Tony Zermo
Abbiamo 24 mila forestali che possono
svolgere attività alternative. Bene, benissimo. Ma allora perché non
ripuliscono l'Etna? In fondo non è nemmeno un lavoro alternativo perché
l'Etna è dentro il Parco che porta il suo nome. Non si sono accorti che
il percorso è disseminato di cumuli di spazzatura? Non sanno che nei
boschi c'è di tutto, cartacce, residui di pic nic, svuotamenti di
posacenere, bottigliette vuote e assorbenti igienici? Qualche gitante
idiota si deve essere esercitato anche nel lancio di queste bottigliette
perché alcune si trovano in crepacci abbastanza distanti da zone
percorribili.Domenica scorsa c'erano al Rifugio Sapienza almeno una ventina di pullman, in pratica un migliaio di turisti venuti dai cinque Continenti a visitare il vulcano. Saranno rimasti affascinati da quelle lave a lama di coltello dove Pasolini girò «Porcile»: forse avrà dato quel titolo al suo film dopo avere visto tutte quelle sconcezze umane in un territorio di sovrumana bellezza.
Anche quei turisti quando torneranno nelle loro case diranno che l'Etna è un porcile? Oppure i forestali intervenendo a tempo salveranno dalle immondizie il vulcano patrimonio dell'Umanità prima che l'Unesco si accorga in quali condizioni è tenuto e ci ripensi?
19 Giugno 2013
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