06 settembre 2012

I PRECARI RISCHIANO DI PERDERE IL POSTO, L'UNICA SPERANZA E' IL GOVERNO MONTI

 

Gesip, forestali, precari: una giornata di proteste

Palermo, esplode la "bomba sociale"


Palermo. La "bomba sociale" è scoppiata. Palermo per l'intera giornata è finita nella morsa di precari e operai senza salario che hanno paralizzato la città con blocchi stradali, sit-in e cortei in diverse zone. Solo un assaggio di quello che potrebbe accadere nei prossimi giorni. Secondo alcuni calcoli sono 100 mila i precari che rischiano di perdere il posto entro fine anno, compresi i 18 mila dipendenti degli enti locali, i cui contratti scadono il 31 dicembre e per i quali l'unica speranza è il governo Monti. In piazza sono scesi migliaia di lavoratori - forestali, operai Gesip e precari - di settori diversi ma accomunati da un unico incubo: la perdita dello stipendio e del lavoro.
Il traffico è andato in tilt con conseguenze disastrose. L'ingresso del porto è stato presidiato dalla polizia e chiuso per diverse ore con lo scopo di evitare che gruppi incontrollati di manifestanti occupassero lo scalo, impedendo gli imbarchi nei traghetti per il continente. Gli elicotteri della polizia hanno sorvolato le aree più "calde" per monitorare la situazione dall'alto, mentre agenti della Digos sono stati impegnati su più fronti per evitare che le proteste degenerassero. Il clima in città è teso da giorni.
Gli operai della Gesip, società pubblica in liquidazione che dal primo settembre ha lasciato a casa 1.800 dipendenti per la scadenza del contratto di servizio col comune, stanno alzando il livello della protesta. Un clima che preoccupa tanto che oggi della vertenza Gesip si parlerà in Consiglio dei ministri.
L'altro fronte, altrettanto caldo, in Sicilia è quello dei forestali stagionali. Nell'isola sono 23 mila. Temono di rimanere senza salario per via della crisi finanziaria della Regione che ne impedisce l'immissione al lavoro.
Dall'altra parte della città, altri lavoratori hanno scelto una protesta ancora più estrema: in 20 sono saliti sul tetto dell'Amat, l'azienda per il trasporto pubblico locale, dove hanno trascorso la notte e da dove non intendono scendere fino a quando non avranno rassicurazioni sul loro futuro. Si tratta dei dipendenti della Ecolife, ditta che si occupa della pulizia degli autobus dell'Amat.
Alfredo pecoraro

05 Settembre 2012



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