Dal sito www.sardiniapost.it
18 Gennaio 2019
“L’impugnazione della legge 43/2018 rappresenta una grave intrusione del Governo italiano in una vicenda che, finalmente, dopo anni di impasse aveva trovato una soluzione”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale Francesco Agus (Campo Progressista) che parla di “atto scorretto, tanto politicamente quanto tecnicamente: se esiste una lesione dell’articolo 117 della Costituzione (sulla potestà legislativa), questa è evidentemente già contenuta nelle norme esistenti e sarebbe bastato leggere le controdeduzioni inviate dalla Regione per avere chiaro questo aspetto”.
Agus ci va giù duro dopo la decisione romana. “Evidentemente – scrive ancora – siamo davanti a un Consiglio dei ministri pressapochista che ci ha abituato alle riunioni convocate avendo all’ordine del giorno ‘varie ed eventuali’ non ha considerato il tema degno di approfondimento. Tant’è: in questi giorni gli esponenti del Governo sono impegnati nei tour elettorali in Sardegna, evidentemente senza alcun interesse per le problematiche reali dell’Isola”.
Agus sottolinea ancora: “La legge regionale, votata a larga maggioranza dopo un lungo iter, rappresenta la soluzione di molti problemi organizzativi dell’ente. Una soluzione non traumatica capace di aprire la strada per una nuova contrattazione. Ci spieghi ora il Governo con quali mezzi fare la campagna antincendi; in che modo salvare l’Isola dalla sua piaga atavica; con quali strategie valorizzare un immenso patrimonio forestale e in quale maniera rendere operativa un agenzia che costa ogni anno 170 milioni di fondi pubblici spesso non utilizzati al meglio anche per via di questioni puramente organizzative”.
Agus conclude così: “L’anno scorso la Sardegna è stata graziata dalla pioggia e dal maltempo. L’estate più piovosa degli ultimi anni ha conciso, fortunatamente, con quella in cui le strutture competenti in materia di prevenzione agli incendi boschivi hanno manifestato le peggiori criticità nella sua storia. Si pensi, a titolo di esempio, alle migliaia di operai demansionati, al contratto integrativo insufficiente e già oggetto di impugnazione, al contratto nazionale non rinnovabile per assenza di parte pubblica. La legge 43, sino al giudizio della corte costituzionale, resta pienamente in vigore. La giunta avvii gli indirizzi per la contrattazione e crei i presupposti per resistere davanti alla Consulta e far valere le ragioni dell’Autonomia”.
Fonte: www.sardiniapost.it
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