18 luglio 2012

I SINDACI DIFENDONO I LAVORATORI

 

«Così hanno salvato il nostro territorio dalle fiamme»

I sindaci difendono le tute arancioni

Le storie. C'è il "nonno": 65 anni, ancora precario. E c'è la giovane mamma operaia stagionale


Sortino. Raccontano di una domenica di fuoco e di paura. Di quelle fiamme che prendevano coraggio, spinte dal vento secco di mezz'estate. Spifferano qualche sospetto («Chissà che chi ha appiccato l'incendio non l'ha fatto per interesse di categoria»), ma soprattutto ringraziano gli uomini che hanno fatto l'impresa. Domenica scorsa - proprio alla fine della settimana delle polemiche sulla mancata "spending review" sui forestali siciliani - uno spaventoso rogo in contrada Giarranauti, nella preriserva di Pantalica, fra Ferla e Sortino, ha inghiottito decine di ettari di questa meravigliosa natura e minacciato molte villette. E un'interminabile giornata di lavoro è diventata l'occasione per difendere le "tute arancioni" della zona.
I sindaci Michelangelo Giansiracusa (Ferla) ed Enzo Buccheri (nella foto),
Sortino  hanno ringraziato gli operai stagionali: «La stragrande maggioranza degli operatori che hanno salvaguardato e difeso dalle fiamme il nostro territorio, sono quei lavoratori forestali di cui si parla spesso senza conoscerne vissuti e potenzialità. Cercare di rimediare ad una politica che, a livello regionale, con l'avvallo dei governi nazionali che si sono susseguiti negli ultimi 20 anni, ha creato queste emergenze sociali, non è certo facile. Allo stesso modo non può nemmeno passare l'assunto che tutto sia uno spreco e che tutto sia da tagliare, sulla scorta di raffronti, statistiche e numeri che non danno conto della vita reale. E' troppo comodo».
All'ora di pranzo, nel suo ufficio in municipio, il sindaco Buccheri conferma la sua difesa: «Sono una risorsa importante, che con la stabilizzazione sarebbero utili agli enti locali in altri numerosi servizi». E attacca chi ha attaccato il paese: «Il vero numero dei forestali sortinesi è 200, che, fatta la tara della stagionalità, si riducono a un monte-unità effettive di poche decine, in un paese con 9.300 ettari di estensione, di cui 6mila di area naturale con in mezzo un gioiello dell'Unesco».
Buccheri non smentisce il peso sociale della forestale («Se non ci fosse sarebbe un dramma»), né smentisce che c'è chi fa il furbo («Si sa chi sono, ma è una minoranza»). Ma la cosa che gli preme di più è rispedire al mittente l'etichetta di un paese di fannulloni: «Qui c'è gente laboriosa, fino a qualche anno fa c'erano 3mila paesani che lavoravano al Petrolchimico aretuseo, adesso saranno 700».
E poi ci sono le occasioni mancate. Come quelle che ricorda Paolo Mezzio, sindaco di Sortino per tre legislature e oggi "grillo parlante" molto ascoltato in paese. «Questi lavoratori sarebbero una risorsa e non certo un peso, se si fosse davvero concluso il percorso di valorizzazione turistica». Ci scorta alla fine del corso Umberto e ci invita a dare uno sguardo a Pantalica: è lì, a mezzo chilometro, bella e impossibile.
«Il progetto del ponte, finanziato dall'Ue, è stato bloccato da un dirigente palermitano e i sortinesi, come del resto i turisti, sono costretti a fare 20 chilometri di tornanti per arrivare a Pantalica, anziché andarci a piedi lungo un ponte straordinario. Ecco, pensate per un attimo cosa sarebbe usare gli operai per una forestazione produttiva». Ma la meraviglia Unesco resta irraggiungibile, i turisti sono quasi un miraggio e i pochi imprenditori che hanno cacciato i soldi ora annaspano. In attesa di ulteriori sviluppi forse è meglio tenersela stretta, quella tuta arancione da precario del bosco.
Ma. Bar.

17 Luglio 2012

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