Nello scenario politico siciliano c'è un'attenzione particolare a due soggetti: il presidente Crocetta e il Movimento 5 Stelle. Concentriamoci sul secondo che, in attesa di passaggi più impegnativi, sta proponendo una serie di iniziative decisamente positive. Ne segnaliamo due in particolare: l'approfondimento di regolamenti, norme, prassi su cui si basa l'attività parlamentare. La rinunzia al rimborso delle spese elettorali. Dunque, chi ha votato il movimento non come proposta ma piuttosto in senso propositivo, può ritenersi, almeno fino a questo momento, rassicurato. Il sovrapporsi delle iniziative di cui parlavamo ha lasciato in ombra dibattiti e pronunciamenti sulle priorità del programma presentato dal Movimento 5 Stelle siciliano. La cui conoscenza ed approfondimento era stata a sua volta oscurata dal profilo comunicativo scelto dal leader del movimento, Beppe Grillo. Un programma elettorale reso pubblico sul web, occorre precisare, e considerato «in continua evoluzione e revisione, quindi aperto alle proposte che verranno avanzate e votate dai cittadini attivi su Liquid Feedback».
Vale la pena, a parer nostro, una ricognizione dei contenuti del programma stesso con tre obiettivi: valutare le proposte con riferimento alle attuali criticità del sistema Sicilia tenendo conto della loro fattibilità, ricostruire eventuali dicotomie tra la tensione vero il "bene comune" e il trasparire invece di interessi a maggiore caratterizzazione di parte; accennare, tenendo conto dei limiti ammessi, con indubbia onestà intellettuale, alle tematiche trascurate del programma che si articola su cinque assi: ambiente, cittadini, cultura, legalità, sviluppo. E' opportuno sottolineare che il nostro è uno sguardo a volo d'uccello, senza alcuna pretesa di completezza o peggio volontà di individuare ad ogni costo tesi forse troppo originali o eccentriche sulle quali esercitare ironia (si veda in questo senso S. Cingolani, Più Fil per tutti. Un programma da cinico, Panorama n. 79, 7 nov. 2012).
Vorremmo solo mettere in risalto quanto questo programma (meglio, alcune sue parti) può essere preso come documento di riferimento per le politiche di governo e quali punti in esso appaiono di comune attuazione e non capitolo da "libro dei sogni". Tenendo conto, e qui entriamo nel vivo del discorso, che nel programma non c'è alcun riferimento alle risorse disponibili né ai documenti di proiezione delle stime relative finora predisposte (ci riferiamo ad una materia che ha trovato ottima sintesi nella relazione finale dell'assessore all'Economia, Gaetano Armao).
Al di là di affermazioni di principio troviamo di grande interesse la parte del programma che si riferisce all'utilizzo dei forestali, al settore idrico, alla pubblica amministrazione. Si intravede dietro questi capitoli competenza, sforzo di tradurre idee guida in azioni, un'analisi di base non improvvisata. Solo "spot", come ormai si dice nel gergo dei talk show, per la Sanità (mancato collegamento con gli interventi socio assistenziali, recuperati però in seguito), per i Beni culturali, per l'istruzione. Discutibile il paragrafo sulla formazione professionale scritto, si comprende, da un esperto e che finisce con l'assumere, forse senza intenzione, natura di carattere lobbistico. Il paragrafo dedicato all'energia vince il primo premio in una ideale graduatoria delle proposte, con un retroterra di conoscenza di assoluto rilievo così come quello dell'agricoltura e dei trasporti. Più abborracciato quello sul turismo e sulle tecnologie, mentre il diverso richiamo agli strumenti per la lotta alla mafia è sicuramente aggiornato rispetto alla più recente legislazione. La parte dedicata all'economia forse attende un'implementazione ulteriore. Ad oggi, c'è abbondanza di wishful thinkings, rimandi a teorie economiche ancora in fase di sperimentazione (calcolo del benessere equo sostenibile), che non meritano di essere liquidate con arroganza. Senza però un esercizio, o quanto meno il rimando alla necessità di compierlo: dati i fondi regionali ed europei disponibili, e considerati i tagli dei trasferimenti statali nel prossimo triennio cosa è possibile fare con riferimento all'occupazione, all'azzeramento di diseconomie esterne, al recupero dei divari nei servizi con le altre regioni. Forse dal programma del Movimento 5 Stelle ci saremmo attesi una promessa di sangue, fatica, lacrime e sudore. Ma come sappiano, il Movimento 5 Stelle è giovane ed è giusto che, al contrario del vecchio, il quale identifica la felicità nell'abitudine, provi a cercare la felicità nell'imprevisto.
23 Novembre 2012
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