro, a Natale riserva di nuovo percorribile
Dopo gli incendi di agosto il Giornale di Sicilia ha dato il via a una campagna per far rinascere l'area. Ora saranno riaperti tutti i sentieri
di MAX FIRRERI
TRAPANI. Il Natale sarà festa anche per la
Riserva dello Zingaro che, dopo meno di sei mesi dall'incendio che l'ha
distrutta, riaprirà tutti i sentieri. Via i divieti temporanei, questo
pezzo di paradiso siciliano tornerà - proprio a ridosso della Natività -
ad essere fruibile ai visitatori ma, soprattutto, agli appassionati -
anche stranieri - di trekking che in questi mesi hanno dovuto fare
retromarcia davanti ai sentieri sbarrati per pericolo crolli. La
garanzia l'ha data Vincenzo Di Rosa, direttore generale del Dipartimento
Aziende Foreste della Regione Siciliana. Ora che tutto è stato messo in
sicurezza, le staccionate in legno risistemate e la segnaletica
ricollocata ad ogni bivio (così per com'era prima che le fiamme la
divorassero) qui si respirerà un'aria nuova: torneranno ad essere
fruibili anche i sentieri alti e quelli di mezzo che attraversano la
Riserva da Scopello sino a San Vito Lo Capo. Non c'è più l'odore acre
della cenere spinto dalle folate di scirocco, ma il profumo di una
vegetazione rinata. Nello Zingaro i forestali precari hanno rimesso in
piedi ciò che era andato distrutto in quel dannato inizio agosto. Con
fatica, con amore e, soprattutto, con pochi spiccioli: «Lavori in
economia» tiene a puntualizzare Di Rosa, mettendo nell'archivio della
memoria gli annunciati - e mai messi in atto - interventi finanziari
straordinari che deputati e assessori dell'epoca proposero, mettendo i
piedi sulla cenere e davanti gli obiettivi delle telecamere insieme al
direttore Valeria Restuccia. Tutto è finito così. Tranne la passione dei
forestali che, nonostante i contratti coi giorni contati, hanno scelto
la via dell'impegno serrato per fare in fretta, bonificare i sentieri,
ricostruire le staccionate e i segnali in legno.
La natura, dal canto suo, è stata già abbondantemente generosa: il nero spettrale di agosto e settembre è stato cancellato dal verde rigoglioso, complice la pioggia: «La maggior parte delle specie che compongono la flora della riserva hanno un elevato grado di resilienza, cioè di capacità rigenerative al passaggio del fuoco purché questi eventi non abbiano elevata ricorrenza», ha ribadito l'ingegnere Di Rosa. I risultati della rinascita sono sotto gli occhi di tutti. Le palme sono tornate verdi e in alta quota in mezzo alla prateria sono spuntati pure i coloratissimi iris. Ma per le macchie di bosco distrutte i tempi sono molto più lunghi: «L'altro danno imponente è stato inferto al lento processo di ricostituzione della lecceta e della sughereta con la carbonizzazione degli arbusteti che rappresentano lo stadio di vegetazione che precede e favorisce l'insediamento e la crescita del bosco - spiega ancora Di Rosa - per un nuovo bosco dovremo aspettare parecchi decenni e anche la presenza della fauna è strettamente legata alle comunità vegetali sia dal punto di vista trofico che della possibilità di trovare riparo e pertanto ne seguirà l'evoluzione».
Allo Zingaro, per fortuna, si sono rivisti nuovamente i cinghiali ma anche i volatili che la Lipu torna ad osservare periodicamente durante le battute di birdwachting. Attività che sarà più intensa nei prossimi mesi, proprio durante il periodo di nidificazione di alcune specie rare: «L'indicatore biologico è dato proprio dal ritorno sulle montagne dell'aquila del Bonelli e del Falco pellegrino - dice Nino Provenza, delegato siciliano della Lipu - la prima si nutre maggiormente di conigli, il Falco, invece, si nutre di uccelli. Se torneranno a nidificare allo Zingaro ciò significa che anche la fauna terrestre rara è tornata a popolare la Riserva».
Intanto ora sarà tempo di preparare la festa (non è stata indicata la data precisa ma è attesa anche la partecipazione del neo assessore Mariella Lo Bello) che contrapporrà al ricordo delle fiamme che camminarono per diciotto ore sul monte Sparacio, i colori di una nuova vegetazione. Che si potrà tornare ad assaporare nel silenzio della natura. Che qui, ancora una volta, non l'ha data vinta alla mano dei miserabili piromani.
La natura, dal canto suo, è stata già abbondantemente generosa: il nero spettrale di agosto e settembre è stato cancellato dal verde rigoglioso, complice la pioggia: «La maggior parte delle specie che compongono la flora della riserva hanno un elevato grado di resilienza, cioè di capacità rigenerative al passaggio del fuoco purché questi eventi non abbiano elevata ricorrenza», ha ribadito l'ingegnere Di Rosa. I risultati della rinascita sono sotto gli occhi di tutti. Le palme sono tornate verdi e in alta quota in mezzo alla prateria sono spuntati pure i coloratissimi iris. Ma per le macchie di bosco distrutte i tempi sono molto più lunghi: «L'altro danno imponente è stato inferto al lento processo di ricostituzione della lecceta e della sughereta con la carbonizzazione degli arbusteti che rappresentano lo stadio di vegetazione che precede e favorisce l'insediamento e la crescita del bosco - spiega ancora Di Rosa - per un nuovo bosco dovremo aspettare parecchi decenni e anche la presenza della fauna è strettamente legata alle comunità vegetali sia dal punto di vista trofico che della possibilità di trovare riparo e pertanto ne seguirà l'evoluzione».
Allo Zingaro, per fortuna, si sono rivisti nuovamente i cinghiali ma anche i volatili che la Lipu torna ad osservare periodicamente durante le battute di birdwachting. Attività che sarà più intensa nei prossimi mesi, proprio durante il periodo di nidificazione di alcune specie rare: «L'indicatore biologico è dato proprio dal ritorno sulle montagne dell'aquila del Bonelli e del Falco pellegrino - dice Nino Provenza, delegato siciliano della Lipu - la prima si nutre maggiormente di conigli, il Falco, invece, si nutre di uccelli. Se torneranno a nidificare allo Zingaro ciò significa che anche la fauna terrestre rara è tornata a popolare la Riserva».
Intanto ora sarà tempo di preparare la festa (non è stata indicata la data precisa ma è attesa anche la partecipazione del neo assessore Mariella Lo Bello) che contrapporrà al ricordo delle fiamme che camminarono per diciotto ore sul monte Sparacio, i colori di una nuova vegetazione. Che si potrà tornare ad assaporare nel silenzio della natura. Che qui, ancora una volta, non l'ha data vinta alla mano dei miserabili piromani.
17 Dicembre 2012
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