27 agosto 2012

I DATI DELLA FORESATLE IN PROVINCIA DI CATANIA



I dati della Forestale in provincia di Catania


   Foto lasicilia.it


Maria Ausilia Boemi
Catania. Duemila interventi della Forestale in provincia di Catania per spegnere gli incendi che, in questa afosa estate, hanno colpito in particolare le zone di Linguaglossa, Randazzo e Caltagirone. Tremila ettari di terreni non boscati, ai quali si aggiungono 1.800 ettari di boschi, sono andati distrutti per l'azione folle e intenzionale dell'uomo. Perché «gli incendi sono sempre di natura dolosa - sottolinea il dott. Antonino Lo Dico, capo dell'ispettorato dipartimentale delle Foreste di Catania - e non colposa. L'incendio accidentale, infatti, inizia da un punto soltanto, ma nel 90% dei casi troviamo tra i 12 e i 15 punti fuoco. Il che vuol dire che sono appiccati intenzionalmente».
E ciò che si distrugge in brevissimi attimi ha poi bisogno di anni per essere ripristinato.
E senza i circa 1.000 stagionali che affiancano il personale in divisa (sono un centinaio i forestali "di ruolo" divisi in 11 distaccamenti in tutta provincia di Catania, ai quali si aggiunge il Nucleo operativo provinciale con sede nell'Ispettorato soccorso montano di Protezione civile a Linguaglossa), la situazione - già drammatica, sarebbe ancora più ingestibile: «Nonostante i lavoratori stagionali - ci tiene a sottolineare Lo Dico - fino ad ora non abbiano ancora preso gli stipendi (parliamo di un arretrato di tre mesi) non posso che complimentarmi con loro per il loro impegno». Il personale forestale, infatti, coordina l'attività anti-incendio ma è ridotto all'osso: «Ci sono distaccamenti - sottolinea Lo Dico - in cui ci sono solo 3 persone e senza gli stagionali saremmo veramente nei guai. Abbiamo poi anche la difficoltà delle indagini di polizia giudiziaria che andrebbero svolte quando c'è l'incendio in corso. Ma siccome siamo in pochi, diamo la priorità allo spegnimento del rogo».
Funziona invece bene il servizio 1515 di segnalazione: «I cittadini collaborano e, col nostro sistema di vedetta, riusciamo a individuare in tempi strettissimi dove effettivamente sia l'incendio».
Funziona bene, secondo Lo Dico, anche la legge che impone i divieti sui terreni bruciati: «Dal 2008, dopo gli incendi catastrofici del 2007, abbiamo poi migliorato le nostre procedure: i contatti con i catasti dei Comuni avvengono per via informatica e, quindi, in tempi molto celeri». Resta però il dubbio sui successivi controlli.
Nonostante ciò, però, i roghi aumentano: «La formula magica è il presidio del territorio - sottolinea Lo Dico -. Ma per presidiare il territorio occorrono soldi e questi sono sempre meno. Negli anni passati si utilizzavano i volontari che hanno tuttavia diritto a un piccolo rimborso spese: e con la crisi, i volontari sono in numero limitato. Anche l'aumento degli incendi, poi, è legato alla crisi: perché spesso dietro i roghi, oltre alla stupidità, ci sono tanti interessi economici (la guerra per i pascoli) dalle enormi conseguenze ambientali»

26 Agosto 2012
 
 
 

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