STABILIZZIAMO I FORESTALI?
Di Antonio Casa
PALAZZOLO. "Stabilizziamo i forestali", solito ritornello pre elettorale La scorsa settimana, il settimanale Panorama ha riportato alla ribalta nazionale le cifre dello scandalo dei lavoratori forestali siciliani. A partire dal loro numero complessivo, 28 mila (7mila dei quali nell'antincendio, gli altri a pulire strade e sentieri) messo a confronto con la superficie boschiva dell'isola, poco più di 5.100 chilometri quadrati su un totale di quasi 25,7mila km quadrati.Tutto risaputo.Solo che ai tempi di spending review e di caste politico-burocratiche, il caso fa ancora maggiore impressione. Tra i Monti Iblei l'argomento e' quasi un tabù, perché nella zona che abbraccia le province di Siracusa e Ragusa ogni nucleo familiare annovera almeno uno dei lavoratori in questione. A Sortino, addirittura, su 8.900 abitanti i forestali sono 437, in un territorio boschivo d 2,5 mila ettari. In Lombardia 460 loro colleghi lavorano su 660mila ettari, senza contare che gli abitanti di quella regione sono 9,5 mln.
Secondo il settimanale della Mondadori quasi il 20% dei 1.096 abitanti di Godrano (Palermo) sono lavoratori forestali per 151, 101 e 78 giorni all'anno, compresi sindaco, vice sindaco e quasi la giunta al completo. Com'è possibile tutto ciò? Com'è possibile che la Sicilia possieda più lavoratori forestali che ogni altra regione d' Europa, senza che vi possa essere una giustificazione accettabile? Perché si devono spendere 693 milioni di euro all'anno, assegni Inps compresi, "per evitare una rivolta sociale" come spiega il deputato regionale Vincenzo Vinciullo (Pdl)? Perché si dovrebbero stabilizzare, come chiedono in tanti, guarda caso una richiesta avanzata in un periodo pre elettorale come quello attuale, 27 mila persone (circa 1.000, infatti sono già assunti a tempo indeterminato) che lavorano da 2 a 6 mesi ogni 12? E se qualcuno obietta che tutti insieme sono circa 7 mila persone in più degli stessi dipendenti regionali, la risposta di tute arancioni e simpatizzanti e': conviene, in quanto sarebbe garantito il servizio tutto l'anno e si spazzerebbero via le clientele. E poi chi fa due-tre lavori, ricordano, è costretto lasciare il servizio.
A proposito dei doppi lavori, l'assessore Vecchio ha proposto un'indagine per scoprire le magagne. Tante. Scommettiamo che se ne farà nulla? Un anno fa, e' emersa l'ennesima barzelletta: per compilare i cedolini dei forestali la Regione ha speso un milione all'anno, avendo esternalizzato il servizio. Intanto la Regione siciliana e' quasi fallita. Su un bilancio di 28 miliardi, ne ha 5 di debiti sul mercato e 17 mld di passivita'. Costretta a contrarre mutui per fare fronte alle spese, e' tra quelle che fa pagare le maggiori imposte di competenza ai propri contribuenti, mentre e' stata di nuovo mortificata dall' Unione europea perché non sa spendere con criterio la montagna di denaro assegnatole in co-finanziamento per costruire opere. Ed infatti e' arrivato lo stop a fondi comunitari, 6 miliardi sono in bilico.
Tra poco, avverte il vice presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello, Palazzo d'Orleans non sara' in grado di pagare le 20mila buste paga. Ma a chi conviene davvero stabilizzare i forestali? Oggi, forse, nemmeno ai diretti interessati.
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