02 ottobre 2023

STANNO ARRIVANDO… E QUESTA VOLTA LI VEDRANNO ARRIVARE. RIUNITO IL COMITATO ANTINCENDIO SIRACUSANO


Dal sito www.lacivettapress.it

Marina De Michele - 01 Ottobre 2023
Cittadini, movimenti, associazioni tutti insieme perché il tempo dell’attesa è finito. “Siamo noi le istituzioni!” Quasi un urlo quello dell’imprenditrice agricola Carmela Pupillo, addolorata, esasperata dal fuoco devastante che ormai ogni anno aggredisce le balze delle mura dionigiane, a monte della sua proprietà, come i suoi campi e le sue vigne. “Quelle balze sono un patrimonio di tutti, un bene che appartiene a ognuno di noi ma manca questa percezione perché finora nulla si è fatto per far sì che ciascuno senta questo luogo come proprio. Una ricchezza privatizzata dalla trascuratezza, dall’indifferenza, dall’immobilismo di chi avrebbe il compito della promozione di un sito straordinario. E ora sono solo una distesa di cenere e vegetazione bruciata dove però già rinasce quella vita che sarà di nuovo spenta tra qualche mese”.

Incendi a cui, per inevitabile conseguenza, seguiranno distruttive inondazioni, fenomeni che solo una logica demenziale può ancora definire come emergenziali.

Le mura dionigiane non sono infatti che l’emblema di quanto accade nell’intero territorio provinciale (come d’altra parte in tutta la Sicilia) anno dopo anno. “Il primo passo deve essere quello di dare un nome alla causa del fenomeno, quello che il presidente della Regione Schifani, come il suo predecessore Musumeci, ora ministro per la protezione civile, stenta a pronunciare: non piromani, non bassa delinquenza ma vera e propria mafia, la mafia dei pastori, quella di imprenditori senza scrupoli” afferma il dottor Dino Artale, esperto di micologia “Ma senza i boschi, bruciati, trovare funghi è sempre più difficile. Neanche mi avvicino più dove si è sviluppato un incendio tanta è la pena”.

Il racconto di tante esperienze, come quella di Fabio Cilea (Lipu, direttore della Riserva naturale a Priolo) “Senza più ferie, è un girare costante per la riserva Saline di Priolo non appena comprendo che ci sono le condizioni buone per chi intende appiccare fuoco” (ed elenca i danni), e l’analisi dettagliata sull’attuale status della Forestale, da parte di Fabio Giaccotto che ne ha fatto parte: “Un sistema ormai sfaldato!” Ma, accanto a questi racconti vissuti dai protagonisti, anche il resoconto dell’inutilità delle segnalazioni agli organismi istituzionali di controllo: “Si sa forse di qualche responsabile di roghi che, seppure individuato, abbia realmente pagato il proprio conto con la giustizia?” ha chiesto Cilea.


E così da tanti interventi e proposte ha iniziato a prender corpo quella che sarà l’azione futura del Comitato Antincendi Siracusano. Sabato 30 settembre, al vivaio comunale di Siracusa, convocati da Saro Cuda (Associazione Acquanuvena), Santi Zocco (CAI) e Maria Greco (WWF) del gruppo promotore, si era veramente in tanti a tracciare le linee di un programma che intende muoversi su più direzioni.

Dal lavoro del M.A.I. (Movimento Antincendio Ibleo che da anni opera con buoni risultati, e in accordo con la forestale, su Avola e Noto rappresentato da Vincenzo Spataro, Tiziana Palumbo, Agata Vecchio) i più utili suggerimenti per un’organizzazione di base operativa sul territorio: la costituzione di gruppi per le attività di avvistamento, pattugliamento, censimento delle aree bruciate, di pronto intervento previa un’adeguata formazione, di comunicazione per la più ampia sensibilizzazione al problema, di educazione nelle scuole, di rapporto con le istituzioni, di rimboschimento.

“È necessario che il modello del M.A.I. sia esteso ad altre parti della provincia – ha proposto l’avv. Paolo Tuttoilmondo di Legambiente – Ma indispensabile e imprescindibile anche la pressione su chi ha realmente la possibilità di un intervento strutturato ad ampio raggio e l’interlocuzione con il Commissario regionale e con la Procura e la Prefettura. Come Legambiente riteniamo che occorra potenziare l’attività di commissariamento avviata dalla Regione nei confronti dei Comuni inadempienti alla redazione del catasto degli incendi ed avviare ispezioni per verificare se negli anni i terreni distrutti dal fuoco siano stati utilizzati per percepire contributi comunitari nel settore zootecnico e forestale o se aree percorse dal fuoco con formazioni vegetali diverse dal bosco siano state, negli anni successivi, oggetto di trasformazioni agrarie o edilizie”.


“Né si può trascurare il livello normativo – hanno sostenuto l’avv. Giovanni Silvestro e Carmelo Corso sia per quanto concerne norme più efficaci che prevedano l’inasprimento delle sanzioni penali e il potenziamento degli strumenti per il perseguimento dei reati connessi con gli incendi sia per potenziare in Sicilia la presenza dei Carabinieri Forestali e quella dei Vigili del Fuoco”.

Prossimo appuntamento tra 15 giorni all’Urban Center.

Parole? Mere dichiarazioni di intenti che resteranno lettera morta? Non crediamo. Li vedremo e sentiremo arrivare.






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