Riserva dello zingaro, è polemica
I volontari: noi soli contro i roghi
Dopo il botta e risposta tra il sindaco di San Vito Lo Capo e il capo della Protezione civile sul mancato invio dei Canadair, parlano gli operai della forestale e gli uomini delle associazioni: abbiamo lavorato senza l'aiuto di nessuno - dicono - ed è mancato un coordinamento tra tutte le forze in campo
di LAURA SPANO'Il fuoco si è spento ormai da giorni all'interno della riserva dello Zingaro. A non spegnersi sono invece le polemiche legate soprattutto al mancato invio dei mezzi aerei domenica, quando le fiamme hanno praticamente distrutto quello che ormai rimane di una delle più belle riserve della penisola. Alle ultime polemiche sollevate dal sindaco di San Vito Lo Capo, Matteo Rizzo ("Non sono intervenuti i mezzi Canadair, né i mezzi aerei, gli unici che avrebbero potuto fermare le fiamme", aveva detto il primo cittadino), risponde ora il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli il quale sottolinea che "la richiesta di intervento è arrivata troppo tardi". In realtà i canadair a Trapani e soprattutto sulla Riserva dello Zingaro, sono realmente arrivati il lunedì mattina a fuoco spento, solo per la bonifica dei luoghi ormai completamente bruciati e dove gli stessi uomini della forestale la sera precedente non erano riusciti ad arrivare perché zone impervie e impraticabili.
E a mezza voce, chi domenica era alla Riserva, racconta che a respingere le fiamme che ormai avevano attaccato parte della stessa, c'erano solo gli operai preposti, che lì per ore hanno lavorato senza l'aiuto di nessuno. Qualche altro, in questo caso a parlare sono appartenenti ad associazioni di volontariato della Protezione civile, raccontano che è mancato invece un vero e proprio coordinamento tra tutte le forze in campo. Insomma quando si sono avuti i primi incendi a nessuno è venuto in mente che proprio a causa del caldo torrido e del forte vento di scirocco le fiamme si sarebbero potute propagare su vaste aree ed attaccare zone come poi è successo inaccessibili all'uomo.
Intanto però l'immagine che al momento la riserva dello Zingaro regala ai turisti e ai villeggianti è una visione quasi spettrale. Fauna e flora completamente andata in fumo. E ha dell'eccezionale così il salvataggio in questi giorni da parte degli uomini della capitaneria di porto di Trapani di un cinghiale di 50 chili che per sfuggire alle fiamme, domenica si era buttato in mare e poi aveva trovato ricovero su una insenatura dove è stato catturato non senza problemi, da un funzionario del comune di San Vito Lo capo, che si trovava a bordo della motovedetta per monitorare le coste della stessa riserva che dopo l'incendio è stata chiusa per precauzione.
Nei giorni scorsi allo Zingaro per fare una ispezione e monitorare la situazione al suo interno invece, per avere un quadro completo dei danni, sono arrivati anche l'assessore regionale al territorio e Ambiente Alessandro Aricò e il senatore Antonio D'Alì, presidente della Commissione Ambiente del Senato. Con loro anche il dirigente della Forestale di Trapani e il direttore della Riserva. Una visita di pochi minuti che è servita a capire qual è la situazione reale della Riserva dopo l'incendio, di probabile origine dolosa. Ad avvalorare la tesi del dolo sul quale la Procura di Trapani ha aperto una indagine contro ignoti, il fatto che il fuoco sarebbe stato appiccato in punti praticamente inaccessibili a persone poco pratiche della zona. Diverse sarebbero stati i focolai e distribuiti su più punti della riserva e non solo.
"Al di là delle bellezze della riserva, ogni volta che brucia un pezzo del Paese sto male - dice Gabrielli. In questo caso specifico mi spiace per le polemiche sollevate dal sindaco ma ho chiesto ai nostri uffici tecnici ed ho avuto conferma che il primo giorno non è stato chiesto l'intervento dei canadair. Quando sono arrivati il danno purtroppo si era già consumato". Certo prevenire sarebbe meglio come ha sottolineato l'assessore Aricò, rispondendo anche lui alle polemiche sul mancato arrivo dei mezzi aerei sulla Riserva che bruciava. "Purtroppo - ha ribadito - la grave situazione che si era venuta a creare a Bellolampo ci ha impedito di mandare i canadair allo Zingaro. Tra uno o due anni in ogni caso la vegetazione verrà ripristinata in questi luoghi. Nel frattempo faremo in modo di ristabilire anche la presenza di un canadair nell'aeroporto di Birgi così com'accadeva fino a qualche anno fa".
11 Agosto 2012
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