Gli animalisti: «Fauna stremata, stop alla caccia»
Petralia Sottana. A essere minacciato Cozzo Cofino, simbolo per gli abitanti del paese madonitabruciano le madonie, foto lasicilia.it
Petralia Sottana. E' ancora emergenza incendi in Italia. Ieri i mezzi aerei della flotta dello Stato sono intervenuti su 37 roghi distribuiti in dieci diverse regioni del Paese.
Il Lazio è la regione che ha inviato il maggior numero di richieste, 11, al Centro operativo aereo unificato (Coau) del Dipartimento della Protezione Civile. A seguire 5 interventi in Calabria e altrettanti in Campania, 3 ciascuno in Toscana, Sicilia e Sardegna, mentre Liguria, Abruzzo e Basilicata hanno richiesto l'intervento su 2 roghi a testa, uno in Puglia.
Il lavoro svolto dai piloti dei mezzi aerei fin dalle prime luci dell'alba ha permesso di mettere sotto controllo o spegnere 17 incendi. E' stato domato in poche ore l'incendio divampato ieri pomeriggio alle porte di Petralia Sottana nel palermitano. La tempestività negli interventi ha evitato che il vasto incendio sviluppatosi in contrada "Cozzo Cofino" potesse espandersi lungo le direttrici che conducono al santuario della Madonna dell'Alto. L'intervento di quattro canadair, due elicotteri e due mezzi aerei fire box in aiuto ai vigili del fuoco, ai carabinieri, alla protezione civile comunale e alla PAIM ha fatto sì che l'incendio non si allargasse velocemente consentendone il controllo e quindi lo spegnimento.
La prima fiammella, di quello che - secondo il sindaco di Petralia Sottana Santo Inguaggiato - è sicuramente di origine dolosa, si è vista alle ore 14. Il forte caldo e un leggero venticello hanno fatto da alimentatori del rogo che, in breve tempo, dalla strada statale 120 si è spinto verso la montagna ed in particolare verso "Cozzo Cofino" che per gli abitanti di Petralia Sottana è un simbolo. Proprio questa contrada negli anni che videro i contadini delle Madonie alle prese con le lotte contro i feudatari fu teatro dell'occupazione simbolica delle terre. Nel tempo questa zona, che è proprio di fronte al paese, è diventata anche sede di residenze estive degli abitanti di Petralia Sottana che per fortuna, da una prima ricognizione, non hanno avuto danni.
«Fortunatamente - ha affermato il sindaco Inguaggiato - il sistema di intervento ha funzionato. Esprimo vivo apprezzamento per la tempestività e la professionalità messa in atto da tutti per lo spegnimento in tempi celeri del vasto incendio ed in particolare per il comandante del distretto delle guardie forestali di Petralia Sottana che ha coordinato gli interventi sia a terra che in aria». Anche il presidente del Parco delle Madonie Angelo Pizzuto ha subito allertato direttore del corpo forestale Pietro Tolomeo per attivare le unità aeree necessarie per contrastare le fiamme. Per la tanta gente che dai balconi guardava gli interventi dei mezzi aerei e gli elicotteri probabilmente è stato uno spettacolo desolante.
Allarme viene lanciato anche dagli animalisti. Gli incendi rappresentano per l'Italia «una catastrofe ambientale che ha causato la morte di milioni di animali selvatici e distrutto habitat estremamente delicati». Così l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) e la Lega Antivivisezione (Lav), che hanno scritto una lettera al ministro dell'Ambiente Corrado Clini per chiedere la «cancellazione della stagione venatoria».
«Siamo nel pieno della stagione riproduttiva della fauna; i giovani uccelli e i cuccioli dei mammiferi, anche appartenenti a specie protette, non sono riusciti a sfuggire alle fiamme», scrivono le due associazioni animaliste. «Il danno subito dalle popolazioni selvatiche è gravissimo, perché non vi sarà alcun ricambio generazionale che possa rispondere alla morte di esemplari anziani o malati, e tutto questo rende ancora più a rischio la sopravvivenza di molte specie», Enpa e Lav chiedono quindi a Clini, «ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione che ripone nelle mani dello Stato il diritto-dovere di tutela del patrimonio faunistico, di adoperarsi per mettere in atto tutte le misure necessarie non solo per la difesa dei territori interessati, ma anche a tutela della fauna selvatica, rinviando l'apertura della stagione venatoria. Consentire di sparare già nei primissimi giorni di settembre -sottolineano - significherebbe infierire nei confronti della fauna selvatica stremata non solo dagli incendi, ma anche dalle temperature record di questi mesi».
Gaetano La Placa
25 Agosto 2012
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