L’impegno di Musumeci: “I forestali come risorsa”
di Carla Russo
I forestali in Sicilia sono attaccati ingiustamente. Media locali e nazionali li tirano in ballo ogni due per tre accusandoli di essere la causa principale della crisi economica della Regione siciliana. La realtà è che questi forestali sono padri e madri, giovani ai quali non deve essere tolta la dignità personale che è anche quel diritto sacrosanto a lavorare e ad essere produttivo. Tanto più quando un compenso – anche quando precario – viene percepito. E fanno bene i forestali quando, attaccati da più fronti, se la prendono con le stesse istituzioni che li hanno relegati nel limbo del precariato e dell’inefficienza produttiva che definiscono non-lavoro. E per questo hanno denunciato la loro condizione: quella di essere una risorsa da un lato potenzialmente importante in un territorio pieno di criticità ambientali, dall’altro inefficiente nei fatti perché non utilizzato efficacemente.
I forestali sono persone oneste, sentono sulla propria pelle ogni giorno il rimorso di poter fare di più per la propria terra, di poter dare un servizio migliore al territorio e alla cittadinanza. E sono determinati a volerlo fare. Questi i loro umori: «Siamo diventati la causa di tutti i mali. Quello che chiediamo è di avere rispettata la nostra dignità e di poter rendere al meglio un servizio alla comunità senza che sia considerato un delitto».
Cosa chiedono nello specifico? Che venga rispettato l’accordo del 14 maggio 2009, che vengano sfruttate al meglio le loro professionalità per un migliore servizio al territorio. E a chi gli dice che non ci sono foreste tropicali in Sicilia e che tutti questi forestali non servono, rispondono proponendo alle istituzioni di essere impiegati utilmente nella prevenzione del rischio idrogeologico, che è la vera grande piaga del territorio siciliano. La seria volontà di dare un concreto servizio alla Sicilia si è vista quando gli stessi forestali hanno avanzato idee e proposte concrete alla futura assemblea regionale suggerendo di essere impiegati, ad esempio, per produrre la legna che attualmente la Sicilia importa dall’estero, o anche incentivare l’utilizzo di boschi e rifugi a scopi turistici. Gianni Paino, portavoce dei lavoratori della Forestale “centounisti” ricorda che nel protocollo d’ intesa firmato nel 2009 era previsto un utilizzo della categoria anche per garantire pulizia e decoro nei siti archeologici. Protocollo disatteso, nei fatti, dal governo uscente.
Quello che chiedono è che il lavoro dei circa 26mila forestali precari venga considerato un investimento della Regione per rendere più efficiente il servizio ai cittadini e non uno spreco inutile.
I forestali precari sono determinati a farsi ascoltare, prima di tutto dal futuro capo di palazzo d’ Orleans, al punto che a metà ottobre alcuni di loro hanno anche minacciato di non andare a votare il prossimo 28 ottobre. Una presa di posizione che a ben vedere non migliorerebbe lo stato delle cose tanto che Salvatore Pinzone Vecchio, sindaco di Maniace, già lavoratore forestale, ha ricordato ai suoi colleghi: «Quello che bisogna fare non è privarsi del voto, semmai scegliere meglio la classe dirigente».
Alle istanze dei forestali ha risposto per primo il candidato governatore alla Regione siciliana nello Musumeci: «Tuteleremo i precari esistenti, primi fra tutti i forestali, fino all’ultima unità. Non ci deve essere mai più un precario». E rivolgendosi direttamente alla categoria Musumeci ha detto: «Forestali, a me servite. Vi voglio mandare a lavorare ma sul serio! Ho già in mente quello che potrete fare davvero, non per scherzo». Nello Musumeci non ha promesso, come è stato fatto da altri in passato, l’assunzione di nuovi precari che aggraverebbe solo l’instabilità della situazione economica, ma ha detto in onestà: «Quelli che abbiamo dobbiamo difenderli».
Sulla stessa linea è Pippo Currenti, candidato all’Ars nella Lista Musumeci Presidente in provincia di Messina: «Garantire i forestali è un dovere». Currenti ha poi spiegato come: «Mi ha convinto la soluzione, già usata da altre regioni italiane, che prevede la stabilizzazione di tutti i lavoratori forestali grazie all’utilizzo dei fondi strutturali europei finalizzati all’investimento produttivo e alla sottoscrizione di un accordo con l’Inps per l’utilizzo delle somme attualmente corrisposte ai lavoratori precari come indennità di disoccupazione agricola».
L’impegno di Currenti è di portare al vaglio della Commissione parlamentare competente una proposta di legge che preveda un risultato in tempi brevissimi. Ed ha aggiunto: «E’ già al lavoro una squadra di tecnici che sta verificando la fattibilità della stessa e la sua adattabilità alla normativa regionale siciliana».
Sia per Musumeci che per Currenti, il primo impegno coi precari è quello di garantire non appena il nuovo governo regionale si sarà insediato, il rispetto dell’accordo sottoscritto ormai nel maggio del 2009 ma nei fatti ancora disatteso.
22 Ottobre 2012
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On. Musumeci, se siamo ridotti così, lo si deve anche a chi in questo momento Lo appoggia.
Il Pdl è stato fortunato a trovare Lei, ma è ai minimi storici. Ci sarà pure un motivo?
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