13 aprile 2015

IL FORESTALE DI BUTERA TRAVOLTO DAL MEZZO ANTINCENDIO NELLE CAMPAGNE DI NISCEMI NEL 2009. COMINCIA IL PROCESSO PER OMICIDIO COLPOSO


Il forestale di Butera travolto dal mezzo antincendio nelle campagne di Niscemi nel 2009


Comincia il processo per omicidio colposo






Niscemi. Con l'esame del medico legale che ha redatto la perizia necroscopica e del consulente dell'Ispettorato del lavoro, è entrato nel vivo al Tribunale di Caltagirone, il processo per l'incidente sul lavoro registratosi nell'estate di sei anni fa a Niscemi e costato la vita ad un operaio stagionale della forestale. Si tratta del quarantottenne buterese Giuseppe Petrolio, rimasto schiacciato dal mezzo antincendio condotto da un suo collega di lavoro durante un manovra di retromarcia.
Ora il conducente dell'autobotte, Giuseppe Tizza, è sotto processo per rispondere dell'accusa di omicidio colposo. E con Tizza, sotto processo, è finito Luciano Geraci, rappresentante dell'Ente forestale in qualità di datore di lavoro chiamato a rispondere, però, di violazioni in materia amministrativa (i due imputati sono difesi dagli avv. Francesco Panepinto e Luigi Cinquerrui). I familiari dello sfortunato operaio, già in sede preliminare, si sono costituiti parte civile con gli avv. Salvo Macrì e Rocco Guarnaccia. i due patroni di parte civile, inoltre, in sede preliminare avevano insistito nella richiesta di modificare il capo d'imputazione a Geraci e di contestargli il reato di omicidio colposo. Ma l'istanza fu bocciata. Così i due patroni di parte civile hanno presentato alla Procura di Caltagirone una querela per omicidio colposo contro Geraci.
Il consulente dell'Ispettorato del lavoro, deponendo ieri in aula, non ha escluso neanche la responsabilità del datore di lavoro nella tragedia registratasi il 9 agosto del 2009 in contrada Stizza. Per il consulente il conducente del mezzo effettuò la retromarcia senza cautela: manovra che non avrebbe effettuato in sicurezza. Il datore di lavoro, invece, aveva fornito agli operai un mezzo inadeguato, sprovvisto di sensori sonori e con la lampadina della retromarcia fulminata. Il medico legale, deponendo in aula, ha riferito invece che la morte di Petrolio fu dovuta a politrauma.
Il tragico incidente sul lavoro si registò nel pomeriggio. Petrolio era intervenuto con i suoi compagni di lavoro in contrada "Stizza" dove era stato segnalato un incendio. Petrolio era sceso dall'autobotte per accertare l'entità del rogo quando il suo collega effettuò la retromarcia rivelatasi poi mortale. Petrolio fu centrato in pieno e per le gravi ferite riportate fu trasportato d'urgenza all'ospedale dove giunse vigile. Morì poco dopo per un'embolia. Il processo per la sua morte riprenderà a luglio con l'esame di altri testi d'accusa.
D. V.


12 Aprile 2015











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