Rosario Crocetta se la prende con i piromani, dimenticando di parlare delle responsabilità del suo Governo. L’appello di Fiorello, che ha chiesto come mai l’informazione – i TG nazionali in testa – non si occupa di una città, Messina, che brucia da giorni. L’attacco di Pino Apprendi (PD), che parla di uno “scempio che è sotto gli occhi di tutta l’Italia”. Si ‘risparmia’ sulla Forestale, ma all’Ars non mancano soldi per la Finanziaria elettorale…
“Sembrava la fine del mondo”. Bastano queste parole pronunciate da chi, in queste ore, a Messina, è riuscito a fuggire dal fuoco che, dalle montagne che sovrastano la Città dello Stretto, si è propagato fino ai centri abitati. Drammatici i racconti di docenti e personale dell’università che sono fuggiti portando in salvo gli animali.
Scene incredibili, quelle vissute a Messina e dintorni. Il tutto nel silenzio generale e, in particolare, nel silenzio della politica. E proprio sul silenzio dei media è intervenuto Fiorello:
“Messina brucia da tre giorni e nessuno ne parla” (qui il video). Un appello ai TG nazionali nella speranza, ha detto Fiorello, “che tutto si possa risolvere quanto prima”.
Anche questo blog, ieri, ha parlato di informazione carente, soprattutto riguardo alle pesanti responsabilità dell’attuale Governo regionale.
Durissimo, ieri, l’intervento del parlamentare regionale del PD, Pino Apprendi:
“Ormai è guerra – dice Apprendi – fra chi vuole distruggere il patrimonio boschivo della Sicilia e l’incapacità del Governo della Regione siciliana. Chi delinque approfitta delle inadempienze governative in materia di prevenzione degli incendi e di presidio del territorio. Sono passate settimane dalle prime avvisaglie e nulla è stato fatto per evitare lo scempio che si trova sotto gli occhi di tutta l’Italia. Manca la cabina di regia, per dirla in maniera calcistica, tutti rincorrono il pallone, nel caso specifico rincorrono il fuoco. Gli operai della Forestale, i Vigili del fuoco e tutti i soggetti impegnati sul campo sono allo stremo. Il Capo del Corpo sta inviando rinforzi in Sicilia, uomini e mezzi, ma dal Governo regionale, silenzio”.
In realtà, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha parlato. Ieri si è recato a Messina, dove il bilancio degli incendi è pesantissimo. Nessuna autocritica, da parte del presidente della Regione: solo un attacco ai piromani e un invito alla repressione.
L’intervento di ieri di Crocetta fa il paio con i silenzi dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, e con le dichiarazioni rese nei giorni scorsi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, che aveva assicurato che le opere di prevenzione degli incendi, nelle aree verdi dell’Isola, erano state effettuate: parole smentite dal personale della Forestale e, soprattutto, dagli eventi.
Noi, mentre gli esponenti del Governo regionale difendono ciò che è indifendibile – e cioè il proprio operato – o meglio, quello che non hanno fatto per prevenire gli incendi – facciamo i conti con i danni provocati dagli incendi, che crescono di giorno in giorno.
Ogni mattina, ormai, il nostro articolo sul fuoco che sta incenerendo buona parte delle aree verdi della Sicilia sembra un bollettino di guerra. Abbiamo ricordato le scene di Ieri a Messina. Ma il fuoco, lo ribadiamo, ha già colpito e continua a colpire quasi tutte le province della nostra Isola.
Fuoco nei centri del Palermitano, a Monreale, a Giacalone, a Blufi, nelle basse Madonie (ma nei giorni scorsi le fiamme hanno colpito le Petralie), a Contessa Entellina.
Fuoco a Siracusa e dintorni, dove il fumo provocato dai roghi ha invaso l’autostrada e altre strade.
Ma è a Messina e dintorni il luogo dove i danni sono pesantissimi.
Il presidente Crocetta se l’è presa con i piromani. E’ un modo per difendersi. Ma, a rigor di logica, alcune semplici considerazioni sono nelle cose. E dimostrano che oltre alla repressione serve la prevenzione.
Se le fiamme, nelle colline e nelle montagne che sovrastano Messina, si sono propagate velocemente è perché sono mancate le opere di prevenzione degli incendi. Se il sottobosco viene liberato, ad aprile e a maggio, dalle erbe secche che si trovano sotto gli alberi, gli eventuali incendi si propagano ad una velocità molto più lenta e sono più controllabili.
Se il territorio viene presidiato dagli operai della Forestale e dagli uomini del Corpo Forestale di giorno e di notte, al minimo accenno di fuoco si interviene, limitando al minimo i danni.
Ma se il territorio – tutto il territorio della Sicilia – viene abbandonato ad aprile, a maggio fino a metà giugno (i primi operai della Forestale, quest’anno, sono stati avviati al lavoro il 15 giugno!), se il sottobosco non viene liberato dalle erbe secche, se non vengono realizzati i viali parafuoco, un semplice mozzicone di sigaretta, in una giornata di scirocco, può provocare un inferno.
Nel caso di Messina diciamo di più: se le fiamme sono arrivate a lambire alcuni centri abitati, questo è avvenuto perché le aree circostanti gli stessi centri abitati erano invase da materiali altamente infiammabili: con molta probabilità, erbe secche e sterpaglie che nessuno ha tolto.
Sarebbe interessante capire quale amministrazione pubblica – perché i centri abitati fanno capo a un’amministrazione pubblica – non si è occupata e preoccupata di ripulire l’area da erbe secche, sterpaglie e, in generale, altro materiale infiammabile.
L’amara verità è che il Governo regionale ha voluto ‘risparmiare’ sui Forestali e, in generale, sulle attività antincendio. ‘Risparmi’ e disorganizzazione.
Proprio sulla disorganizzazione, ieri, è intervenuta anche la CISL siciliana, che parla senza mezzi termini di un “disastro annunciato” (QUI L’ARTICOLO).
Si dice che le risorse finanziarie sono poche. Ma, a parte il fatto che le risorse finanziarie disponibili per la Regione siciliana sono poche per precise responsabilità del Governo Crocetta e della maggioranza di centrosinistra che lo sostiene (sono stati il Governo Crocetta e i partiti che lo appoggiano, PD siciliano in testa, a consentire al Governo nazionale di drenare importanti risorse finanziarie, lasciando le ‘casse’ regionali quasi vuote), non sfugge agli osservatori di fatti e cose politiche che, in queste ore, all’Ars, va in scena il dibattito sulla Finanziaria bis (o collegato alla Finanziaria 2017).
In pratica, una parte delle risorse finanziarie che Governo e Parlamento regionali si dovrebbero spartire in questo finale di legislatura avrebbe potuto essere utilizzata benissimo per le attività antincendio. Invece Governo e maggioranza di centrosinistra hanno deciso di ‘risparmiare’ sui forestali e sulle attività antincendio per utilizzare queste risorse finanziarie in questo finale di legislatura.
E tutti sappiamo che a fine legislatura i fondi si impegnano in operazioni clientelari per cercare di raggranellare voti.
Questi sono i fatti, nudi e crudi. Proprio sui ‘risparmi’, sulla pagina facebook del Si.F.U.S. (Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione) interviene Salvatore Centorbi, che si chiede e chiede:
“Quanti miliardi ha risparmiato Renzi eliminando il Corpo Forestale dello Stato? Quanti milioni ha risparmiato Crocetta facendo la cresta sulle giornate lavorative degli operai forestali? Quanti miliardi di danni si dovranno investire per risarcire i danni che hanno provocato?”.
L’ultima domanda di Centorbi è inquietante, perché si ipotizza che, dietro questi incendi, ci possa essere una strategia per gestire il ‘dopo’: cioè l’ingente massa di denaro pubblico che dovrebbe essere messa in campo per fronteggiare i danni. Su tale argomento sulla pagina facebook del Si.F.U.S. (Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione) trovate notizie interessanti.
Intanto i deputati siciliani del Movimento 5 Stelle eletti all’Ars e alla Camera annunciano un esposto contro la Regione:
“La Sicilia continua a bruciare – affermano i parlamentari – vasti incendi colpiscono ormai da giorni Messina, Enna, San Vito e Caltanissetta, ma già nelle scorse settimane interi polmoni verdi sull’Isola erano andati in fumo. I Vigili del fuoco e la Protezione civile, nel solo mese di giugno, sono dovuti intervenire per spegnere circa duemila incendi di cui cento hanno richiesto un intervento aereo”.
“I ritardi nella programmazione delle campagne antincendio – continuano i Cinquestelle – l’assenza di presidi e la mancata riorganizzazione del Corpo Forestale siciliano (dopo lo scioglimento di quello statale) sono le vere cause. Gli incendi estivi, quali che siano le origini, hanno una sola motivazione: la mancata prevenzione”.
“Non si possono prendere in giro i siciliani – aggiungono i deputati – prospettando azioni emergenziali appena dieci minuti prima della stagione estiva, e non si può immaginare di proteggere il territorio senza dotare ogni singola area protetta di un organico a tempo pieno”.
Inoltre, i parlamentari M5S chiedono di allargare lo stato di emergenza, già concesso per gli incendi di fine giugno e inizio luglio, a tutte le aree interessate dai recenti roghi”.
“Rosario Crocetta oggi (ieri per chi legge ndr) è a Messina per dare la sua ‘solidarietà alla città – dicono i parlamentari M5S – ma non è con la ‘solidarietà’ che si evitano i disastri ambientali. Un Governo capace dovrebbe prendersi carico dei problemi e adottare soluzioni concrete, tutto il resto è aria fritta. Noi del Movimento 5 Stelle stiamo già predisponendo una proposta che valorizzi le unità lavorative reimpiegandole sul territorio”.
I grillini, inoltre, chiedono che vengano attivati sistemi di videosorveglianza nelle aree maggiormente sensibili dell’Isola. “Il sistema – si legge sempre nel comunicato – permetterebbe di monitorare il territorio in modo più efficace e agevolerebbe l’individuazione degli autori degli incendi, nel caso di origine dolosa”.
Infine un appunto tecnico:
“Sarebbe opportuno – concludono i parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle – smettere anche di piantumare alberi resinosi che accelerano la propagazione dell’incendio, prediligendo piante autoctone”.
Sulla vicenda interviene anche il Codacons che ha chiesto alla Magistratura di accertare se, a carico della Regione siciliana, “possano individuarsi gravi responsabilità per inefficienza nell’organizzare la campagna antincendio boschivo”.
Fonte: www.inuovivespri.it
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