«Giunta di emergenza?
Quell'invito a Grasso
rimane sempre valido»
Andrea Lodato
Catania. Pino Firrarello senatore del Pdl, sindaco di Bronte ( nella foto, tratta dal sito giornaleonline.lasicilia.it),
acerrimo nemico del presidente della Regione, Lombardo, affronta gli sviluppi del caso Sicilia inanellando una serie di «io l'avevo detto». Solito lungo elenco, con cui Firrarello attacca la gestione del governatore: «La Sicilia era già in una situazione difficile, nessuno lo nega. Anzi, proprio per questo sarebbe stato indispensabile avere un governo forte, solido, che unisse le forze politiche per cercare di portare fuori la regione dalle sabbie mobili e dal rischio del precipizio. Invece è andata in maniera del tutto diversa, con Lombardo che ha spaccato tutti i partiti che gli sono stati o gli sono passati accanto, ha paralizzato l'azione del governo, ha cambiato decine di assessore e direttori generali. Questa fine era inevitabile. Sì, io l'avevo detto quattro anni fa, e ripetuto più volte. Inascoltato, purtroppo».
Ma dall'elenco delle accuse che il senatore rivolge a Lombardo e alla sua gestione del governo della Regione, Firrarello passa anche a quella che potrebbe essere una fase propositiva. Del resto ci sarà tempo per scontrarsi politicamente in campagna elettorale, ma mentre siamo sulle prime pagine di tutti i giornali paragonati alla peggior Grecia, la domanda è: che cosa fare, nel frattempo? Come provare ad uscirne?«Ho parlato tempo fa anche con il ministro Barca della situazione siciliana, dei precari, dei forestali, di quelli degli enti locali. Facendo una somma reale in Sicilia oggi abbiamo 100 mila stipendi da pagare ogni mese. Anche Barca era sbalordito. In questa fase in cui siamo dentro il precipizio - aggiunge Pino Firrarello - ci sono due sole soluzioni possibili: la prima è quella di un commissariamento, direi anche di un lungo commissariamento, perché qui si tratta di mettere mano ad una situazione molto ingarbugliata, con fondi comunitari da sbloccare e investire, con cantieri da finanziare per rimettere in movimento l'economia, con un ordine da restituire alla burocrazia regionale, con risposte precise per decine di migliaia di precari la cui situazione va chiarita definitivamente, ma non cercando di trarre ancora vantaggi personali o vantaggi politici. Per questo l'ipotesi del lungo commissariamento non sarebbe da escludere».
Ci sarebbe l'altra ipotesi, poi, quella di un governo di salute regionale, chiamiamolo così, qualcosa che somigli all'esperimento Monti fatto a Roma.
«Sì, ma non dimentichiamo che per quanto riguarda il governo nazionale, una larga intesa come quella che è stata trovata sul governo Monti, ha sempre la garanzia superpartes di un personaggio come il presidente della Repubblica, Napolitano. Con la situazione dello statuto regionale, con la specificità della situazione siciliana, invece, questa figura non esiste».
Eppure, il senatore Firrarello si spinge molto più in là, se non esiste una figura che stia sopra le parti, può essercene una che prenda in mano le redini della regione siciliana benedetto e, soprattutto, sostenuto da tutti.
«Penso al procuratore antimafia, Piero Grasso. Si era fatto il suo nome, lui ha declinato l'invito, ha detto che sta bene dove sta. Ma, certamente, se il procuratore dovesse ripensarci e dovesse accettare di prendere in mano lui questo fardello, per una missione direi anche più complicata di quella che sta conducendo in maniera concreta e straordinaria neol ruolo che occupa, beh penso che tutti quanti dovremmo e potremmo sostenerlo. Se fosse disponibile sarebbe davvero in questo momento uno dei pochi uomini in grado di avere un consenso largo e sincero per tentare di salvare la Sicilia».
21 Luglio 2012
Gradiremmo sapere se il Senatore Pino Firrarelo ha dato delle soluzioni su come risolvere la situazione del comparto forestale. In passato qualche idea l'ha avuta.
Scommettiamo che in campagna elettorale cambieranno idea?
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