18 novembre 2020

LA REGIONE SICILIANA CADE IN PIENA VIOLAZIONE COMUNITARIA. I FORESTALI MERITANO RISTORO PER L’ECCESSIVO PRECARIATO


Dal sito www.castelbuonolive.com

18 NOVEMBRE 2020
Tempi duri per la Regione siciliana. In seguito alla petizione al Parlamento Europeo promossa dallo studio Legale Fasano di Palermo in favore degli operai Forestali a tempo determinato, è stata avviata la procedura di infrazione comunitaria con la contestuale messa in mora. L’ultimo sollecito cui la Regione non ha fornito risposta reca la data del mese di luglio 2020. La messa in mora formale, la seconda dal mese di gennaio 2020, reca la data del 7 settembre 2020. Provvedimenti recentissimi.

Un accorgimento storico per l’intero comparto che ha dichiarato di fatto lo sfruttamento di professionalità, in regime di precariato, per oltre trent’anni.

Le Istituzioni comunitarie non hanno trovato una valida giustificazione ai contratti a termine applicati in danno dei forestali, operai a tempo determinato, come consacrato nei cedolini paga e nei certificati storici di servizio. Non già stagionali, quindi, ma OTD.

La Commissione Europea ha infatti individuato la violazione del diritto dell’UE sulla base della denuncia da parte dei forestali siciliani motivata sulla circostanza che i rinnovi contrattuali, perpetrati per oltre trent’anni, non presentano una giustificazione in linea con il diritto dell’Unione.

La Regione sarebbe venuta meno agli obblighi di norma previsti dalla Comunità Europea. Violazione piena da parte del diritto interno della direttiva 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato.

Alla data odierna la Regione siciliana e lo Stato italiano non avrebbero ancora applicato una misura sanzionatoria atta a limitare l’uso dei contratti a termine nel comparto forestale.

Oggi, quindi, è presente un danno comunitario da eccessiva precarizzazione con condotta resa dalla Regione e dallo Stato italiano.

 Soddisfatti gli avvocati dello studio legale Fasano per il risultato ottenuto.

“Quando cinque anni fa venivamo prese per folli, per il sol fatto di aver chiesto, a mezzo dei nostri petitionnaire forestali, l’intervento del Parlamento Europeo, non ci siamo mai tirate indietro, abbiamo puntato l’obiettivo per portarlo avanti, senza se e senza ma. Abbiamo creduto fino in fondo a questa azione, poiché la violazione comunitaria è presente ed è concreta. Ed oggi non possiamo che gioire insieme ai nostri clienti. Per due motivi. Il primo è di semplice deduzione: abbiamo ridato dignità lavorativa ad una categoria, per il mezzo dell’intervento di una istituzione comunitaria, la più importante al mondo, che di fatto ha dichiarato vox populi che i forestali sono stati sfruttati per anni. In secondo luogo, per il fatto di aver anche riabilitato l’immagine, sempre calpestata dai media, di una categoria dove è fin troppo facile buttar veleno. I forestali sono bravissime persone, se poi all’interno di questa categoria vi sono delle pecore nere, non si può fare di tutta l’erba un fascio. Noi cittadini siamo spettatori di violazioni continue da parte anche dei soggetti che ci amministrano. Le cattive persone le tolleriamo ovunque, anche nei luoghi sacri dello Stato, come il Parlamento. Tutte le categorie lavorative vantano tra i propri membri soggetti poco raccomandabili. È la natura umana. E il sol fatto di accanirsi contro la più debole e meno rappresentata, come quella dei forestali,  è atto vile e da vigliacchi”, conclude Angela Maria Fasano.

Ecco i provvedimenti comunicati dalla segreteria per le petizioni del Parlamento Europeo:

Cc: “PETI Secretariat”<peti-secretariat@europarl.europa.eu>
Ogg: RE: petizione numero 0171/2018

Egregio Signor OMISSIS,

Confermiamo ricezione del suo messaggio ricevuto il 14 gennaio 2020 relativo alla petizione 0171/2018.

La informiamo che in data 28.10.2019 la Commissione europea ha inviato alla commissione per le petizioni l’esito del suo esame preliminare, nel quale la Commissione ha esplicitato quanto segue:

“La Commissione ha esaminato la normativa italiana che disciplina l’utilizzo di una successione di contratti a tempo determinato per i lavoratori del settore pubblico che sono stati esclusi dal campo di applicazione del decreto legislativo n. 81 del 2015. La Commissione ritiene che la normativa nazionale non protegga tali lavoratori dall’utilizzo abusivo di una successione di contratti a tempo determinato e non è quindi conforme alla clausola 5 dell’accordo quadro. La Commissione ha pertanto inviato all’Italia in data 25 luglio 2019 una lettera di costituzione in mora, il cui contenuto è riassunto in un comunicato stampa del 25 luglio 2019 . La Commissione terrà informata la commissione per le petizioni in merito al seguito che deciderà di dare alla procedura di infrazione”.

La risposta della Commissione europea è stata trasmessa allo Studio legale Fasano in data 19.12.2019.

Cordiali saluti,

La segreteria
Commissione per le petizioni

La informiamo che in data 7 settembre 2020, i servizi della Commissione europea hanno fornito i seguenti aggiornamenti relativi alla procedura di infrazione con riferimento NIF 2014/4231. La Commissione ha ricevuto quattro risposte dalle autorità italiane alla lettera di costituzione in mora. L’ultima risposta è datata luglio 2020. È in preparazione un’ulteriore lettera di costituzione in mora. Ulteriori aggiornamenti saranno forniti dalla Commissione europea solo dopo che sarà stata inviata la lettera di costituzione in mora aggiuntiva.

Aggiungiamo in copia alla presente email l’indirizzo di posta elettronica dello studio legale dell’Avvocato Fasano, che ha presentato la petizione n. 0171/2018.

Cordiali saluti,

Segreteria della commissione per le petizioni




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