19 luglio 2012

LOMBARDO; NON MANDO A CASA I FORESTALI

"Non mando a casa i lavoratori
Vecchio non ci sta? Vada via"

 

 

"Io non licenzio i lavoratori della Multiservizi o mando a casa i forestali e se qualcuno non lo ha capito, anche tra i miei assessori, come Vecchio, vadano a casa prima di me. Così come non mando a casa i 18 mila precari degli enti locali che su quel lavoro hanno costruito la vita, facendo studiare i figli. Ma cosa ca... credono Monti e compagni?”.

Lei ha detto che c'è qualcuno che non vuole votare. Chi?
“Casini, perché il suo delfino D'Alia è un candidato debole. Non vuole il Pd per la questione Crocetta che farebbe saltare il patto Bersani-Casini. Non vuole il Pdl in preda a confusione. Non vuole nemmeno Grillo perché ha paura di fare brutta figura in vista delle Politiche. Per questo stanno tentando un colpo di Stato”.

A questo punto il presidente si ferma. Legge un paio di agenzie in cui big dei partiti nazionali attaccano la Sicilia chiedendo il commissariamento. “Questo è un vero colpo di Stato, deve scriverlo. Stanno tentando un colpo di Stato”. Lombardo fa una telefonata. Al suo interlocutore dice testualmente “a estremi mali, estremi rimedi”. Quando chiude gli chiediamo se intendeva dire che si dimette subito. “Non lo scriva”, risponde.

Comunque lo valuta, questo sì?
“Certo. Perché in quel caso scatta da Statuto il meccanismo delle elezioni”

E quale sarebbe l'obiettivo?
“Proprio questo: non fare votare a ottobre e liquidare l'autonomia delle regioni a statuto speciale per affermare uno Stato più centralista della Francia, nel quale i governatori servono solo per fronteggiare le rivolte di pip e dipendenti delle partecipate. Parliamoci con chiarezza: questo sistema finanziario protetto dalla politica viene pagato da questi sventurati. Io a questa macelleria sociale non mi presterò comunque. Può darsi che si è pensato di liquidarmi anche per questo. Io non licenzio i lavoratori della Multiservizi o mando a casa i forestali e se qualcuno non lo ha capito, anche tra i miei assessori, come Vecchio, vadano a casa prima di me. Così come non mando a casa i 18 mila precari degli enti locali che su quel lavoro hanno costruito la vita, facendo studiare i figli. Ma cosa ca... credono Monti e compagni?”.

18 Luglio 2012





Il presidente contrattacca a tutto campo, a cominciare dagli "pseudo industriali che vogliono trasformare la Sicilia in un macello". "Casini? Confrontiamoci, ma non mi mandi i ragazzini". E su Formigoni: "Io sono Lombardo solo di nome. Ma almeno non mi faccio fotografare mezzo nudo alle Antille".

"Vada a morire ammazzato". A chi si riferisse Lombardo non è poi così chiaro. Il riferimento a qualche "pseudo industriale" farebbe pensare, ovviamente, al vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello. Che in un'intervista all'AdnKronos rilanciata dal sito di Repubblica Palermo non a caso replica: "Gravissime le sue parole, è in grave difficoltà psicologica". Ma nello specifico, Lombardo si riferiva "a chi vuole trasformare la Sicilia in un macello sociale. E vuole che si licenzino 50 mila persone". L'"invito" del governatore, qualunque fosse l'obiettivo, cade in mezzo a una conferenza stampa nella quale Lombardo arriva carico. Molto carico. E ce n'è per tutti: per i giornali che hanno parlato di "Sicilia fallita": "Ci tuteleremo in sede civile e penale. Gliela faremo pagare cara. I quotidiano "Libero" e "Il Giornale" hanno provocato un danno enorme ai siciliani. Chiederemo un grosso risarcimento".

Ma non finisce qui. Se infatti sul vicepresidente di Confindustria ribadisce quanto già detto nella nostra intervista: "Ha portato solo imprenditori dell'eolico. Un settore che non porta lavoro, deturpa il paesaggio e van avanti grazie alle mazzette", non manca una stoccata all'Udc. Più a Gianpiero D'Alia che a Pierferdinando Casini. "Casini si confronti con me in una pubblica piazza. In Sicilia, a Roma o a Bologna se preferisce. Ma parlo con lui. Non mi mandi i ragazzini". E sempre su twitter ecco la replica di D'Alia: "Poveretto. tempo sprecato che potrebbe meglio utilizzare al servizio della Sicilia".

Replica secca anche per Borghezio, che aveva definito la Sicilia una "magna-magna Grecia". "Io mi auguro - ha detto Lombardo - che Borghezio finalmente riesca nel suo tentativo di portare al distacco della Sicilia dall'ITalia. Così lo stato la smetterà di prenderci i dieci miliardi l'anno per il petrolio che noi estraiamo. Così potremo anche abbassare il prezzo della benzina".

Ma lo show di Lombardo non risparmia nemmeno il governatore della Lombardia Roberto Formigoni che aveva usato l'arma del sarcasmo: "Rischio default Sicilia - ha scritto il presidente della Lombardia su twitter -. Na terra accussì bedda, a stannu affunnannu. O Lombardo, di lombardu ha sulu u cugnomu?". Ma la replica del presidente della Regione siciliana è stata quantomeno "all'altezza". "Vero, sono Lombardo solo di nome. Del resto, lavoro qui, nella mia terra. Non vado mica sugli yatch degli amici alle Antille, più o meno gratis, a farmi fotografare seminudo".

18 Luglio 2012




Finalmente anche il Presidente della Regione ha preso le distanze dall'Assessore Vecchio.

Presidente questo ci fa piacere!!! 
Adesso però mantenga la parola con i lavoratori forestali.



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