Preoccupante escalation.
L'analisi del dirigente dell'Ispettorato ripartimentale delle Foreste
«Roghi nei boschi quasi sempre dolosi»
L'estate è ancora in corso ma la superficie boschiva bruciata è il doppio di quella carbonizzata nell'intera l'estate scorsa. Parlano le cifre, e sono allarmanti, considerato l'approssimarsi di agosto e settembre. Sono centinaia di ettari di bosco già persi nel Nisseno, e c'è il timore che ancora ne andranno in fumo. I dati, d'altronde, sono eloquenti e da questi bisogna partire per analizzare l'emergenza incendi nel Nisseno: a tutt'oggi sono 55 gli incendi boschivi spenti dai forestali dall'inizio della campagna antincendio, avviata i primi di giugno dall'Ispettorato ripartimentale delle Foreste. E il dirigente, Luciano Geraci (nella foto di livesicilia.it),
guardando la mappa della provincia fa una riflessione: «La matrice di questi roghi è quasi sempre dolosa, da mesi viviamo continuamente nella fase emergenziale».
L'ultimo polmone verde colpito nei giorni scorsi dal fuoco è il bosco di Gibilscemi, a Mazzarino: 50 ettari circa di bosco bruciato dai piromani. «Abbiamo accertato - osserva Geraci - che le fiamme sono divampate in più punti. Ancora non abbiamo la stima complessiva della superficie boschiva provinciale danneggiata dai roghi, perché la campagna antincendio è ancora in corso ma è chiaro che parliamo di danni notevoli. Dai nostri calcoli possiamo dire che ad oggi la superficie boschiva percorsa dal fuoco supera del doppio quella attraversata complessivamente nella passata stagione». Riguardando la mappa, è sempre il versante sud del territorio quello finora maggiormente sfregiato dalle vampe: l'area di Disueri, sempre nella zona di Mazzarino, o il bosco di Comunelli a Butera che anche l'estate scorsa è stato assediato da una scia di incendi. Il bollettino comprende pure il bosco di Arcia, a Niscemi, popolato dai caratteristici alberi di sughero. Mentre il fuoco è riuscito ad addentrarsi nel florido bosco di Stincone, a San Cataldo, che ricade nei pressi dell'ex miniera Bosco.
In altri 139 casi - anche questo dato è aggiornato a ieri - i forestali dei quattro distaccamenti sparsi in provincia hanno spento in tempo gli incendi divampati a confine con i boschi privati e demaniali, evitando così altre "stragi" verdi. Sono stati finora 136, invece, gli interventi di protezione civile effettuati dalle squadre antincendio, che spesso vengono allertati per roghi cosiddetti di interfaccia che minacciano i centri abitati come recentemente è avvenuto nel capoluogo, ma anche a Campofranco, Serradifalco e Butera. Come sempre è preziosa la presenza dei forestali che da terra - spesso da soli o affiancati dai vigili del fuoco - si addentrano nelle aree in fiamme e maggiormente a contatto col pericolo, ma nelle situazioni critiche nei cieli della provincia nissena hanno già sorvolato canadair ed elicotteri antincendio.
Sono stati finora 40 gli interventi aerei eseguiti, che spesso hanno consentito di limitare i danni ai boschi, ma soprattutto di impedire che gli incendi colpissero le abitazioni e di aggravare i bilanci. «Anche il vento in qualche caso ha reso più complicate le operazioni di spegnimento - aggiunge il capo dell'Ispettorato provinciale delle Foreste - considerato che in alcune zone colpite dagli incendi vi sono delle pendenze che creano il cosiddetto effetto camino, consentendo al fuoco di raggiungere un'estensione di 400 metri nell'arco di un quarto d'ora».
Valerio Martines
01 Agosto 2012
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