Pinella Leocata
Non ha dubbi
Pinella Leocata
Non ha dubbi. Amleto Trigilio, neoassessore regionale ai Beni culturali, si sbilancia e assicura che il portale d'ingresso dell'anfiteatro romano di piazza Stesicoro (nella foto di lasicilia.it) sarà riparato entro la prossima settimana in modo da garantire l'apertura al pubblico del monumento. L'intervento si farà - dice - senza sottilizzare sul fatto che competa o meno alla Regione provvedere. Che è poi la tesi del dirigente generale Gesualdo Campo secondo cui il portale d'ingresso - un falso romano in cemento armato e ferro - è di proprietà del Comune che lo ha realizzato nel 1906 e, non a caso, «restaurato» tre anni fa quando si evidenziò una profonda fenditura lungo una colonna. Intervento, effettuato a titolo personale e gratuito da un esperto, ma che era stato studiato per ben quattro mesi da docenti universitari che - e arriva una bella stoccata - «non si erano accorti che stava per cedere anche l'architrave». Una voluta del capitello ionico del peso di un chilo e mezzo tre mesi fa è precipitata nella notte. Se fosse successo di mattina, quando studenti e turisti sono in visita...
L'intervento si farà. Altrimenti l'assessore indosserà la tuta e, cazzuola in mano, verrà di persona, non a provvedere - ché non lo sa fare - ma a creare un caso mediatico e imbarazzo. La solennità di tanto annuncio sarebbe grottesca, data la modesta entità della spesa preventivata (meno di 1.700 euro) se non fosse anche un'emblematica assunzione di responsabilità a garanzia dei fondi indispensabili alla gestione e al funzionamento dei beni culturali siciliani. I soldi per l'anfiteatro - spiega - erano stati trovati e messi a disposizione, ma la Ragioneria non li ha annotati, così come per tutti gli impegni di spesa, perché la Regione ha già toccato il tetto del «Patto di stabilità». E se la Ragioneria non li annota, i soldi non si possono spendere. Ed è così per tutto. Per la fotocopiatrice che si rompe, per il tubo da riparare, per lo scerbamento e la disinfestazione dei terreni dei parchi archeologici, per la ricarica degli estintori...
La sovrintendente Vera Greco - al termine del lungo incontro che l'assessore ha avuto con i responsabili di tutte le direzioni - lo domanda accorata. «Come dobbiamo comportarci? Che dobbiamo fare? Finora abbiamo anticipato i soldi di tasca nostra, ma la Corte dei Conti ci dice che farlo è reato. Che facciamo? Chiudiamo? ». L'assessore annuisce e dice che sì, si sta procedendo a pianificare la chiusura programmata dei siti minori. Che sarebbe grave, gravissimo. E gli uffici? «Ho presentato una proposta per il fabbisogno di spesa sotto il quale non possiamo negoziare. Nella riunione di Giunta di giovedì scorso abbiamo definito il metodo di lavoro e le priorità, tra cui ci sono i beni culturali per i quali nella riunione di Giunta di martedì prossimo bisognerà definire l'ammontare delle risorse di cui disporre per affrontare l'emergenza. Si farà uno spostamento interno di capitoli di spesa, si posticiperanno altre spese... Vedremo. Ho consapevolezza della gravità della situazione e me ne assumo la responsabilità. E' assurdo che abbiamo soldi da spendere e non possiamo farlo perché lo Stato ci ha imposto una gabbia».
La posta è chiara. La Giunta regionale - e lo ha già annunciato - è pronta a sfidare il Governo e a sforare il Patto di Stabilità. L'assessore lo ribadisce. Delle due l'una: o si deroga al tetto di spesa o si fa una ricognizione - e una ridistribuzione - all'interno degli assessorati e dei rispettivi bilanci. E il direttore generale dice di avere già trovato 4,3 milioni di euro da spendere per le emergenze e annuncia di avere fatto accettare il principio per cui anche le strutture periferiche vengono considerate parte dei dipartimenti centrali per cui le spese per il loro funzionamento diventano - a differenza di come è stato finora - spese obbligatorie e non facoltative. Un altro modo per assicurare le risorse necessarie.
E non è che una delle linee di azione che l'assessorato ha intrapreso e intende portare avanti. Amleto Trigilio le elenca insieme al direttore generale Gedo Campo. Nell'ultima Giunta regionale è stato deciso che i forestali possano operare anche nei parchi archeologici provvedendo allo scerbamento e alla pulizia dei siti, dopo avere seguito un corso di formazione. E questo dà una boccata di ossigeno ai dirigenti che non sanno come affrontare questa spesa indispensabile per la sicurezza dei luoghi, per proteggerli dagli incendi e dagli insetti. Stesso approccio si sta usando per affrontare l'annosa questione dei custodi che, secondo Campo, «sono pochi, pochissimi, basti pensare che nel 1999 erano 1.651 per legge, sono diventati 2.200 l'anno dopo, e adesso, nonostante la moltiplicazione dei siti e dei parchi, sono soltanto 449 cui vanno aggiunti gli 800, in buona parte part-time, di Beni culturali. Si può redistribuirli meglio sul territorio riequilibrando disparità di dotazioni, ma è difficile cambiare sede quando si guadagnano 1.300 euro al mese».
E non sono solo questi gli indirizzi dati dall'assessore Trigilio. Ha disposto che vengano lasciate progressivamente le sedi in affitto per concentrarsi negli immobili di proprietà della Regione; e ha chiesto - per rendere meno limitanti le farraginose disposizioni sulle prestazioni intellettuali - che sia possibile valersi della collaborazione dei professionisti dei vari dipartimenti regionali, a partire dagli ingegneri strutturisti.
Tutti impegni che dovranno essere assolti in tempi brevi, brevissimi, perché breve è la vita di questo Governo. E perché l'assessore, pur assumendosi le proprie responsabilità, non vuole «restare con il cerino in mano fino a bruciarsi».
25 Agosto 2012
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